Cultura Firenze

da venerdì 8 Novembre 2013 a lunedì 6 Gennaio 2014

Proroga per la mostra dedicata al Gran Principe Ferdinando. Quasi ottocentomila visitatori da fine giugno a novembre

 

Quasi ottocentomila visitatori da fine giugno al 3 novembre scorsi hanno percorso le sale della mostra dedicata al Gran Principe Ferdinando (1663 – 1713) con evidente curiosità, stupore e soddisfazione nei confronti delle ricche e raffinate collezioni di uno degli ultimi rappresentanti della famiglia Medici che aveva evidentemente ereditato dai suoi grandi predecessori di epoca rinascimentale la sensibilità per l’arte, la cultura e la musica.

Insieme a questo successo di pubblico, quello unanime della critica specialistica e della stampa in genere, hanno convinto la Direzione della Galleria degli Uffizi con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze a prorogare la mostra fino al 6 gennaio 2014.

 

Figura di spicco allo scadere del Seicento, Ferdinando si distinse proprio per l’amore per la cultura nel senso più pieno del termine: i suoi interessi collezionistici e mecenatizi si svilupparono in parallelo, e ben presto, a quelli per il teatro, per la musica, per la scienza, facendo del giovane delfino un vero  e proprio faro nella Firenze del tempo.

La mostra che la Galleria degli Uffizi gli dedica – “una immersione nell’arte, nel gusto, nella curiosità e nel capriccio di un’intera epoca” (Cristina Acidini) – vuole rendere omaggio a questa straordinaria personalità,  eclettica e articolata, presentandone le caratteristiche salienti in merito al collezionismo artistico ma anche alla passione per lo spettacolo.

Le prime sezioni, una delle quali iconografica, dedicata all’immagine del principe, illustrano gli interessi giovanili per la musica e per il teatro e i luoghi di tale interesse, soprattutto la villa di Pratolino, palcoscenico ideale per gli ozi e i divertimenti del principe. Una sezione è poi dedicata alle nozze del principe con Violante Beatrice di Baviera, alle cerimonie fiorentine del tempo, ai lavori di adattamento della reggia di Pitti che subì un massiccio restauro documentato in mostra da disegni e altre memorie.

Nelle sale successive, dedicate alla prima fase del collezionismo artistico di Ferdinando, sono presentati quei pittori graditi al giovane principe, soprattutto fiorentini o naturalizzati tali.

Due settori nei quali il principe si distinse con particolare incisività, furono la natura morta e la scultura. Nel primo Ferdinando mostrò un gusto decisamente scelto, individuando in Bartolomeo Bimbi il grande artista locale, quello che meglio di altri poteva ben rappresentare la corrente più moderna, compiutamente barocca, di questo filone artistico. Al contempo, grazie a una fitta rete di consulenti, il principe tenne d’occhio il mercato ‘straniero’, peninsulare come europeo, tra questi:  il napoletano Giuseppe Recco, Munari, Fardella, Crespi, Campidoglio, Tamm e tanti altri che sono presenti in mostra. Nel campo della scultura Ferdinando protesse i maestri locali, quelli formatisi a Roma all’Accademia medicea, privilegiando Giuseppe Piamontini, Giovan Battista Foggini, Balthasar Permoser e Massimiliano Soldani Benzi che produssero per il Delfino alcuni dei loro capolavori, la maggior parte dei quali sarà visibile insieme, per la prima volta, nelle sale della mostra.

Un altro aspetto che l’esposizione degli Uffizi evidenzia è quello del collezionismo di opere antiche da parte del principe: è’ grazie a Ferdinando, infatti, che oggi possiamo ammirare nei musei fiorentini, agli Uffizi come a Pitti, opere quali la ‘Madonna dal collo lungo’ del Parmigianino, la ‘Madonna delle arpie’ di Andrea del Sarto, la ‘Pala Farnese’ di Annibale Carracci, la ‘Visione di Margherita da Cortona’ – queste due presenti in mostra anche per la generosità al prestito della Galleria Palatina di Pitti – ma anche altre quali la ‘Pala Dei’ di Raffaello, il ‘Martirio di Santa Caterina’ di Riminaldi, la ‘Discesa di Cristo dalla croce’ di Cigoli e tante altre.

Accanto a queste opere spesso monumentali, fatte oggetto di spericolati ‘restauri’ e ampliamenti, Ferdinando sviluppò anche altri filoni collezionistici. Ad esempio, nella villa del Poggio a Caiano dette vita, sul finire del XVII secolo, a un ‘gabinetto di opere in piccolo’ nel quale fece confluire dipinti di ridotte dimensioni (non dovevano superare una certa misura) riempiendo le pareti dal pavimento al soffitto, esemplificando così, in maniera quanto mai originale, scuole, maestri e tecniche pittoriche varie e articolate: in mostra, il ‘gabinetto’ del Poggio è ricostruito e due pareti di questo vedranno rialloggiati i dipinti nella sistemazione voluta dal Principe.

Allo scadere del Seicento, tuttavia, le preferenze artistiche di Ferdinando variano sensibilmente e si indirizzano verso le grandi scuole che non siano la toscana: sono gli anni della scoperta di maestri quali Sebastiano Ricci e il nipote Marco, Giuseppe Maria Crespi, Alessandro Magnasco, Anton Francesco Peruzzini, Niccolò Cassana, Rosa da Tivoli, Francesco Trevisani, molti dei quali presenti a Firenze, invitati dal principe, attentissimo alle novità in campo figurativo, nonostante il declino psico-fisico che segna gli ultimi anni di vita, caratterizzati da un invecchiamento precoce ed inesorabile.

La mostra si conclude con una sezione dedicata a questi anni finali, e trova nei disegni preparatori del Foggini per un non realizzato monumento celebrativo e nelle medaglie di Antonio Selvi il suo congedo, assieme a ritratti altre testimonianze, corollario di una biografia ‘per oggetti’ che si spera faccia conoscere meglio questa eccelsa personalità, nodale nell’arricchimento del patrimonio artistico di Firenze.

La mostra, a cura di Riccardo Spinelli come il catalogo edito da Giunti , è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico  e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria degli Uffizi, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

 

 

Fonte: Ufficio Stampa

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