Teatro

da mercoledì 31 Luglio 2024 a sabato 3 Agosto 2024

Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere la XII edizione a San Gimignano

Teatro, danza, musica, incontri, performance, installazioni all’ombra delle Torri. Torna “Orizzonti Verticali – Arti sceniche in cantiere” edizione 2024, da mercoledì 31 luglio a sabato 3 agosto in vari luoghi di San Gimignano (Siena).

La direzione artistica del festival è di Patrizia de Bari e Tuccio Guicciardini. L’organizzazione è curata dalla compagnia Giardino Chiuso e Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee. Con il contributo di Regione Toscana e Comune di San Gimignano – Assessorato alla Cultura, nell’ambito della manifestazione “Accade d’Estate 2024”

«La XII edizione di Orizzonti Verticali – dichiarano Tuccio Guicciardini e Patrizia de Bari – apre nuovamente gli spazi di San Gimignano al teatro, danza, musica e performance contemporanei, che diventano palcoscenici naturali, peculiari e creativi. Fin dalla sua nascita il festival rivolge lo sguardo alle nuove forme d’arte in dialogo con la propria genesi, la propria storia. La concentrazione in pochi giorni delle proposte costringe gli artisti, la critica e il pubblico in un contatto molto stretto, condizione che alimenta quella dialettica necessaria ad una crescita intellettuale collettiva, sicuramente propositiva. L’immagine di Orizzonti Verticali quest’anno vede la città e le sue radici. Radici che non vanno assolutamente dimenticate anche se “invisibili agli occhi”. Sono proprio loro che reggono e amplificano i nostri pensieri. Sono le nostre radici che renderanno più solide le costruzioni orizzontali, più alte e più maestose le verticalità. Il percorso progettuale quindi si rinnova ulteriormente, cercando di dare un senso sempre più concreto al nostro sforzo artistico. L’obiettivo, per gli anni futuri, sarà quello di continuare la costruzione, in cantiere fin dalla nascita di Orizzonti Verticali, di questa cittadella della cultura, un ampio palcoscenico dove i vari linguaggi dell’arte scenica si incontrano, dalla tradizione alla ricerca contemporanea, riposizionando la creazione e la produzione artistica nel suo ruolo sociale più nobile. I tempi che stiamo vivendo sono in una mutazione vorticosa e, forse, poco prevedibile. La perdita continua delle professionalità nel nostro settore, e le nefaste tendenze politiche attuali relative allo spettacolo dal vivo, scombinano le certezze e minano le nostre radici come un fertilizzante velenoso, inaridendo la menti artistiche e i processi creativi per la realizzazione delle opere d’arte. Quindi l’individuazione di un luogo adatto e confortevole dove coltivare i pensieri, critici e artistici, diventa una priorità necessaria alla germogliazione delle idee e delle utopie. Perché, questo è innegabile: “Il teatro è un modo di conoscere il mondo con forze non solo razionali, ma anche emozionali. È il luogo delle contraddizioni: e dove c’è contraddizione c’è vita, c’è dialogo e si costruiscono le utopie”. (Roberto Guicciardini)».

Programma

Mercoledì 31 luglio
Il festival si apre il 31 luglio alle ore 18 al Bar Le Torri di Piazza Duomo con la performance VIS À VIS della compagnia Egribianco, interpreti Gianna Bassan e Vincenzo Criniti.
È un lavoro urbano che si svolge per strada e per questo è fruibile da tutto il pubblico, l’argomento trattato è molto semplice: una coppia seduta al bar che si confonde con gli altri avventori. Ad un certo punto qualcosa scatta e la performance ha inizio. “Questo è sorprendente –racconta il coreografo Raphael Bianco – e ci piace proporre Vis a vis perché è un modo diverso di accostare il pubblico, di stare insieme al pubblico e soprattutto coinvolgere direttamente. Non vi sono spettatori passivi, ma spettatori all’interno delle dinamiche perché sono seduti al bar insieme ai danzatori. Questo crea una sinergia, un dinamismo molto particolare.” Le note del tango di Astor Piazzolla accompagnano gli umori della coppia che passano dalla rabbia, all’amore, dalla passione, alla complicità. Vis à vis si replica alle 20 alla Rocca di Montestaffoli e il 1 agosto alle ore 11 da Magnino Bistrot – P.tta Filippo Buonaccorsi 5.

