Teatro Spettacoli Firenze
da venerdì 9 Maggio 2014 a sabato 10 Maggio 2014
Prende il via la XXI edizione di Fabbrica Europa con la danze e il teatro di Serbia e Slovenia
Prende il via la XXI edizione di Fabbrica Europa con due prime nazionali imperdibili: il Teatro Nazionale Serbo di Novi Sad con “Il Gabbiano” per la regia di Tomi Janežič e lo Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana con “Maledetto sia il traditore della sua patria!”, regia di Oliver Frljić.
Per la danza, invece, Francesca Foscarini porta in scena in versione site specific “Gut Gift” della coreografa israeliana Yasmeen Godder; Samuele Cardini e Monica Baroni sono protagonisti di “A+E”.
9, 10 maggio ore 19.00 e 11 maggio ore 16.00
Stazione Leopolda (via Fratelli Rosselli 5)
TEATRO NAZIONALE SERBO (Novi Sad)
IL GABBIANO
Prima Nazionale
Da Anton Pavlovich Cechov
Direzione, regia, allestimento e luci: Tomi Janežič – Drammaturgia: Katja Legin
Costumi: Marina Sremac – Assistente costumi: Snežana Horvat
Compositore: Isidora Žebeljan – Suono: Tomaž Grom
Assistente allestimento: Željko Piškorić – Assistente alla regia: Dušan Mamula e Dimitrije Dinić
Regia ed editing del film: Tomi Janežič – Collaborazione per l’editing: Brane Klašnja
Riprese: Srđan Đurić – Suono: Uroš Stojnić – Tecnici luci: Miroslav Čeman, Marko Radanović
Poster design: Tomi Janežič, Katja Legin, Srđan Đurić – Produttore: Elizabeta Fabri
Sound master: Dušan Jovanović – Registrazione musiche: Zoran Marinković
Cast: Jasna Đuričić, Filip Đurić, Dušan Jakišić, Milica Janevski, Deneš Debrei, Draginja Voganjac,
Ivana Vuković, Boris Liješević, Boris Isaković, Dimitrije Dinić, Jovan Živanović, Milica Trifunović, Tijana Marković, Dušan Mamula
Musicisti: Aleksandar Ružičić (flauti), Borislav Čičovački (oboe)
Quattro atti, ma anche quattro spettacoli in sé compiuti, che danno vita a una maratona teatrale in cui possiamo vedere gli attori come persone alle prese con la loro vita, le loro relazioni, i loro errori, i loro tentativi. Così, con il passare delle ore, lo spettacolo cresce di fronte agli occhi degli spettatori, a cui nulla viene celato, e i protagonisti diventano veri personaggi di un dramma.
“Gli spettacoli teatrali possono essere brutti, belli, talvolta appassionanti, ma raramente diventano qualcosa che possiamo chiamare un’esperienza unica”. Con queste parole il critico teatrale Bojan Munjin descrive lo straordinario allestimento de Il Gabbiano per la regia di Tomi Janežič, definito “il Peter Brook slavo”, “l’autore dell’opera perfetta”, “un Mozart del teatro contemporaneo”.
Un’esperienza unica non soltanto per la complessità dello spettacolo (oltre 30 elementi, tra attori e tecnici) o per la sua durata (oltre 6 ore) ma soprattutto per la sua costruzione drammaturgica.
Questo Gabbiano è il risultato di un processo creativo lungo 16 mesi che il regista sloveno ha condotto all’insegna del concept “no acting, please”, modulandolo sulle esperienze personali del cast e dei partecipanti. L’interpretazione di Cechov, l’analisi del testo, è avvenuta attraverso un lavoro pratico di azione nello spazio durante il quale sono stati utilizzati diversi approcci recitativi e tecniche di psicodramma.
Biglietti: euro 20 / 15
Durata 6 ore e 30 minuti, con tre intervalli.
IN LINGUA ORIGINALE CON TRADUZIONE SIMULTANEA IN CUFFIA.
