Cultura Lucca

domenica 24 Novembre 2013

Peter Greenway torna in città. Il regista all’auditorium San Micheletto per una ‘lecture’ e per presentare l’installazione “The Towers/Lucca hubris”

 

Di nuovo a Lucca, di nuovo per un evento da tutto esaurito. È Peter Greenaway l’ospite d’eccezione di questo autunno lucchese, il regista gallese che sta portando Lucca nel mondo con la sua video installazione “The Towers/Lucca hubris”, commissionata e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e già proiettata sulla facciata della Chiesa di San Francesco a fine settembre scorso. E Greenaway torna a Lucca proprio grazie alla Fondazione con un doppio appuntamento fissato per domenica prossima, 24 novembre. Un’intera giornata dedicata a lui e alla sua arte, che avrà come protagonista il grande maestro, vero personaggio di spicco della scena cinematografica mondiale.

Alle 15 nell’auditorium di San Micheletto il regista terrà una lecture dal titolo “O morte, dov’è il tuo dardo?”: l’iniziativa sarà aperta al pubblico e Greenaway si avvarrà di una traduzione simultanea che permetterà a tutti di seguire l’incontro, vero e proprio evento dedicato alla città. Più tardi, alle 17,30 nella chiesa di San Franceschetto verrà inaugurata la nuova versione della videoinstallazione “The Towers/Lucca hubris”, che troverà casa all’interno di Photolux Festival, in esposizione fino al 10 dicembre.

Dopo il successo della video proiezione sulla facciata della Chiesa di San Francesco, riadattata per l’occasione a vero e proprio schermo cinematografico, Greenaway torna a Lucca per parlare del suo cinema, del suo modo di intendere l’arte e la qualità dei suoi lavori, che mischiano insieme la tecnica del digitale, la pittura, la fotografia, il cinema, la storia, la filosofia, il teatro e la danza. E un filo conduttore, presente anche in “The Towers/Lucca hubris”, che ci ricorda come tutti noi, ricchi o poveri, siamo comunque destinati a morire. E siamo comunque uguali di fronte alla morte. Proprio questo sarà il tema della lecture, indagato, sviscerato e rielaborato da Greenaway attraverso le sue opere e la sua genialità. Il filtro particolare e tutto personale con cui il regista legge il passato e interpreta l’attualità.

Fonte: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

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