Cultura Montelupo Fiorentino

giovedì 24 Ottobre 2013

Prosegue la rassegna cinematografica “Mille e una donna”. Al Cinema Mignon due cortometraggi dedicati al ruolo della donna fra Oriente e Occidente

 

Giovedì 24 ottobre secondo appuntamento della rassegna cinematografica “Mille e una donna”. A partire dalle ore 21.15 presso il Cinema Mignon saranno proiettati, ad ingresso gratuito, due cortometraggi che hanno ancora una volta l’obiettivo di indagare il ruolo della donna fra Oriente e Occidente.

 

Sour la route du paradis (Sulla strada del paradiso)
regia di Uda Beniamina – Marocco-Francia 2011
Durata 43′- versione arabo/francese, sottotitolata in italiano

Il mondo ritratto da questo cortometraggio è quello vissuto da Sarah, emigrata clandestina in Francia insieme al fratello Bilal e alla madre Leila, in attesa di congiungersi al padre che lavora in Inghilterra. I tre vivono nella roulotte di un campo nomade dove campano molti personaggi che la società considera “strani”, ma che manifestano affetto e solidarietà ai due bambini marocchini, soprattutto quando questi vengono cacciati dalla scuola perché irregolari. E’ Sarah quella che soffre di più per l’allontanamento della scuola (divenendo simbolo di tutte quelle donne che non possono fruire di un’educazione), mentre la madre anela solo a raggiungere il marito in Inghilterra, il “paradiso”. Intanto, però, il suo sogno deve passare per un altro paradiso, anzi, il “Paradise”, un locale notturno nel quale è costretta a lavorare per mandare avanti la famiglia.
La regista denuncia così, attraverso gli occhi innocenti e fiduciosi di una bambina, le condizioni di precarietà patite dai figli degli immigrati clandestini.

Uda Benyamina è nata in Marocco nel 1981 e ha studiato recitazione a Parigi, Mosca e New York. Regista soprattutto di cortometraggi per le televisioni francesi, nel 2005 ha fondato l’organizzazione no profit 1000 visages che si propone la diffusione della cultura cinematografica. Fra i suoi numerosi corti: Paris vs banlieu (2006); Taxiphone francaoui (2006); Le clou an chasse un autre (2008); Ma poubelle géante (2011); Le commencement (2011).

 

Soubrasauts (Sobbalzi)
regia di Leyla Bouzid, Tunisia-Francia 2011
durata 22′ – versione araba sottotitolata in italiano

È  il corpo il protagonista assoluto di questo breve ma pregnante film, quel corpo che nelle società musulmane è spesso irrisolto e reca su di sé le contraddizioni della comunità in cui si esprime. Il corpo in questione è quello della giovanissima Amal, un corpo ferito che solo la madre può curare, perché solo lei sa che deve manifestare solidarietà alla figlia pur, al contempo, tenendo nascosti i segni della violenza all’esterno, a quel “fuori” dove la società tunisina finge di essere libera, mentre invece isola nelle maglie del perbenismo gli individui che non si conformano al giudizio imperante. Alla fine la solidarietà tra donne prevale e la loro gita al mare segna il cammino verso l’emancipazione dal giudizio degli altri.

Leyla Bouzid (Tunisia 1984), figlia d’arte (il padre Nouri è uno dei registi tunisini più noti) ha studiato letteratura a Parigi, per poi passare al cinema prima come assistente regista e poi alla direzione di corti, come Sbeh el Khir (2006), Bonjour (2008), La tête qu’elle veut (2010); Condamnations (2010); Un ange passe (2011). E’ molto attiva nell’Associazione dei Giovani registi Tunisini.

Soubresauts ha vinto il premio speciale per il talento emergente conferito nel 2013 dal Birds Eye View Film Festival di Londra.

 

“Le registe arabe e iraniane contrappongono immagini vere agli stereotipi perpetuati su di loro in tante storie narrate da altri. Ciò non significa che rifiutino di narrare i problemi e le sfide che le donne delle loro regioni debbono superare quotidianamente, né che evitino il crudo realismo del cinema impegnato. Ma lo fanno a loro modo, spesso rivestendo di poesia situazioni scabrose, altre volte abbattendo tabù che raccontano con le tecniche del realismo magico, altre ancora semplicemente fotografando la realtà, senza commenti esotici. I ritratti che esse immortalano sono intensi e problematici, le tematiche attuali e vibranti, lo sguardo all’interno delle loro società profondo e pungente.

Questa breve rassegna intende non solo rendere omaggio a alcune di queste artiste, ma, in particolare, offrire nuove prospettive che aiutino a comprendere meglio ciò che sta accadendo dall’altra parte del Mediterraneo allargato”, spiega Anna Vanzan, curatrice della rassegna.

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino

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