Giovedì 1° agosto
In un luogo segreto del borgo, il Sottomondo, va in scena il 1 agosto alle ore 19 ENTANGLEMENT, il lavoro coreografico di Zakuro con Jennifer Lavinia Rosati e Lorenzo di Rocco, vincitore del Premio Twain direzioni Altre 2021 (replica il 2 agosto alle ore 18).
Entanglement nasce dall’indagine di un affascinante concetto appartenente al mondo delle particelle: l’entanglement, quel misterioso fenomeno della meccanica quantistica già definito da Einstein come “un’azione a distanza”, in cui due microparticelle, inizialmente fatte entrare nello stesso stato quantico, possono risultare connesse anche se poste successivamente a grande distanza una dall’altra. Dall’esplorazione di questo micro fenomeno scaturisce una riflessione sul rapporto tra atomo e uomo, intesi come uno la riproduzione in scala dell’altro e l’ipotesi che il fenomeno dell’entanglement possa verificarsi anche nella nostra realtà. Scagliati in una dimensione in cui micro e macro si fondono, due corpi la esplorano, mossi verso un incontro involontario; entrando uno nello spazio intimo dell’altro iniziano a comunicare e, attraverso un incessante contatto, intrecciano i fili di una connessione creando immagini di esperienze passate, presenti o future, attraverso una delle forme più emblematiche del contatto umano, “l’abbraccio”.

Alle 21.15 in Piazza Pecori segue il gruppo teatrale romano Eat the catfish con TRE LIRICHE, spettacolo vincitore del festival Direction under 30 (Gualtieri) del festival Intransito (Genova) e del festival Pillole (Roma). Con la regia e la drammaturgia di Jacopo Neri Tre liriche esplora il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine. Lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale.
I tre attori Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri incarnano le diverse parti di una sola identità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica, quella emotiva, che cerca costantemente di mediare, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nel mondo tutto il carico dionisiaco del dolore. In accordo alla complessità delle tematiche trattate, Tre liriche si serve di linguaggi fortemente ibridi: uno stile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo classico; una partitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo e studio dell’espressività vocale al microfono.

Venerdì 2 agosto
Evento atteso il 2 agosto la prima regionale del concerto dell’Accademia Musicale Chigiana alla Galleria Continua alle ore 21.15:
A MAN IN A ROOM, GAMBLING di Gavin Bryars, protagonisti il Quartetto Nous (formato da Ekaterina Valiulina, Alberto Franchin, Sara Dambruoso, Riccardo Baldizzi), con la partecipazione di Giuseppe Ettorre al contrabbasso e Angelo Romagnoli, voce recitante.
“A Man In A Room, Gambling è una straordinaria scultura sonora, l’invenzione di uno spazio mentale che esiste esclusivamente nella mente dell’ascoltatore. C’è un uomo in una stanza che gioca d’azzardo nella tua testa.” (Adrian Searle, The Guardian).
La composizione del 1992 è una delle opere più rappresentative scritte dal celebre musicista britannico Gavin Bryars su commissione di Artangel, un’organizzazione artistica londinese fondata da Roger Took e diretta dal 1991 da James Lingwood e Michael Morris, che ha commissionato e prodotto una serie di notevoli opere site-specific, oltre a diversi progetti per TV, film, radio e web.
Per la realizzazione Bryars si è avvalso per la parte testuale della collaborazione dello scultore spagnolo Juan Muñoz, che con la sua opera ha indagato la relazione tra artista e spettatore, esprimendo tutta la propria fascinazione per la magia, l’illusionismo, l’ironia, il gusto del paradosso e la finzione nel racconto. L’artista amava autodefinirsi un “narratore” e si è interessato anche alla sceneggiatura e alle arti uditive, specialmente radiofoniche.
Il progetto è stato concepito come una serie di 10 episodi della durata di circa 5 minuti ciascuno, che descrivono diverse strategie impiegate nei giochi di carte. Il testo è intervallato e frammentato dalla musica ed è espresso in modo volutamente tecnico, con una precisione quasi scientifica. Le spiegazioni sembrano formule chimiche o ricette di cucina; gli ascoltatori sentono una voce melliflua che recita le istruzioni, ma per quanto provino a concentrarsi, si dovranno confrontare sempre di più con l’impossibilità di seguirle tanto da finire per esserne spiazzati. L’opera è racchiusa perciò nell’assurdità del tentativo di ricostruire un’esperienza visiva senza l’uso di immagini. Originariamente era destinato ad essere trasmesso radiofonicamente, all’ora della radiocronaca della tarda serata, in dieci distinti appuntamenti.
Ogni segmento inizia con: «Buonasera. Oggi vi insegneremo il tal trucco». Muñoz e Bryars immaginavano un ascoltatore che guidava di notte lungo un’autostrada, confuso da questa curiosità fugace e forse enigmatica. Ascoltando la serie compressa in un’unica sequenza, il senso di irrealtà è accentuato come se il programma stesso fosse un trucco per il quale il suono e il ritmo, sia della parola che della musica, affascinano trascendendo il proprio significato testuale in un assurdo controsenso, un’illusione della sensibilità e del pensiero, un gioco in cui tutte le informazioni vengono fornite ma finiscono in ogni caso per rimanere occulte.

