Spettacoli Firenze

da giovedì 20 Marzo 2025 a giovedì 22 Maggio 2025

Testimoni di speranza XXVIII edizione della rassegna di musica sacra O flos Colende

Al via la XXVIII edizione della rassegna di musica sacra O flos colende nella Cattedrale di Firenze, promossa e organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore con la direzione artistica di Gabriele Giacomelli.

Per la prima volta si esibiranno nella Cattedrale di Firenze (22 maggio) il celebre gruppo vocale The King’s Singers. Dopo il trionfale concerto tenuto al Teatro della Pergola nel 2021, il gruppo vocale maschile torna a Firenze con il suggestivo programma Peregrinación – Musica dal Nuovo Mondo, di recentissima ideazione e in prima assoluta per l’Italia, dedicato alla riscoperta della musica di genere, prevalentemente sacra, in uso presso i popoli nativi sudamericani e alla successiva evoluzione avvenuta con l’arrivo dei conquistadores iberici.

Dal 2018 gli appuntamenti concertistici della rassegna di musica sacra O flos colende sono preceduti da un ciclo di riflessioni bibliche, nelle quali la lettura dei testi viene affiancata all’esecuzione di brani musicali tematicamente coerenti che vanno a incorniciare la lectio biblica. Quest’anno alle riflessioni tenute dal Cardinale Giuseppe Betori si aggiunge, per la prima volta, quella dell’Arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli (6 maggio). Il tema scelto è in sintonia con il Giubileo: Testimoni di speranza in alcuni passi del Nuovo Testamento secondo un coerente percorso che dalle Lettere paoline ai Romani e agli Ebrei conduce alla Prima Lettera di San Pietro, concludendosi con un episodio fra i più significativi tratto dagli Atti degli Apostoli.

Ad accompagnare le riflessioni bibliche saranno i gruppi musicali: Ensemble Baroque Lumina (20 marzo), Euphonios Vocal Ensemble (27 marzo), Cappella Musicale della Basilica di San Lorenzo a Firenze (3 aprile) e Cappella Musicale della Cattedrale di S. Maria del Fiore (6 maggio).

Nella prima riflessione sarà eseguita musica composta in America Latina dall’allora celebre compositore toscano Domenico Zipoli. Le due bellissime arie in programma sono tratte dalla cantata In hoc mundo, fra le meno semplici del maestro pratese, ritrovata come tanta altra sua musica negli archivi delle missioni gesuitiche boliviane alcuni decenni orsono. Nella seconda riflessione si andranno a scoprire due brani di epoca rinascimentale e primobarocca: il toccante In Te Domine speravi del compositore fiammingo Josquin Desprez, autore di cui l’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore conserva molte composizioni, e l’omonimo brano di Marco da Gagliano, maestro di cappella della Cattedrale fiorentina dal 1608 alla morte, la cui partitura si conserva in vari manoscritti sei-settecenteschi dell’archivio dell’Opera. Nella terza riflessione, si ascolteranno due piccoli capolavori del grande compositore tedesco Heinrich Schütz, entrambi ispirati al tema della speranza. Sono il mottetto Spes mea Christe Deus e il salmo In Te Domine speravi composti durante il servizio del maestro a Dresda presso la corte di Sassonia e pubblicati nel 1625 nella raccolta intitolata Cantiones Sacrae. Nella quarta riflessione saranno eseguiti due splendidi brani per il Tempo di Pentecoste del compositore campano Niccolò Jommelli, entrambi conservati in un manoscritto dell’Opera di Santa Maria del Fiore. È ignoto il motivo della loro presenza in archivio, dato che il maestro di Aversa non ebbe mai contatti con la Cattedrale fiorentina, stando almeno alla documentazione superstite.

