Cultura Volterra

da mercoledì 6 Novembre 2024 a sabato 30 Novembre 2024

Una Scia di Impermanenza: la mostra personale Kazahana di Akiko Hirai alla Galleria Kalpa

Immaginiamo una mattina tranquilla e fredda, in cui il mondo non si è ancora completamente risvegliato. All’improvviso, uno sciame di delicati fiori di ciliegio viene trasportato da una leggera brezza, lasciando dietro di sé tracce impermanenti del suo gentile passaggio. Questo fenomeno in Giappone è chiamato “kazahana” (風花), che tradotto significa “soffio di petali”, e descrive il turbinio della neve come petali di fiori che danzano nel vento. Questa immagine è una delle fonti di ispirazione nonché il titolo della nuova mostra personale della nota ceramista giapponese residente a Londra, Akiko Hirai.

La sua nuova personale, attualmente in mostra presso la sede storica di KALPA, Palazzo Bonomini, comprende una selezione delle sue forme più iconiche, Moon Jars e Poppy Pods, oltre a nuove opere scultoree astratte intitolate Poppy Pod Tripods. Le forme asimmetriche in ceramica di Hirai sono organiche ed espressive, metafora della vita umana stessa. Sono contenitori di una storia, testimoni del passaggio del tempo e degli eventi che ci plasmano. Abbracciando pienamente i principi del wabi-sabi, secondo cui la bellezza si trova nell’imperfezione e nel contrasto, le sue opere conducono lo spettatore in un mondo di sogno creato dall’atto spontaneo e creativo dell’artista.

Ogni opera di Hirai, unica e imperfetta, rende omaggio alla bellezza del caso e al processo alchemico della creazione. La visione alla base della serie di opere in mostra, parte della sua recente serie Dormant, nasce dal ruolo fondamentale e rigenerante dell’atto del sonno, in cui la mente e il corpo sono impegnati in una continua ricerca per elaborare la complessità delle emozioni umane. È in questo momento che Hirai trova conforto, in particolare nella fase REM, in cui le emozioni vengono regolate e depositate nella memoria come fiocchi di neve e petali che cadono dolcemente nella nostra mente.

‘‘Un recipiente è come un essere umano. Gli eventi della vita non sono sempre piacevoli, ma danno alle persone individualità e bellezza. Così do ai miei Moon Jars molti traumi e difficoltà. Il modo in cui sopravvive… [è] il modo in cui diventa ciò che è.’’

I Moon Jars, omaggio alle antiche giare coreane dal carattere minimalista della dinastia Joseon, sono ricchi di texture e mostrano un bellissimo gioco di contrasti tra parti grezze e lucide. Dal debutto dei suoi primi Moon Jars nel 2003, la tecnica di Hirai si è evoluta, trasformando i segni di imperfezione dell’argilla e del fuoco in tracce imprevedibili. Hirai crea un Moon Jar unendo i bordi di due semisfere; la giuntura tra le due metà, sebbene levigata, rimane come una sorta di cicatrice o fantasma, appena percettibile ma che aggiunge un senso di irregolarità al corpo finito. Infine, orchestrando le reazioni chimiche tra lo smalto e la cenere sulla superficie, l’artista stende più strati di smalti e barbottine sul corpo di argilla grezza e scura, creando un gioco di contrasti.

La nuova serie Dormant di Hirai è profondamente influenzata dalle emozioni suscitate dai tumultuosi conflitti della vita contemporanea, in particolare dalla sfida di comprenderne le motivazioni. Nella creazione di questi Moon Jars, l’artista si concentra sul processo umano di rinascita piuttosto che sugli eventi stessi. L’argilla subisce trasformazioni graduali e delicate mentre è in stato di quiescenza, il che le conferisce una superficie matura e intensa.

‘‘Il perdono avviene nel sonno. Lo stato di quiescenza non è sinonimo di inattività, ma di regolazione e riparazione, modulazione e guarigione.’’

Allo stesso modo, i Poppy Pods incarnano una filosofia di speranza e rigenerazione, simboleggiata dai semi al loro interno che, metaforicamente, cresceranno quando le condizioni saranno ottimali. Realizzati con una miscela di argilla raku calda, queste opere raggiungono un delicato equilibrio di consistenza e levigatezza, arricchite dalla polvere di materiali naturali come cenere, bucce, scaglie e canne, che riflette la profonda relazione tra l’artista e la sua opera.

Ogni scultura in ceramica è dotata di un titolo evocativo: uno dei Poppy Pod Tripods, che prende il nome di Sanmi Ittai, è un termine giapponese che significa “tre in uno”. Queste forme astratte e sperimentali onorano il significato del numero tre, simboleggiando l’unificazione di mente, corpo e tecnica, nonché la relazione tra l’oggetto, l’ambiente circostante e lo spettatore.

‘‘Per questa mostra ho cambiato l’aspetto delle mie sculture. Ho voluto renderle tranquille come in uno stato di ‘dormienza’.”

Originaria del Giappone, Akiko Hirai (1970) ha fondato il suo studio all’interno di un vivace collettivo creativo The Chocolate Factory N16 a Londra, più di vent’anni fa. Nel corso della sua carriera, è emersa come uno dei talenti più innovativi e acclamati nel mondo della ceramica. Dopo aver studiato psicologia cognitiva in Giappone, Hirai si è dedicata con passione allo studio delle tecniche ceramiche tradizionali e non. Successivamente, si è laureata all’Università di Westminster nel 2002 e alla Central St. Martins nel 2003 ed è stata selezionata per il prestigioso Loewe Craft Prize nel 2019. Nel corso della sua carriera ha esposto ampiamente in Giappone, Europa, Regno Unito e Stati Uniti. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni permanenti, come quelle del Keramikmuseum Westerwald, del National Museum of Ireland di Dublino e del Victoria & Albert Museum di Londra.

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Fonte: Ufficio Stampa

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