Sabato 3 agosto
Il 3 agosto alle ore 19 nella loggia del Teatro in Piazza Duomo Teatro Studio Krypton presenta BODYSCAPING/Architetture Dinamiche per il Corpo di Massimo Bevilacqua.
BODYSCAPING è un’opera che mixa performance, videoinstallazione e sound design, in cui
viene sperimentato l’utilizzo di tecnologie interattive per creare una partitura drammaturgica in cui il corpo agisce per rileggere paesaggi urbani e naturali.
Partendo da una riflessione sulla radice etimologica comune alle parole “abito” e “abitare”, Bevilacqua si sofferma sulle abitudini e l’identità che la nostra “seconda pelle” comunica attraverso il suo linguaggio e come attraverso questa il nostro essere occupi gli spazi che abitiamo.
Il performer indossa un abito/scultura la cui superficie è esaltata dalla dinamicità delle elaborazioni visuali e, grazie ai sensori di movimento, attiva paesaggi sonori e narrazioni simboliche inusitate. Il corpo con la sua sovrastruttura si espande e si contrae grazie alle sollecitazioni percettive di suono, luce e immagine, dando vita ad un’architettura mutevole e in movimento.
La performance si configura come un live electronics in cui il corpo diventa strumento in dialogo con i quattro musicisti e si sviluppa in 8 quadri, in ognuno dei quali la composizione musicale percorre un ambiente, un paesaggio specifico della città e della natura.
La scena è un’installazione video generata attraverso quella che nella fotografia analogica è definita come tecnica della “doppia esposizione”, in cui il corpo in movimento diventa luogo che abbraccia il paesaggio e si confonde con esso dandogli nuove forme e nuovi ritmi.

Al termine della performance gli artisti incontreranno il pubblico.

Alle ore 21.15 la Rocca di Montestaffoli accoglie l’ultimo appuntamento in calendario: NON TUTTI SANNO CHE… della compagnia di danza Resextensa, con l’ideazione e la coreografia di Elisa Barucchieri. NON TUTTI SANNO CHE… è un racconto, un viaggio, una scoperta, che porta a visitare i meandri complessi, colorati e inaspettati della creazione artistica. Come si arriva a decidere che una cosa vada bene piuttosto che un’altra? come si arriva a dire, “Ecco!!”? Come si inventa, e cosa si combina per arrivare a uno spettacolo compiuto, pronto da presentare al pubblico? Un dietro “le quinte” che permette allo spettatore di scoprire altri aspetti e altri punti di vista, solitamente nascosti. E, nel viaggio, si svelano insegnamenti e aneddoti indimenticabili dei grandi maestri.

Completa il programma del festival l’incontro con Anna Maria Monteverdi dal titolo I NUOVI LINGUAGGI DELLA SCENA, che avrà luogo il 2 agosto alle ore 19 alla Rocca di Montestaffoli.

Dal 31 luglio al 3 agosto dalle ore 11:00 fino alle 2:00 presso la ROCCA DI MONTESTAFFOLI aprirà RISTOV, punto ristoro a cura di Ristorante Leonetto.

ORIZZONTI VERTICALI – Arti sceniche in cantiere
è un progetto di Compagnia Giardino Chiuso e Fondazione Fabbrica Europa nell’ambito del progetto regionale Ente di rilevanza dello spettacolo dal vivo della Regione Toscana con il sostegno della Regione Toscana, Amministrazione Comunale Città di San Gimignano – Assessorato alla Cultura in collaborazione con Accademia Musicale Chigiana e Galleria Continua.

Quest’anno Orizzonti Verticali, accoglie il progetto di formazione BAD – Bottega d’Arte Digitale, di cui Giardino Chiuso è uno dei soggetti promotori, finanziato da Fondazione Monte dei Paschi di Siena nell’ambito dell’attivitá RESET.

