Cultura Monte Argentario

da venerdì 21 Luglio 2023 a domenica 17 Dicembre 2023

Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio. La vita, gli appunti e le immagini

Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio. La vita, gli appunti e le immagini”. Una donna raffinata e straordinaria, colta e mecenate, che nella sua Villa Reale di Marlia (Capannori) a Lucca ha ospitato e portato alla fama i più importanti nomi dell’arte, del teatro e della letteratura del Novecento, da Salvador Dalì a Jean Cocteau a Alberto Moravia.

Ricorrendo il centenario dell’acquisto da parte della famiglia Pecci Blunt della Villa Reale di Marlia, una mostra celebra la figura e l’opera della contessa Mimì Pecci Blunt, il suo eclettismo, l’animo votato al bello e la capacità di vedere e diffondere l’arte, all’estero come in Italia.
La contessa Mimì creò nella sua dimora un circolo artistico e intellettuale dove si riunivano poeti, artisti e musicisti come Djagilev, Dalì, Cocteau, Valery, Poulenc e Claudel, rendendo questa villa lucchese il cuore del mondo e insieme un luogo di grande ispirazione e di stupende amicizie di altissimo livello artistico e intellettuale. Delle sue feste si parla sulle riviste del tempo, come Vogue, che riportano i nomi degli ospiti più illustri. Dai suoi scatti fanno capolino i più grandi nomi della cultura moderna ritratti sul bordo della piscina o impegnati in una danza o durante uno spettacolo in costume nelle numerose feste dedicate all’arte e alla creatività.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte Michela Fovanna per Villa Reale di Marlia, Francesco Cecchetti, assessore alla cultura del Comune di Capannori, Mario Pardini, sindaco di Lucca, Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Roberta Martinelli, presidente dell’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana” e curatrice della mostra, Simonetta Giurlani Pardini, autrice dei testi, Beatrice Speranza, progettista dell’allestimento e Giulia Vannucci, autrice del video ritratto (nella foto allegata).

La mostra è a cura di Roberta Martinelli, le ricerche storiche e i testi sono di Simonetta Giurlani Pardini, il progetto di allestimento è di Beatrice Speranza, il video ritratto è di Giulia Vannucci. L’esposizione è ambientata nella nuova ala della Palazzina dell’Orologio, nella grande cucina al piano terra che era il centro di quelle serate e che per la prima volta viene aperta al pubblico. Documenti della vita di Mimì, come i suoi dischi, le sue riviste, la sua collezione etnografica e i cimeli appartenuti a papa Leone XIII, sono conservati negli spazi del primo piano della palazzina.

La mostra è promossa da Henric e Marina Grönberg, proprietari di Villa Reale di Marlia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dall’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana” e sarà inaugurata venerdì 21 luglio per rimanere aperta fino a domenica 17 dicembre 2023.
Individuando il collegamento ideale e pratico tra i fasti del periodo della Principessa Elisa Bonaparte, proprietaria della villa tra il 1806 e il 1814, e la valorizzazione della villa concepita e realizzata da Mimì, l’associazione ha potuto far emergere la linea di continuità che ha caratterizzato lo straordinario complesso monumentale di Villa Reale di Marlia, segnandone il suo destino di luogo della cultura e dell’arte.
Mimì e Elisa. Mimì, dopo averle restituito l’identità napoleonica acquistando arredi originali del Primo Impero, l’ha utilizzata con lo stesso mecenatismo che aveva contraddistinto la politica di Elisa. Ma questo non è il solo trait-d’union, si potrebbe dire, fra le due donne, dal momento che anche a Parigi entrambe, pur a un secolo di distanza, hanno abitato nello stesso quartiere, ad appena 600 metri di distanza l’una dall’altra.

Cento anni dopo l’acquisto di Villa Reale da parte dei conti Pecci Blunt, si rende così omaggio a Mimì che, con determinazione, convinse il marito Cecil ad acquistarla. Mimì, Anna Laetitia Pecci Blunt, ha lasciato qui, in questo luogo tanto amato, un archivio creato da lei stessa che è una vera e propria autobiografia. A partire dal suo atto di nascita, ritagli di giornali, fotografie, lettere, documenti datati e catalogati, Mimì emerge come protagonista della vita mondana internazionale, ma soprattutto come una mecenate impegnata costantemente nel diffondere le nuove tendenze culturali e nel sostenere le avanguardie artistiche.
Ogni momento della sua vita viene fissato attraverso foto quasi sempre scattate da lei, accompagnate dalla notazione di date, luoghi e nomi dei presenti. Non mancano commenti ironici e acuti che ci fanno capire la sua personalità complessa.

