Cultura Firenze

martedì 13 Maggio 2014

“Terramara” e “Fate presto”: doppio appuntamento a Firenze per Fabbrica Europa

Martedì 13 maggio alle 21.00 al  Teatro Cantiere Florida (Via Pisana 111/r) a Firenze, per Fabbrica Europa arriva la COMPAGNIA ABBONDANZA / BERTONI in TERRAMARA (1991/2013).

Alle ore 20.30 (prima dello spettacolo) INCONTRO con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Coordina Marinella Guatterini

Coreografia: Michele Abbondanza – Cura del riallestimento: Antonella Bertoni
Con: Eleonora Chiocchini e Francesco Pacelli
Musiche: J.S. Bach, G. Yared, S. Borè e musiche della tradizione popolare
Scene 1991: Lucio Diana – Luci: Carlo Meloni – Realizzazione costumi: Marta Griso – Direzione tecnica: Andrea Gentili
Produzione 1991: Drodesera /Centro Servizi Culturali Santa Chiara _ Produzione 2013: Compagnia Abbondanza Bertoni

Riallestimento. Progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/ ‘90
Ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini – Assistente alla direzione Myriam Dolce

In collaborazione con: Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto – Città di Venezia – Assessorato alle Attività Culturali, Teatro Pubblico Pugliese
Coproduzione: Fondazione Teatro Grande di Brescia, Fondazione Fabbrica Europa, Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Torinodanza
Con il sostegno di: MiBAC–Dipartimento Spettacolo / Provincia autonoma di Trento–Servizio attività culturali / Comune di Rovereto–Assessorato alla Contemporaneità / Regione autonoma Trentino Alto Adige / Cassa Rurale Folgaria–Filiale Rovereto / Centro Servizi Culturali Santa Chiara
Ringraziamenti: Atelier Marta Griso Ecomuseo del Lagorai e il gerlaio Fabio Cenci, Alessandro Pavone, Fabrizio Casetti

Durata: 75 minuti
Ricordo da piccolo, quando mio padre mi offriva certe arance arrivate dal sud e con orgoglio ostentava il fatto che avessero “i figli”: spicchi più piccoli gonfi di succo, attaccati ai grandi spicchi che formavano il frutto. Ricordo ancora quanto erano per me “speciali” quelle piccole parti, più preziose del tutto, tanto da apparire e quindi essere, più buone. Il piccolo si identificava col piccolo, cannibalizzandolo per acquisire quell’essenza speciale. Non so se quella “pappa reale” abbia avuto il suo effetto: allora era naturale condividere la realtà con una meravigliosa mole fantastica. Dopo i “lavori-scuola” con Carolina (Carlson) e quelli collettivi con Sosta Palmizi, di questo primo lavoro “in solitaria” ricordo proprio l’esplosione dell’immaginazione che sentivo poter espandersi intensamente come poi l’odore e il succo delle arance in scena, con gli eventuali figli e figlioletti al seguito. (…). Michele Abbondanza

Terramara, lo spettacolo, è stato per me un po’ come “la prima volta” e rimetterlo in scena oggi mi ha fatto tendere e salire sulla punta dei piedi per non ferirlo stravolgendolo con gli occhi miei di adesso. Dal primo giorno è stato un vortice. Lo spazio scenico è stato un po’ spogliato e reso scarno, alla coreografia tolti alcuni lirismi a cui i nostri corpi di allora davano nascite e nascite, omaggi alla nostra Maestra. Ora Terramara conosce nuova vita, ri-danza nel nostro tempo. Osservo Eleonora e Francesco essere loro, in noi, nell’oggi presente il nostro passato; rincorrersi, guardarsi, prendersi, slanciarsi, sudare affaticati, con il respiro veloce che in quello spazio sembra fatto di cielo e di terra e il sentimento che mi accompagna è così vasto che non lo so dire. Antonella Bertoni

 

