Spettacoli Firenze

martedì 16 Gennaio 2018

Tiziano Mazzoni live al Teatro del Sale

 

Tiziano Mazzoni (foto Antonio Candio)

Tiziano Mazzoni torna sul palco con le canzoni dell’ultimo fortunato disco “Ferro e carbone” – uscito ad aprile su etichetta Appaloosa Records /MRMaremmano – per un concerto martedì 16 gennaio al Teatro del Sale di Firenze. Un lavoro, il terzo del musicista pistoiese, di brani in italiano essenzialmente folk-rock-blues, suonato con la genuinità di chi crede nella forza del suono e delle parole, come accade nel primo singolo “E’ una magia” accompagnato da un videoclip d’animazione e nel secondo singolo “Sciogli il cane”, anch’esso seguito da un clip.

Sul palco con lui (voce, chitarra, armonica) Gianfilippo Boni (piano), Fabrizio Morganti (batteria) e Lorenzo Forti (basso), compagni di un viaggio che ripercorrerà i suoi dischi ed alcune riletture di grandi classici della canzone d’oltreoceano (Dylan, Cohen, Waits, Ochs) in versioni assolutamente personali.

L’ingresso alla serata è libero con cena, l’inizio previsto per le 21.

Prodotto e arrangiato dallo stesso Mazzoni insieme a Gianfilippo Boni, “Ferro e carbone” è un disco senza trucchi: le canzoni sono suonate con la perizia artigiana di musicisti di lungo corso, fra cui Pippo Guarnera, e di ospiti come Riccardo Tesi che con il suo organetto diatonico contribuisce alla varietà di strumenti coinvolti (violini, fiati, percussioni, bouzouki e molto altro) accanto alla classica formazione chitarra-basso-batteria.

Sono loro ad impreziosire tracce dall’andatura spesso lenta e meditativa, in cui i versi pesano per quello che sono, lontani da bizzarrie poetiche e dagli stereotipi da storyteller americano, ma forti di parole semplici e dense, misurate sulla pelle di chi scrive ancor prima che sulla carta. I brani di Tiziano Mazzoni sanno di legno buono, di terra feconda, hanno la solidità dell’acciaio ma anche la delicatezza che è propria degli sguardi sensibili. Non evitano i toni leggeri quando serve, accelerano il passo per sostenere i momenti più accorati. Permettono alla malinconia di fare il suo gioco e alla rabbia di diventare voglia di rivalsa per tenere lontana l’amarezza.

“Ferro e carbone” addensa vite come quella del partigiano anarchico pistoiese “Silvano Fedi”, o del poeta-clochard Remo Cerini in “Rita e l’Angelo” – forse la figura più emblematica dello spirito dell’intero disco. Oppure ritaglia all’interno di una tragedia come quella di Sant’Anna di Stazzema la storia d’infanzia di “La lucciola e il bambino” per poi tracciare con fermezza la vicenda delle acciaierie Lucchini in “Piombino” (da cui è tratto il titolo del disco).

Ma lungo la tracklist c’è spazio anche per dire con straordinaria delicatezza del tempo che passa sui corpi e nelle menti delle persone che amiamo (“Qualunque nome dirai”) e ammettere che l’amore è sempre difficile e incomunicabile ma necessario (“Una magia”, “Verde torrente”, “Ancora da imparare”). Perché in fondo ciò che conta è evitare di chiudere gli scuri delle nostre vite e disinteressarci di cosa succede là fuori (il double talking noir di “Sciogli il cane”). Ed è proprio quello che sembra fare con questo disco Tiziano Mazzoni: imbracciata la chitarra, provare a segnare, traccia dopo traccia, dove tira oggi il vento.

Link
www.tizianomazzoni.it

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Fonte: Ufficio Stampa

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