CALENDARIO spettacoli e incontri

Mercoledì 31 luglio 2024

h 18:00>18:15 – PERFORMANCE
BAR LE TORRI I Piazza Duomo 10
COMPAGNIA EGRIBIANCODANZA
VIS À VIS
ideazione e coreografia Raphael Bianco
assistente alla coreografia Elena Rolla
produzione Fondazione Egri per la Danza
con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione CRT, TAP – Torino Arti Performative
in collaborazione con Festival Mirabilia
PRIMA REGIONALE

h 20:00>20:15 – PERFORMANCE
RISTOV – Rocca di Montestaffoli
COMPAGNIA EGRIBIANCODANZA
VIS À VIS

Giovedì 01 agosto 2024

h 11:00>11:15 – PERFORMANCE
MAGNINO BISTROT – P.tta Filippo Buonaccorsi 5
COMPAGNIA EGRIBIANCODANZA
VIS À VIS

h 19:00>19:50 – DANZA
SOTTOMONDO – Via di Quercecchio 24
ZAKURO
ENTANGLEMENT
creazione e interpretazione Lorenzo di Rocco, Jennifer Lavinia Rosati
musiche Zack Hemsey
produzione Zakuro, Giardino Chiuso/Orizzonti Verticali, Fondazione Fabbrica Europa/PARC Performing Arts Research Centre
con il sostegno alla produzione di TWAIN Centro di Produzione Danza e PERIFERIE ARTISTICHE – Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio
con il contributo di MiC Ministero della Cultura, Regione Toscana
Vincitore Premio Twain_direzioniAltre 2021
PRIMA REGIONALE

h 21:15>22:15 – TEATRO
PIAZZA PECORI
EAT THE CATFISH
TRE LIRICHE
con Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri
regia e drammaturgia Jacopo Neri
musiche originali Enrico Truffi
produzione Eat the catfish
Vincitore del festival Direction under 30 (Gualtieri), del festival Intransito (Genova) e del festival Pillole (Roma)

Venerdì 02 agosto 2024

h 18:00>18:50 – DANZA
SOTTOMONDO – Via di Quercecchio 24
ZAKURO
ENTANGLEMENT

h 19:00>19:30 – INCONTRO
ROCCA DI MONTESTAFFOLI
ANNA MARIA MONTEVERDI
I NUOVI LINGUAGGI DELLA SCENA

h 21:15>22:15 – MUSICA
GALLERIA CONTINUA – Via del Castello 11
ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA
A MAN IN A ROOM, GAMBLING
QUARTETTO NOÛS
Ekaterina Valiulina violino
Alberto Franchin violino
Sara Dambruoso viola
Riccardo Baldizzi violoncello
e
GIUSEPPE ETTORRE contrabbasso
ANGELO ROMAGNOLI voce recitante
PRIMA REGIONALE

Sabato 03 agosto 2024

h 19:00>19:30 – PERFORMANCE
LOGGIA DEL TEATRO DEI LEGGIERI, Piazza Duomo
TEATRO STUDIO KRYPTON
BODYSCAPING
Architetture dinamiche per il corpo
ideazione e performance Massimo Bevilacqua
suono, sistemi interattivi e live electronics Piero Bindi, Irene Fortunato, Lorenzo Milani e Simone Pistolesi
realizzazione abito/scultura Benedetta Orsoli/Lab.Gallery Studio
progettazione tessuto in maglia Eleonora Vizzi/Linea Più
elaborazioni video Massimo Bevilacqua e Alessio Bianciardi
elementi scenici Loris Giancola
riprese e montaggio video Roberta Isopi e Alice Imbriani
un progetto di Teatro Studio Krypton in collaborazione con Conservatorio L. Cherubini

Al termine della performance gli artisti incontreranno il pubblico

h 21:15>22:15 – DANZA
ROCCA DI MONTESTAFFOLI
RESEXTENSA
NON TUTTI SANNO CHE…
ideazione e direzione Elisa Barucchieri
con ResExtensa Dance Company

Dal 31 luglio al 3 agosto dalle ore 11:00 fino alle 2:00 presso la ROCCA DI MONTESTAFFOLI aprirà RISTOV, punto ristoro a cura di Ristorante Leonetto.

ORIZZONTI VERTICALI – Arti sceniche in cantiere

XII EDIZIONE
SAN GIMIGNANO
31 LUGLIO > 3 AGOSTO 2024

SCHEDE SPETTACOLI

COMPAGNIA EGRIBIANCODANZA
VIS À VIS
ideazione e coreografia Raphael Bianco
danzatori Gianna Bassan e Vincenzo Criniti
assistente alla coreografia Elena Rolla
maitre de ballet Vincenzo Galano
produzione Fondazione Egri per la Danza
con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte,
Fondazione CRT, TAP – Torino Arti Performative
in collaborazione con Festival Mirabilia
PRIMA REGIONALE