The King’s Singers si esibiranno in un programma affascinante che mette in dialogo la musica autoctona dell’America meridionale (cantata anche nelle lingue indigene, come nel caso del tradizionale canto processionale Quechua Hanaqpachap cussicuinin in cui Maria viene lodata con colorite metafore proprie della cultura andina, estranee alla tradizione europea), con il repertorio musicale colto introdotto dagli spagnoli e dai portoghesi. Oltre al citato Hanaqpachap cussicuinin sarà cantato un altro brano tradizionale sudamericano, diffuso, a differenza del precedente, in lingua spagnola. È Dulce Jesús mio, ritrovato nelle antiche missioni gesuitiche della Bolivia, che si distingue per la dolcezza della linea melodica, semplice e alla portata di tutti.

Fra le composizioni d’autore importate dall’Europa si segnalano Versa est in luctum del compositore spagnolo Sebastián de Vivanco, nativo di Ávila; gli splendidi mottetti Crux fidelis attribuito al re Giovanni IV di Portogallo e O quam gloriosum di Tomás Luis De Victoria, anche lui nativo di Ávila, le cui composizioni, compreso il mottetto in programma, si trovano in gran numero nell’Archivio Musicale dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Seguono Libera me del compositore portoghese Vicente Lusitano, figlio di madre originaria dell’Africa, e due brani (De carámbanos el día viste e Tristis est anima mea) di Juan Gutiérrez de Padilla, compositore andaluso che trascorse gran parte della sua vita in Messico, dove rivestì il ruolo di maestro di cappella della cattedrale di Puebla, città all’epoca seconda per importanza solo a Città del Messico. In programma anche interessanti brani del repertorio contemporaneo generato dall’incontro fra diverse culture, come la suggestiva Peregrinación dell’argentino Ariel Ramírez, il cui testo (scritto da Félix Luna) evoca il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme e lo spiritoso Pica-Páo (picchio) in cui il grande compositore brasiliano Heitor Villa Lobos elabora una canzone degli indigeni del Mato Grosso. Molto suggestivo è anche il Travel Song da Tres Mitos de mi Tierra di Gabriela Lena Frank, raffinata compositrice vivente nata in California da padre ebreo lituano e madre peruviana.

Luca Bagnoli, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, afferma: “Con soddisfazione presentiamo la XXVIII edizione della rassegna O flos colende, quest’anno legata all’attualità: la scelta dei repertori musicali e dei temi svolti nelle Riflessioni bibliche e nell’affascinante concerto del 22 maggio è infatti in perfetta sintonia tematica con il Giubileo della Speranza indetto da Papa Francesco”.

Per l’Arcivescovo Gherardo Gambelli: “La musica dal mondo e delle varie epoche illumina così la Parola di Dio, rivela la molteplicità delle culture e delle comunità, permette di cogliere meglio il mistero della fede. La musica sacra in particolare è al tempo stesso umana, perché esprime i sentimenti più profondi dell’uomo, come la gioia, il dolore, la speranza, la paura, ma anche divina perché conduce al Signore. Auspico che questa bella esperienza culturale che unisce la riflessione sulla Parola di Dio e la musica sacra, per innalzare mente cuore e spirito, possa contribuire a questa costruzione dell’uomo pellegrino di speranza”.

Gabriele Giacomelli, direttore artistico della rassegna O Flos Colende, spiega: “ Quest’anno la rassegna si distingue come mai prima d’ora per la varietà dei repertori proposti, in un affascinante percorso attraverso le culture e le epoche che, senza trascurare la tradizione fiorentina, approfondisce la ricca e composita cultura musicale latinoamericana, dall’epoca colombiana fino all’età contemporanea”.