Primo vagito di un duo-compagnia che avrebbe continuato a sondare nei modi più diversi il tema del rapporto con l’altro, Terramara con i suoi echi classici bachiani e il fitto intreccio di suggestioni musicali etniche, ungheresi, indiane, rumene e siciliane, fu un exploit più che riuscito. Una meravigliosa e promettente prima prova autoriale che nell’arco di un’ora sciorinava bravura, quasi virtuosistica (…) ma non certo e mai fine a se stessa, bensì delicatamente tesa a rinforzare i caratteri di una “mediterraneità” tutta nostra, esemplare e oggi da riscoprire. Nato come riflessione a due sul trascorrere del tempo, sulle sue vestigia antiche e sulla complessità del legame tra due esseri di sesso opposto che s’incontrano per creare nuova vita e ricrearsi, Terramara già sfruttava tutti i significati e simboli del suo titolo. Storia d’amore danzata, la pièce lasciava fluire nell’arco di un’ora e in modo originale e desueto, il sentimento più importante e segreto di due amanti nel loro impegno quotidiano, nel tempo comunitario del lavoro. Ed ecco perché le gerle piene di arance da svuotare e riempire, le fascine di paglia da caricare e spostare nello spazio immaginario di campi baciati dal solleone, durante i mesi del raccolto. In una natura, bucolicamente riscoperta come non avremmo visto in nessuna altra pièce di quegli anni (…) si danzava il desiderio di trovare nel lavoro pure amaro e faticoso la scansione del tempo secondo le leggi della terra e dunque i ritmi originari dell’unione tra maschile e femminile. Centinaia di arance riversate in scena non potevano essere, qui, un semplice ed esplicito omaggio al teatrodanza dalle scenografie naturalistiche di Pina Bausch, ma la necessità del colore/calore capace di accendere gesti e sguardi e di riversarli verso il pubblico in un abbraccio emotivo. Su questo turgore espressivo e drammatico, sprigionato nel rigore di una danza comunque formale, fa leva anche la ricostruzione 2013 di Terramara. Ora viene danzato da una coppia di giovani scelti nel bacino veneto, e guidati dai coreografi originari. La sua rinascita è, come i precedenti capisaldi italiani di RIC.CI, non certo pura archeologia, ma esemplare e fresca rigenerazione di una pièce generosa nell’intreccio coreografico, nella costruzione anche musicale, quanto nella fisicità a tinte arancioni. Marinella Guatterini

Biglietti: € 15 / 12
PREVENDITA: Circuito Box Office Toscana www.boxol.it – Box Office Firenze, Via delle Vecchie Carceri, 1 Tel. 055 210804

 

 
Martedì 13 maggio sarà la volta anche dello spettacolo “Fate Presto” di MASSIMO BARZAGLI / LUISA CORTESI / MARINA GIOVANNINI alle Stazione Leopolda / Alcatraz – Firenze

Lo spettacolo si terrà alle 19 e andrà in replica anche nei giorni 14, 15, 16 maggio ore 22.

 

Dedicato ad Argento Migliore | Living Theatre

concept Massimo Barzagli
coreografia e interpretazione Luisa Cortesi, Marina Giovannini
coordinamento residenza coreografica Lucrezia Palandri
luci Marco Santambrogio – scenotecnica Eva Sgrò
suono Massimo Michelotti – foto Carlo Gianni
produzione Cab 008 / Fondazione Fabbrica Europa
con il sostegno di Regione Toscana
Il progetto è stato ospitato in residenza presso Teatro Era – Pontedera Teatro; Cango Cantieri Goldonetta

Stand clear of the closing doors : Elvira Boccia, Daniela Ranzetti, Elisa Scarselli, Lucrezia Palandri, Marta Capaccioli, Valerie Claroni, Maria Mar Jiménez Nadal, Elita Cannata, Martina Belloni, Sonia Cerrai
Conferenza heavy metal: Emiliano Cammarota
Artisti ospiti Nataly Arancio, Emiliano Cammarota, Manuela Menici

 
13 maggio > h 19:00
CHE FARE? FATE PRESTO Conferenza Iconoclasta
Contributi: Luigi Carlo Baldassarri, Armin Ebrahiml, Sami Khatibi, Salvatore Sansone

