Cultura Sagre e Feste Firenze

giovedì 21 Novembre 2013

Serata in ricordo dell’Universale d’Essai. Curioso evento con i protagonisti del mitico cinema

 

Nel centro della città di Firenze, alla metà degli anni Sessanta, c’erano oltre 50 cinema, oggi ridotti a 2.

 

Nel quartiere del Pignone, fuori porta San Frediano, le sale erano ben 2, tante per un rione lungo, in linea d’aria, meno di 4 km.

 

Tra queste sale la principale era l’Universale, che oltre ad offrire una buona programmazione cinematografica, offriva altri spettacoli con protagonisti gli stessi spettatori che venivano presi dalle varie pellicole proiettate in maniera molto ma molto particolare.

 

Tutte queste particolarità di un cinema entrato nella storia di Firenze sono state raccontate prima nel libro omonimo di Matteo Poggi, scrittore e storico fiorentino a tempo perduto, ma di professione vigile urbano a Firenze, e poi nel documentario, che tanti premi ha vinto, tratto dal libro stesso.

 

Ora a distanza di anni Matteo Poggi ritorna a scrivere di questa storica sala cinematografica pubblicando il libro “Spoon River dell’Universale” e creando, in occasione della presentazione pubblica, un evento particolare quanto innovativo, organizzato assieme all’Associazione Navicellai, agli Amici del Teatro del Cestello e all’Associazione Rondinella del Torrino.

 

L’evento è stato presentato questa mattina (martedì 19 novembre) durante una conferenza stampa svoltasi al Teatro di Cestello alla quale ha preso parte il Presidente del Consiglio Comunale Eugenio Giani, l’autore del libro, Matteo Poggi, Giancarlo Pellegrini programmista dell’Universale, Roberto Ciulli, presidente dell’Associazione Rondinella del Torrino,

Rosario Campisi presidente del Teatro del Cestello.

 

La serata in ricordo del Cinema Universale d’Essai si terrà giovedì prossimo, 21 novembre alle 19.15, al Teatro del Cestello e poi al Circolo della Rondinella, dove dopo un apericena, a prezzo popolare, come era il biglietto de l’Universale, sarà proiettato il documentario sul Cinema Universale.

 

Il palco dello storico teatro d’Oltrarno sarà calcato dalle persone che nei fatti hanno costruito l’epopea del Cinema Universale: il programmista Giancarlo Pellegrini, il proiezionista Marco Bina, la maschera Romanone, la cassiera Graziella Giannoni, che per la prima volta dal vivo, e in un teatro, cosa strana per un cinema, racconteranno le loro esperienze, e risponderanno alle domande del pubblico.

 

Serata che sarà moderata dal giornalista Franco Mariani del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici.

 

Sul palco, in una speciale quanto fantasiosa rappresentazione scenica-teatrale, curata  registicamente da Francesco Bartoli, si alterneranno anche alcuni ex clienti fissi dell’Universale che racconteranno i loro trascorsi nella sala di via pisana, rallegrando, alla maniera tipica di quella sala, la serata.

 

A tutti i partecipanti alla serata verrà fatto omaggio di una riproduzione fedele di un programma pieghevole del Cinema Universale.

 

Il Presidente del Consiglio Comunale Eugenio Giani, durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina al Teatro di Cestello, ha ricordato come “il Cinema Universale  rappresenta un riferimento nella storia culturale e sociale di Firenze, perché era il cinema che ha avvicinato tanti giovani, e in generale tante persone, ad un modo di vivere l’evento con quello spirito popolare tipico di San Frediano, tipico dell’Oltrarno, il quartiere più autentico di Firenze. Io penso che sia molto bello rievocare attraverso una serata, come hanno organizzato per giovedì prossimo gli amici dei Navicellai, del Torrino e del Cestello, per ricordare quei momenti a cui tutti noi siamo attaccati. Ricordo l’Universale come il luogo in cui noi ragazzi venivamo, tra i chewingum che venivano lanciati, tra l’eco e l’urlo dalla sala che accompagnavano le varie scene del film sullo schermo, e che davano allo spettacolo il senso di una partecipazione popolare in cui ci ritrovavamo. Sentivamo una sorta di personalizzazione del luogo. La fortuna de l’Universale è stato proprio quello di rappresentare uno spaccato della storia del cinema nella città di Firenze, ma non solo, un luogo che rappresentava un particolare rapporto tra l’Oltrarno, e il suo modo di essere, e il locale per eccellenza dove si andava al cinema”.

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