10 e 11 maggio ore 21
Teatro Cantiere Florida (via Pisana 111r)
SLOVENSKO MLADINSKO GLEDALIŠČE (Lubiana)
MALEDETTO SIA IL TRADITORE DELLA SUA PATRIA!
Prima Nazionale
Regia, allestimento, costumi e selezione musicale: Oliver Frljić
Con: Primož Bezjak, Olga Grad, Uroš Kaurin, Boris Kos, Uroš Maček, Draga Potočnjak, Matej Recer, Romana Šalehar, Dario Varga, Matija Vastl
Assistente alla regia e consulente movimenti: Matjaž Farič
Testo (basato sulle improvvisazioni degli attori): Oliver Frljić
Drammaturgia: Borut Šeparović, Tomaž Toporišič
Disegno luci: Oliver Frljić, Tomaž Štrucl – Suono: Silvo Zupančič – Stage manager: Urša Červ
Maledetto sia il traditore della sua patria! della compagnia Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana (Slovenia), nasce da un progetto originale di Oliver Frljić che cura anche testo (basato sulle improvvisazioni degli attori) e regia.
Frljić, uno dei drammaturghi più interessanti della scena contemporanea, considerato un enfant terrible, è stato anche definito “la Sarah Kane dei Balcani”.
Per la prima volta in Italia, Oliver Frljić ci propone una pièce che denota una profonda ricerca drammaturgica. Affronta radicalmente e con incisività i temi dell’amore e dell’odio verso il teatro, consegnando gli attori, così come gli spettatori, a un groviglio di pazzia e dolore. Gli attori danno vita a un’aspra, inquietante, a tratti anche sconvolgente, performance, servendosi del periodo della guerra e dei traumi politici per porre domande universali sui confini di libertà artistica e sociale, responsabilità individuale e collettiva, tolleranza e stereotipi.
La struttura teatrale si fonda sulle storie originate dal processo di disgregazione della ex Jugoslavia. Il titolo richiama l’ultimo verso dell’inno nazionale di un paese ormai defunto.
Lo spettacolo, premiato per il coraggio nello sviluppo del genere ‘Teatro politico’ all’International Festival on New Theatre di Omsk (Russia), riceve un premio come miglior creazione collettiva, oltre che per il miglior attore giovane, Uroš Kaurin, al Maribor Theatre Festival in Slovenia.
Biglietti: euro 15 / 12
Durata 75 minuti.
IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO.
INCONTRO > sabato 10 maggio h 17.00, STAZIONE LEOPOLDA
GIORGIO URSINI URŠIC
Il Novecento dei Balcani è stato il tempo delle ripartenze. Ed è sintomatico che quel secolo breve lì davanti all’Adriatico (una specie di lago interno della nostra memoria storica) sia cominciato e finito a Sarajevo: un colpo di pistola che si è trasformato in un lungo ciclo di drammatiche guerre. Questo è stato il Novecento! Il secolo delle ripartenze perché dopo lo sparo di Sarajevo che fece rotolare il mondo nel primo conflitto globale, l’Occidente ha provato a ricominciare da capo, finendo però– sempre – invischiato negli orrori, nei conflitti, nelle differenze non più componibili.
Fino all’ultima guerra, quella che ha spezzato l’illusione del socialismo irregolare e che molti hanno letto come l’atto finale della disgregazione iniziata con la caduta dell’impero asburgico. E da lì siamo dovuti ripartire: dalla rovina sanguinosa delle illusioni: tanto quella aristocratico/illuminata dell’Impero quanto quella popolare/burocratica di Tito.
Ripartenze: ecco la parola chiave della lezione che oggi ci arriva dalla ex-Jugoslavia.
Incontro in collaborazione con Oxfam Italia.
Ingresso libero.