14 maggio > h 22.00
DANCING

15 maggio > h 22.00
DANCING
STAND CLEAR OF THE CLOSING DOORS

16 maggio > h 22.00
DANCING
STAND CLEAR OF THE CLOSING DOORS
CONFERENZA HEAVY METAL

Residenza coreografica nello spazio ALCATRAZ dal 3 al 12 maggio 2014 Stazione Leopolda
FATE PRESTO è un formato ideato dall’artista Massimo Barzagli con Luisa Cortesi e Marina Giovannini. Un progetto di danza e arte contemporanea che moltiplica, amplifica e differenzia le modalità di rappresentazione di un’idea di spettacolo e di “contenitore” – l’Alcatraz della Stazione Leopolda – che diventa un “luogo di esposizione della danza”, uno spazio libero di osservazione sui diversi modi, le differenti angolature architettoniche, le diverse forme che possono confluire in un unico formato.
FATE PRESTO – il cui titolo rievoca le opere di Andy Warhol e di Argento Migliore (Living Theatre) ispirate al terremoto in Irpinia del 1980 – è concepito come un contenitore di “moduli”, “riflessi”, “visioni” che prendono vita da modalità e discipline diverse, attraverso un unico procedimento destrutturante. Ma se da una parte si fa strada il concetto di distruzione dell’immagine, dall’altra si intende mettere alla prova la volontà di costruzione, di forgiare continuamente la materia, di costruire “nuove visioni” della rappresentazione del corpo o dei corpi in relazione tra di essi e in relazione al tempo e al luogo della scena, sovvertendone le regole.
FATE PRESTO si compone di tre moduli/riflessi, Dancing, Stand clear of the closing doors, Conferenza Heavy Metal, che verranno presentati durante tre giornate attraverso un processo di addizione (primo giorno Dancing; secondo giorno Dancing + Stand clear of the closing doors; terzo giorno Dancing + Stand clear of the closing doors + Conferenza Heavy Metal).

Dancing è una coreografia in forma di duetto con protagoniste Luisa Cortesi e Marina Giovannini. Nel rapporto tra le danzatrici e sul senso stesso del concetto di danza si muove l’indagine e la domanda su cui si fonda il lavoro. Nel momento della realizzazione sembra che le danzatrici si allontanino dalla propria singolarità e autorialità per essere una sorta di cassa toracica con due polmoni. Un’immagine che si completa per composizione, interazione, riflesso e assorbimento.

Stand clear of the closing doors, “residenza coreografica”, vede il coinvolgimento di dieci interpreti, coordinati dalla danzatrice Lucreazia Palandri, e si concentra sull’idea di partecipazione all’azione scenica e di contatto fra i corpi dei danzatori. Una collisione attiva, che spinge il corpo dell’uno verso quello dell’altro, come accade nel “pogo” dei rave o dei concerti punk e metal. In quel tipo di esperienza si dichiara l’appartenenza a un gruppo e si può attivare un rito sociale di rottura.

La Conferenza Heavy Metal, tenuta dal giovane artista fiorentino Emiliano Cammarota, attraverso una sorta di dj-set accompagna all’ascolto e alla fruizione del genere musicale. Il pubblico è invitato all’ascolto e ha a disposizione lo spazio performativo come pista danzante, come luogo di ballo collettivo e condivisione della musica. Il “palco” diventa una pista da ballo specchiante e gli spettatori possono diventare i protagonisti dello spettacolo.

Il progetto è concepito come un processo creativo vivo. Iniziato a gennaio negli spazi di CANGO Cantieri Goldonetta a Firenze e del Teatro Era di Pontedera, dopo Fabbrica Europa proseguirà in strutture e festival internazionali, nella visione di un percorso di coinvolgimento di artisti sempre nuovi, coordinati dal nucleo di base Barzagli/Cortesi.

Durante la prima programmazione di FATE PRESTO sarà presentato il lavoro delle artiste, Nataly Arancio e Manuela Menici.
Massimo Barzagli, Luisa Cortesi, Marina Giovannini

 

INFO: Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee
Tel. 055 2638480 / 055 2480515
info@fabbricaeuropa.netwww.fabbricaeuropa.net

Fonte: Ufficio Stampa

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