Teatro San Miniato

venerdì 28 Febbraio 2025

Serata importante alla mostra di Maurizio Governatori all’Orcio d’oro con lo spettacolo comico La commedia più antica del mondo

Il 28 febbraio 2025, alle ore 21:30, all’Orcio d’oro di San Miniato I sacchi di sabbia e Maurizio Grigò presentano:

“La commedia più antica del mondo
discorso su Gli Acarnesi di Aristofane

de I Sacchi di Sabbia
con la collaborazione di Francesco Morosi

con Massimo Grigò

Scultura Noela Lotti

Produzione I Sacchi di Sabbia in collaborazione con Compagnia Lombardi-Tiezzi
con il sostegno di Mic, Regione Toscana

Gli Acarnesi di Aristofane è la più antica commedia del mondo. Oggi non è più in repertorio, nessuno la mette più in scena, ma il suo dispositivo comico, ripulito dai cascami del tempo, è ancora esplosivo. Con un ghigno rabbioso e idealista, Aristofane costruisce un nuovo mondo: un mondo libero da ingiustizie e ipocrisie, dove non esistono la povertà e la guerra – insomma un’utopia, innescata dalla miccia formidabile dell’eroismo comico, capace di stravolgere, inventare e dominare.
È la storia di Diceopoli, il contadino che, stufo della guerra, stipula con Sparta una pace personale, fondando una sua polis alternativa. A distanza di 2500 anni, la commedia continua a porci delle domande fondamentali: il mondo è marcio? E se sì, si può rifondarlo, immaginarne uno nuovo? Si può essere al tempo stesso grandi umanisti e insolenti, eleganti e osceni, anarchici e civili? Si può amare il proprio pubblico e al tempo stesso insolentirlo beffardamente?

Massimo Grigò, qui calato nei panni di un brillante accademico, proverà a rispondere, nell’unica maniera possibile: continuare ad interrogare questo antico gioiello comico!

Lo spettacolo dà il via ad un progetto su Aristofane, sostenuto da Compagnia Lombardi-Tiezzi e dai festival Inequilibrio e Kilowatt, che culminerà nella messa in scena del Pluto, l’ultima opera del grande commediografo greco.

È forse un piccolo spettacolo, questo, un monologo, ma di quelli che ti fanno capire la necessità del teatro, di quello (ben) recitato, che ti sposta in continuazione in mille luoghi e pensieri, che ti fa “gurdare, ti rende vivo, partecipe e creativo, anche se apparentemente sei seduto e puoi solo ridere e applaudire. Ma ridi tanto e applaudi convinto questo ‘antico’ spettacolo magnifico, a fronte di tante mediocri performance che pretenderebbero di parlare linguaggi contemporanei.
Massimo Marino, Doppiozero, 11 luglio 2022

…battuta dopo battuta emerge la contemporaneità di un testo – figurarsi di questi tempi – che si interroga sul mondo nel quale viviamo, sul nostro modo di essere e di comportarci e anche sul ruolo dell’attore, sul suo rapporto col pubblico, che può scivolare talvolta nell’insolenza pur rimanendo in contatto con esso e senza prenderne le distanze con spocchiosa superiorità. bene, bravi, bis, si direbbe.
Marco Menini, Hystrio, 4/2022

Infatti tra le scelte più significative, la più sorprendente è la ricreazione del linguaggio comico (il testo fluido e potente è di Giovanni Guerrieri): in un contenitore in apparenza serioso ed erede di alte tradizioni, quando meno te lo aspetti, si insinua il neologismo scoppiettante e dà origine a una catena mai banale di invenzioni.

Gilda Tentorio e Elena Scolari, Paneacquaculture.net, 2 novembre 2022

Ne “ La commedia più antica del mondo “ non troviamo il gruppo di attori che di solito conducono il gioco comico spesso in rima della compagnia Toscana ma il convincente Massimo Grigó che, prima di parlarci della commedia in questione “ Gli Acarnesi” di Aristofane, si sofferma sulla diversità di come scaturisce la risata dalla volontà dell’artista e poi sul viso degli spettatori e di come il Comico quando va in profondità in quello che racconta possa produrre un ghigno rabbioso e, nel medesimo tempo, idealista. Ed è così che fa appunto “Gli Acarnesi” di Aristofane mettendo in scena la storia di Diceopoli, il contadino che, stufo della guerra, stipula con Sparta una pace personale, fondando una sua Polis alternativa. A distanza di 2500 anni, la Commedia continua a porci, ridendo e sbeffeggiando, delle domande fondamentali, ancora oggi con la guerra alle nostre porte, sulla stoltezza del genere umano. Ed infatti Aristofane termina la sua commedia con il guerriero Lamaco, favorevole alla guerra, ferito, che si lamenta in stile tragico, mentre l’utopico, Diceopoli, sghignazza a più non posso, felice e decisamente brillo, accompagnato da due ragazze.
Mario Bianchi, Eolo, marzo 2023

Dove: Orcio d’oro via Augusto Conti 48, San Miniato

Sacchi di sabbia – Inequilibrio 2022 – foto di Antonio Ficai

Fonte: Ufficio Stampa

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