9, 10 maggio ore 18.30 > Sala Vetrate / Le Murate(piazza delle Murate)
FRANCESCA FOSCARINI / YASMEEN GODDER
GUT GIFT _ Versione site specific
Coreografia: Yasmeen Godder – Creato e interpretato da: Francesca Foscarini
Drammaturgia: Itzik Giuli – Accompagnamento alla ricerca: Dalia Chaimsky – Musica: Hajasch
Sound Design: Tomer Rosenthal – Disegno Luci: Rocco Giansante – Cura della tecnica: Matteo Fantoni
Costumi: Michal Bassad – Immagini e video: Matteo Maffesanti – Comunicazione: Silvia Albanese
Alcuni materiali per questo lavoro sono stati sviluppati con Dalia Chaimsky nella creazione Storm and Come
Prodotto da: Fondazione Musica per Roma, Premio Equilibrio Roma 2013 per l’interprete
Coprodotto da: Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis (F), Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa (I), Yasmeen Godder Studio, Jaffa Tel-Aviv (IL)
Con il sostegno di: Uovo e Next Laboratorio per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo 2013; Ufficio Culturale, Ambasciata di Israele – In collaborazione con: VAN associazione culturale
Francesca Foscarini vince come miglior interprete il Premio Equilibrio 2013 che le consente di scegliere un coreografo internazionale per la creazione di un nuovo solo. Nasce così la collaborazione con Yasmeen Godder.La coreografa israeliana decide di lavorare sulle peculiarità interpretative a partire da una serie di processi performativi e fisici che non emergono necessariamente dal corpo e dalla psiche di Francesca Foscarini. Nella ricerca di un processo personale la coreografia, utilizzando un linguaggio appreso, gioca a svestire un personaggio socialmente consapevole per metterne a nudo gli impulsi istintivi animali, o primordiali. Queste due forze trainanti interne all’opera ci beffano, giocando con la nostra percezione di ciò che è autentico e vero della ricerca. Il processo di sviscerare la propria parte animale è un modo per accedere a un altro livello di consapevolezza? O si tratta piuttosto di un’esplorazione fisica che spera di creare un particolare effetto sul pubblico? In che modo lo sguardo del pubblico accresce, nutre, blocca o promuove le trasformazioni della performer? E come il corpo poetico della performer va a incarnare alcuni stereotipi femminili, spaziando dall’ipersensibile, all’emozionalmente carico, al primitivo e viscerale?
posti limitati, prenotazione obbligatoria, Info: 055 2638480
Durata: 25 minuti
10, 11 maggio ore 22 > Ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti(Via Sant’Agostino 23)
SAMUELE CARDINI – MONICA BARONI / L’O.fficina
A + E
Ideazione: Samuele Cardini – Coreografia e danza: Monica Baroni e Samuele Cardini
Rielaborazione musicale: Samuele Cardini – Disegno luci: Gabriele Termine – Tecnica: Lorenzo Pazzagli
Produzione: L’Officina – In collaborazione con Luce Attiva; Teatro Cantiere Florida/FLOW residenze creative
Un lavoro ispirato a una sezione di scatti fotografici di Duane Michals, “Il Paradiso Perduto”. L’alternanza di sei fotogrammi, riporta in un tempo non definito due figure, un Adamo e un’Eva che, sradicati dal Paradiso, abbandonano le loro “Vesti di Luce”, scoprendosi fragili e consapevoli. La dualità è accentuata dal bianco e dal nero, simbolicamente opposti e allo stesso tempo compatibili, come il lavoro coreografico che, attraverso il corpo, racconta degli opposti che ricercano un’unità rintracciabile e recuperabile solo nel ricordo. Bene e male, uomo e donna, moto e stasi, ascesa e declino, opposti che trovano il loro equilibrio in un ciclico e naturale passaggio gli uni negli altri, lasciando traccia nelle memorie. Perse in uno spazio-tempo che sentono non appartenergli, le due figure rievocano un passato, rivivono dei flashback che li riconducono all’origine, all’essenza, a quell’Eden dove diverso e uguale perdono il loro senso, dove la nudità è sinonimo di neutralità. (Samuele Cardini)
posti limitati, prenotazione obbligatoria, Info: 055 2638480
Durata: 45 minuti
INFO: Tel. 055 2638480 / 055 2480515
Fondazione Fabbrica Europa
info@fabbricaeuropa.net – www.fabbricaeuropa.net
Fonte: Ufficio StampaEventi simili
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