Vis à vis è un duo commissionato dal festival Mirabilia. È un lavoro urbano, si svolge per la strada e per questo è fruibile da tutto il pubblico.L’argomento trattato è molto semplice: vi è una coppia seduta al bar che si confonde con gli altri avventori. Poi però qualcosa scatta e si crea una performance dal nulla. Questo è sorprendente -racconta Raphael Bianco- e ci piace farlo perché è un modo diverso di accostare il pubblico, di stare insieme al pubblico e soprattutto perche’ il pubblico viene coinvolto direttamente nella performance. E’ seduto al bar insieme ai due danzatori, e questo crea una sinergia, un dinamismo tutto particolare . Vis a vis ha le note di Astor Piazzolla come sostegno sonoro che favoriscono la fruibilità dell’evento .Il tango è notoriamente una delle musiche più passionali e accompagna in questo caso gli umori di una coppia che vanno dalla rabbia, all’amore, alla passione, alla complicità.
DUO ZAKURO
ENTANGLEMENT
creazione e interpretazione Lorenzo di Rocco, Jennifer Lavinia Rosati
musiche Zack Hemsey
produzione Duo Zakuro, Giardino Chiuso/Orizzonti Verticali, Fondazione Fabbrica Europa/PARC Performing Arts Research Centre
con il sostegno alla produzione di TWAIN Centro di Produzione Danza e PERIFERIE ARTISTICHE – Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio
con il contributo di MiC Ministero della Cultura, Regione Toscana
Vincitore Premio Twain_direzioniAltre 2021
PRIMA REGIONALE

L’idea dello spettacolo nasce dall’indagine di un affascinante concetto appartenente al mondo delle particelle: l’entanglement, quel misterioso fenomeno della meccanica quantistica già definito da Einstein come “un’azione a distanza”, in cui due microparticelle, inizialmente fatte entrare nello stesso stato quantico, possono risultare connesse anche se poste successivamente a grande distanza una dall’altra. Dall’esplorazione di questo fenomeno scaturisce una riflessione sul rapporto tra atomo e uomo, intesi uno come la riproduzione in scala dell’altro, avvalorando dunque l’ipotesi che l’entanglement possa verificarsi anche nella nostra realtà. Gli esseri umani creano costantemente relazioni che influenzano lo status quo emotivo gli uni degli altri, indipendentemente da come sia la relazione, risultando uniti da un legame impercettibile. Un legame infinito, che lascia una traccia indissolubile nel tempo e nello spazio.
In questo periodo scuro sentiamo quanto mai urgente e necessaria la ricerca dell’altro, la ricerca del contatto sia fisico che intellettuale, affinché possano prosperare le idee e percorsi artistici che indagano contaminazioni tra tutte le arti e le scienze. Il nostro lavoro si inserisce proprio in questo contesto, il concetto di entaglement si trova in perfetta sintonia con le difficoltà e i pericoli che la globalizzazione evidenzia. Il pericolo di perdere nuovamente il contatto fisico, di ricreare nuovi confini ancorché virtuali che rinchiudono anziché aprire nuove porte è reale e preoccupante. Da questo punto di vista il percorso che prende in analisi gli intrecci e i “dialoghi” tra particelle diventa affascinante, portandoci in una dimensione “altra” per scandagliare le nostre capacità umane di relazionarsi. Un’eredità quasi romantica, disperatamente alla ricerca di un contatto reale, che cerca di mantenere questa connessione seppur a distanza. Scagliati in una dimensione in cui micro e macro si fondono in una realtà elastica, due corpi la esplorano, mossi verso un incontro involontario. Incontrandosi ed entrando uno nello spazio intimo dell’altro, iniziano a comunicare e, attraverso un incessante contatto, intrecciano i fili di una connessione infinita creando immagini di esperienze passate, presenti o future che, come ologrammi, prendono vita. Danno così origine ad uno scambio di informazioni che consentirà loro di porre le basi per un’interazione possibile a qualsiasi distanza. Indagando lo sviluppo scenico di questo concetto, abbiamo individuato una delle forme più emblematiche del contatto umano, “l’abbraccio”, come flusso di energia in grado di connetterci a livello profondo con il prossimo.
EAT THE CATFISH
TRE LIRICHE
con Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri
regia e drammaturgia Jacopo Neri
musiche originali Enrico Truffi
produzione Eat the catfish
Vincitore del festival Direction under 30 (Gualtieri)
del festival Intransito (Genova) e del festival Pillole (Roma)

Parte di una trilogia avviata nel 2020, quando il contatto umano era pervaso da una minaccia invisibile, Tre liriche esplora il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine. Lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale. Dal punto di vista drammaturgico, i tre attori incarnano le diverse parti di una sola identità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica, quella emotiva, che cerca costantemente di mediarlo, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nel mondo tutto il carico dionisiaco del dolore.
In accordo alla complessità delle tematiche trattate, Tre liriche si serve di linguaggi fortemente ibridi: uno stile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo classico; una partitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo e studio dell’espressività vocale basato sull’uso del microfono.

ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA
A MAN IN A ROOM GAMBLING (1993)

Gavin Bryars
A man in a room, gambling (1993)
per quartetto d’archi, contrabbasso e voce recitante [52’]
testi di Juan Muñoz

QUARTETTO NOÛS
Ekaterina Valiulina violino
Alberto Franchin violino
Sara Dambruoso viola
Riccardo Baldizzi violoncello
e
GIUSEPPE ETTORRE contrabbasso
ANGELO ROMAGNOLI voce recitante
PRIMA REGIONALE

Programma concerto

Programme One (“Bottom dealing”)
Programme Two (“Three Card Trick”)
Programme Three (“Cutting”)
Programme Four (“Shifting upper pack to bottom”)
Programme Five (“Sorting 3 Cards In A Pack”)
Programme Six (“Taking Cards From The Bottom”)
Programme Seven (“Sorting 2 Cards In A Pack”)
Programme Eight (“Getting Rid Of Extra Cards”)
Programme Nine (“Three Card Trick – The Mexican Row”)
Programme Ten (Reprise “Dealing From The Bottom”)

«A Man In A Room, Gambling è una straordinaria scultura sonora, l’invenzione di uno spazio mentale che esiste esclusivamente nella mente dell’ascoltatore. C’è un uomo in una stanza che gioca d’azzardo nella tua testa.»
(Adrian Searle, The Guardian)

La composizione del 1992 A Man in a Room Gambling (Un uomo in una stanza che gioca d’azzardo) per quartetto d’archi ,contrabbasso e voce recitante, è una delle opere più rappresentative scritte dal celebre compositore britannico Gavin Bryars su commissione di Artangel, un’organizzazione artistica con sede a Londra fondata nel 1985 da Roger Took, diretta dal 1991 da James Lingwood e Michael Morris, che ha commissionato e prodotto una serie di notevoli opere site-specific, oltre a diversi progetti per TV, film, radio e web. Per la realizzazione Bryars si è avvalso della collaborazione di Juan Muñoz (1953 – 2001) celebre scultore spagnolo, Premio Nacional de Bellas Artes nel 2000, che con la sua opera ha indagato la relazione tra artista e spettatore esprimendo tutta la propria fascinazione per la magia, l’illusionismo, l’ironia, il gusto del paradosso e la finzione nel racconto. Muñoz amava autodefinirsi un “narratore” e, nella sua poliedrica sensibilità artistica, si è interessato anche alla sceneggiatura e alle arti uditive, specialmente radiofoniche. Il progetto è stato concepito come una serie di 10 episodi della durata di circa 5 minuti ciascuno, che descrivono diverse strategie impiegate nei giochi di carte. Il testo è intervallato e frammentato dalla musica ed è espresso in modo volutamente tecnico, con una precisione quasi scientifica. Le spiegazioni sembrano formule chimiche o ricette di cucina; gli ascoltatori sentono una voce melliflua che recita le istruzioni, ma per quanto provino a concentrarsi, si dovranno confrontare sempre di più con l’impossibilità di seguirle tanto da finire per esserne spiazzati. L’opera è racchiusa perciò nell’assurdità del tentativo di ricostruire un’esperienza visiva senza l’uso di immagini. Originariamente era destinato ad essere trasmesso radiofonicamente, all’ora della radio cronaca della tarda serata, in dieci distinti appuntamenti. Ogni segmento inizia con: «Buonasera. Oggi vi insegneremo il tal trucco». Muñoz e Bryars immaginavano un ascoltatore che guidava di notte lungo un’autostrada, confuso da questa curiosità fugace e forse enigmatica. Ascoltando la serie compressa in un’unica sequenza, il senso di irrealtà è accentuato come se il programma stesso fosse un trucco per il quale il suono e il ritmo, sia della parola che della musica, affascinano trascendendo il proprio significato testuale in un assurdo controsenso, un’illusione della sensibilità e del pensiero, un gioco in cui tutte le informazioni vengono fornite ma finiscono in ogni caso per rimanere occulte. I maghi, del resto, non svelano mai i propri trucchi, né rivelano i loro segreti…