Presentazione “O flos colende” 2025

La rassegna O flos colende promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore quest’anno si inserisce pienamente per contenuti musicali, autori, interpreti e riflessioni bibliche nel Giubileo della Speranza indetto da Papa Francesco. La speranza è il filo rosso che unisce questo percorso meditativo e musicale che accompagna il tempo della Quaresima, e dopo la Pasqua si amplia poi al tema della missione.
Sono le letture tratte dal Nuovo Testamento a narrare dove si fonda la speranza cristiana: in Gesù morto e risorto e nel suo annuncio a tutti i popoli. La lettera di san Paolo apostolo ai Romani (cap.5, 1-11) incipit della Bolla di indizione del Giubileo, che apre anche il ciclo delle riflessioni bibliche, recita: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.

Nella XXVIII edizione di O flos colende i brani musicali proposti attraversano confini di spazio e di tempo, di culture, tradizioni e confessioni religiose. Il linguaggio universale delle note suggerisce una fraternità universale, e proprio nel riconoscersi tutti figli di Dio e fratelli risiede la speranza del mondo.

La rassegna inizia con l’esecuzione del brano “In Te spero in Te confido” del compositore Domenico Zipoli, gesuita vissuto fra il ‘600 e il ‘700 che lasciò il successo in Europa per andare nelle missioni del Sudamerica e con la musica riuscì a dialogare e svolgere un’opera di evangelizzazione fra gli indios che rimanevano estasiati ad ascoltarlo. L’interpretazione del salmo “In Te Domini speravi” di Marco da Gagliano, che fu maestro di cappella della Cattedrale, ci riporta a Firenze, sempre nel ‘600, mentre dall’archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore giungono i mottetti del ‘700 del compositore campano Niccolò Jommelli. E poi le musiche del compositore rinascimentale fiammingo Josquin Desprez e del compositore luterano Heinrich Schütz, infine i brani tradizionali dei nativi sudamericani e i brani della cultura ispano-portoghese del concerto finale “Peregrinación – Musica dal Nuovo Mondo” ci conducono fino all’età contemporanea.

La musica dal mondo e delle varie epoche illumina così la Parola di Dio, rivela la molteplicità delle culture e delle comunità, permette di cogliere meglio il mistero della fede. La musica sacra in particolare è al tempo stesso umana, perché esprime i sentimenti più profondi dell’uomo, come la gioia, il dolore, la speranza, la paura, ma anche divina perché conduce al Signore.

Nel ringraziare l’Opera di Santa Maria del Fiore, chi ha ideato l’iniziativa, i maestri e gli interpreti che eseguiranno le varie opere, cito queste considerazioni sull’arte, valide e illuminanti anche per il nostro tempo, che espresse Papa Giovanni Paolo II nel 1983 in un discorso al Teatro alla Scala di Milano: “Oggi c’è dubbio, c’è tristezza, c’è purtroppo assai diffusa una vasta crisi morale. Oggi c’è bisogno di confortare, di illuminare, di aiutare. Oggi c’è bisogno di costruire. E il mondo della cultura e dell’arte è chiamato a costruire l’uomo: a sostenere il cammino nella ricerca, spesso tormentata, del vero, del bene, del bello. La cultura e l’arte sono unità, non dispersione; sono ricchezza, non depauperamento; sono ricerca appassionata, talora tragica, ma finalmente anche sintesi stupenda, nella quale i valori supremi dell’esistenza, anche nei suoi contrasti tra luce e tenebre, tra bene e male – chiaramente identificati e identificabili – vengono ordinati alla conoscenza profonda dell’uomo, al suo miglioramento, non al suo degrado”.

Auspico che questa bella esperienza culturale che unisce la riflessione sulla Parola di Dio e la musica sacra, per innalzare mente cuore e spirito, possa contribuire a questa costruzione dell’uomo pellegrino di speranza.

Gherardo Gambelli
Arcivescovo di Firenze

Riflessioni bibliche e musica sacra

Dove e quando: Cattedrale di Firenze il 20 e 27 marzo; 3 aprile e 6 maggio 2025

Orario: ore 19:00

Ingresso libero

The King’s Singers
Cattedrale di Firenze: 22 maggio 2025
ore 21.00, ingresso libero

Fonte: Ufficio Stampa

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