Quartetto Noûs
Noûs (nùs) è un antico termine greco il cui significato è mente e dunque razionalità, ma anche ispirazione e capacità creativa. Il Quartetto Noûs, formatosi nel 2011, si è affermato in poco tempo come una delle realtà musicali più interessanti della sua generazione. Le sue coinvolgenti interpretazioni sono frutto di un percorso formativo nel quale la tradizione italiana si fonde con le più importanti scuole europee. Ha frequentato l’Accademia “Walter Stauffer” di Cremona nella classe del Quartetto di Cremona, la Musik Akademie di Basilea studiando con Rainer Schmidt (Hagen Quartett), l’Escuela Superior de Música “Reina Sofia” di Madrid e l’Accademia Musicale Chigiana di Siena con Günter Pichler (Alban Berg Quartett) e la Musikhochschule di Lubecca con Heime Müller (Artemis Quartett). Nel 2014 è stato selezionato per il progetto ‘Le Dimore del Quartetto’ grazie al quale è vincitore di una borsa di studio per l’anno 2015. Nello stesso anno gli viene inoltre riconosciuta un’importante borsa di studio offerta dalla Fundatión Albeniz di Madrid. Nel 2015 si aggiudica il Premio “Piero Farulli”, assegnato alla migliore formazione cameristica emergente nell’anno in corso, nell’ambito del XXXIV Premio “Franco Abbiati”, il più prestigioso riconoscimento della critica musicale italiana. Riceve inoltre dal Teatro La Fenice di Venezia il Premio “Arthur Rubinstein – Una Vita nella Musica” 2015 … per essersi rivelato una delle formazioni più promettenti della musica da camera italiana ed aver dimostrato, nella sua ancor breve carriera, di saper affrontare la grande letteratura per quartetto in maniera matura, cercando un’interpretazione ragionata e non effimera del repertorio classico-romantico e del Novecento, proseguendo allo stesso tempo una ricerca seria e non episodica anche all’interno dei linguaggi della musica d’oggi. La versatilità e l’originalità interpretativa dell’ensemble si manifestano in tutto il repertorio quartettistico e l’attenzione ai nuovi linguaggi compositivi lo spingono a cimentarsi in performance innovative come suonare a memoria e totalmente al buio. Diverse le collaborazioni con compositori contemporanei e le partecipazioni a progetti trasversali con compagnie teatrali e di danza. Collabora inoltre con rinomati artisti tra cui Tommaso Lonquich, Andrea Lucchesini, Alain Meunier, Giovanni Scaglione, Sonig Tchakerian, Boris Petrushansky, Bruno Canino e Alessandro Taverna. Si esibisce per importanti realtà musicali italiane, tra le quali la Società del Quartetto di Milano, l’Unione Musicale di Torino, gli Amici della Musica di Firenze, Bologna Festival e Musica Insieme di Bologna, la Società del Quartetto di Bergamo, la Società Veneziana di Concerti, l’Associazione Chamber Music di Trieste, l’Associazione Musicale Lucchese, l’Associazione Scarlatti di Napoli, I Concerti del Quirinale a Roma, lo Stradivari Festival di Cremona, il Ravenna Festival, le Settimane Musicali di Stresa. All’estero viene invitato ad esibirsi in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Spagna, Belgio, Canada, Stati Uniti, Cina, Corea e India. Le sue esecuzioni sono state trasmesse da diverse emittenti radiofoniche come Venice Classic Radio, Radio Clásica, RSI e Radio 3. Nel 2013 e nel 2017 è stato quartetto in residence al Festival Ticino Musica di Lugano. Collabora con l’etichetta Warner Classics con la quale pubblica nel 2019 un disco contenente capolavori di Puccini, Boccherini, Verdi e Respighi. Nel 2020 realizza per Brilliant Classics un progetto discografico interamente dedicato ai quartetti della compositrice italiana Silvia Colasanti e nel 2021 inizia per la stessa etichetta l’incisione dell’integrale dei quartetti di Shostakovich.

Giuseppe Ettorre è primo contrabbasso dell’Orchestra e della Filarmonica della Scala, di cui fa parte dal 1987. Ha studiato a Forlì con Leonello Godoli e con Franco Petracchi a Cremona e a Siena, presso l’Accademia Chigiana. Nel 1989 è stato premiato al Concorso “G. Bottesini” di Parma e nel 1991 ha vinto il Concorso Internazionale dell’ARD di Monaco. Tra le molte incisioni si ricorda in particolare il CD Sextet che comprende sedici brani di sua composizione con influenze dal Jazz alla New age. In tale contesto ha suonato in quintetto con Bobby McFerrin e in trio con Stefano Bollani in un concerto con la Filarmonica della Scala e Riccardo Chailly.
In ambito cameristico ha collaborato fra l’altro con il Sestetto dei Berliner Philharmoniker, il Quartetto Borodin, il Quartetto della Scala e il Trio di Parma.
In duo col pianista Pierluigi Di Tella da molti anni propone recital con programmi tratti dal grande repertorio per contrabbasso, ampliato con trascrizioni da opere per altri strumenti.
Fra le varie Orchestre con cui si è esibito come solista, figurano la Filarmonica della Scala, l’Orchestra dell’Arena di Verona, l’Orchestra dei Bayerischer Rundfunk, e l’Orchestra OSPA di Porto Alegre. È docente a Milano presso l’Accademia della Scala e la Scuola
Musicale e tiene masterclasses in Italia e nel mondo. Nel settembre 2017 è stato nominato “Visiting International Teacher” al Conservatorio di Birmingham.
Dal 2016 è docente presso i Corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana di Siena.

TEATRO STUDIO KRYPTON
BODYSCAPING
Architetture dinamiche per il corpo

ideazione e performance Massimo Bevilacqua
suono, sistemi interattivi e live electronics Piero Bindi, Irene Fortunato,
Lorenzo Milani e Simone Pistolesi
realizzazione abito/scultura Benedetta Orsoli/Lab.Gallery Studio
progettazione tessuto in maglia Eleonora Vizzi/Linea Più
elaborazioni video Massimo Bevilacqua e Alessio Bianciardi
elementi scenici Loris Giancola
riprese e montaggio video Roberta Isopi e Alice Imbriani
produzione Teatro Studio Krypton in collaborazione con Conservatorio L. Cherubini
e con la partecipazione di Associazione Culturale Rifugio Digitale

BODYSCAPING/Architetture Dinamiche per il Corpo è un’opera che mixa performance, videoinstallazione e sound design.
Massimo Bevilacqua sperimenta l’utilizzo di tecnologie interattive per creare una partitura drammaturgica in cui il corpo agisce per rileggere paesaggi urbani e naturali.
Partendo da una riflessione sulla radice etimologica comune tra le parole “abito” e “abitare”, l’artista si sofferma sulle abitudini e l’identità che la nostra “seconda pelle” comunica attraverso il suo linguaggio e come attraverso di questa il nostro essere occupi gli spazi che abitiamo.
Il performer utilizza un abito/scultura la cui superficie è esaltata dalla dinamicità delle elaborazioni visuali e, grazie ai sensori di movimento, attiva paesaggi sonori e narrazioni simboliche inusitate. Il corpo con la sua sovrastruttura si espande e si contrae grazie alle sollecitazioni percettive di suono, luce e immagine, dando vita ad un’architettura mutevole e in movimento.
Il progetto sonoro e gli apparati tecnico-interattivi sono realizzati grazie alla collaborazione del Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze che ha permesso di coinvolgere quattro giovani musicisti del corso di Musica Elettronica e Nuove Tecnologie: Lorenzo Milani, Irene Fortunato, Piero Bindi, Simone Pistolesi.
L’opera performativa, che si configura dunque come un live electronics in cui il corpo del performer diventa strumento in dialogo con i quattro giovani esecutori, si sviluppa in 8 quadri, in ognuno dei quali le composizioni musicali percorrono un ambiente, un paesaggio specifico della città e della natura; quei luoghi del vivere quotidiano in cui l’umanità si riversa generando di volta in volta traiettorie e ritmi codificabili. Ecco allora che in un viaggio immaginario in cui si alternano l’attraversamento caotico del traffico urbano, la quiete momentanea di un parco cittadino, i ritmi cadenzati e assordanti di un paesaggio industriale, il movimento oscillatorio e ipnotico di un paesaggio marino, la frenesia e l’attesa di un aeroporto o di una ferrovia, l’atmosfera caleidoscopica e abbacinante di un luna park, la pace e l’irrequietezza di un paesaggio notturno.
La scena è una installazione video generata attraverso quella che nella fotografia analogica è definita come tecnica della “doppia esposizione”, nella quale il corpo in movimento diventa luogo che abbraccia il paesaggio e si confonde con esso dandogli nuove forme e nuovi ritmi.
RESEXTENSA
NON TUTTI SANNO CHE…
ideazione e direzione Elisa Barucchieri
con ResExtensa Dance Company

Non Tutti Sanno Che… è un racconto, un viaggio, una scoperta, che porta a visitare i meandri complessi, colorati e inaspettati della creazione artistica: come si arriva a decidere che una cosa vada bene piuttosto che un’altra? come si arriva a dire, “Ecco!!”? Come si inventa, e cosa si combina per arrivare a uno spettacolo compiuto, pronto da presentare al pubblico? Ecco a voi un dietro “le quinte” che permette allo spettatore di vedere altri aspetti e altri punti di vista, solitamente nascosti. E, nel viaggio, si scopriranno insegnamenti e aneddoti indimenticabili dei grandi maestri.

Fonte: Ufficio Stampa

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