“La Villa Reale di Marlia è uno scrigno di tesori, alcuni già conosciuti, altri svelati negli ultimi anni e chissà quanti altri ancora nascosti – scrivono nel catalogo i proprietari di Villa Reale, Marina e Henric Grönberg –: è costante lo stupore che proviamo grazie alle scoperte che animano le nostre giornate seguendo i lavori di restauro. L’imponente intervento di ripristino di tutto il complesso è partito nel 2014 quando prendemmo in consegna la grande proprietà con i suoi edifici e giardini in condizioni ormai critiche. Dopo anni di incessante lavoro e di cantieri vediamo finalmente i risultati di tanto impegno con la gioia di poter condividere con i visitatori questo grande patrimonio architettonico e paesaggistico italiano di inestimabile valore. Proprio in occasione della prima apertura degli appartamenti restaurati di Elisa Bonaparte Baciocchi, grazie all’Associazione Napoleone ed Elisa da Parigi alla Toscana, abbiamo approfondito la conoscenza di questa principessa straordinaria e appreso le sue abitudini, il suo stile di vita e le sue scelte di arredo nella Villa Reale. Adesso, attraverso questa mostra, siamo in grado di scoprire il mondo di un’altra grande protagonista della storia della proprietà: Mimì, la contessa Anna Laetitia Pecci Blunt, che nel secolo scorso fece vivere a Villa Reale di Marlia anni di gloria, mecenatismo e cultura, tra artisti, scrittori, personaggi famosi. Presentiamo oggi una importante collaborazione con l’associazione napoleonica per far conoscere una nuova ala della Palazzina dell’Orologio, dove cimeli, fotografie e video ci permettono di fare un altro viaggio nella storia, incredibilmente curioso e inaspettato”.

“Questa mostra, dedicata alla contessa Anna Laetitia Pecci Blunt, nota con il nome di Mimì, è il felice esito di due operazioni: il recupero ed il ritorno alla sua originaria bellezza della Villa Reale, condotto con munificenza e lungimiranza dagli attuali proprietari e insieme il percorso culturale incentrato sulla valorizzazione del ruolo e della personalità di Elisa Bonaparte, principessa di Lucca – spiega la curatrice Roberta Martinelli, già direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’isola d’Elba e presidente dell’associazione ‘Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana’ -. Nella strategia di Elisa, indirizzata a trasferire a Lucca il brillante modo di vivere di Parigi, capitale dell’Impero, la villa di Marlia assolveva ad una funzione di assoluta importanza: era il luogo di delizia dove la principessa riuniva la sua corte che in quell’ambiente ameno ed elegante poteva provare le seducenti sensazioni della bellezza realizzata.
Sicuramente era a quelle scene che ha pensato Mimì Pecci Blunt quando, divenuta proprietaria della Villa di Marlia nel 1923, ne volle fare un luogo ospitale per gli artisti e i letterati frequentati a Parigi ed a Roma. Dotata di una innata predisposizione principesca, Mimì fece rivivere alla Villa i fasti del tempo elisiano e, perché non si perdesse memoria dei nuovi incantesimi che nascevano dalle sue mani, provvide a conservarne la testimonianza affidandola ad un archivio che custodisce il segreto della sua meravigliosa vicenda.

Dopo il recupero realizzato dalla proprietà, che ringraziamo per averci coinvolto come associazione offrendo una consulenza storica basata sulle attività di studio e ricerche portate avanti in questi anni, era giunto il momento giusto per alzare lo sguardo dalla villa di Elisa alla maison de campagne di Mimì. Questo centenario esigeva infatti una considerazione speciale che sapesse rimettere la contessa Anna Laetitia Pecci Blunt al centro di una storia europea d’arte e di cultura che ha avuto come scenario la splendida Villa di Marlia”.

“Un sentito ringraziamento – sottolinea – va a Gaia De Beaumont, diretta discendente di Mimì Pecci Blunt, e a sua figlia Sabina Bernard, per la gentilezza e disponibilità con cui ci hanno accolto e aiutato, e a Pietro Ermanno Meschi al quale dobbiamo il piacere del nostro incontro a Roma con Sabina Bernard. La fotografia scelta per l’immagine della mostra proviene proprio dall’archivio Pecci Blunt, che hanno messo a disposizione”.

“Il progetto di approfondire la vita di Mimì è nato a Villa Reale di Marlia, nel momento in cui abbiamo potuto sfogliare un suo album privato- scrive Simonetta Giurlani Pardini, autrice dei testi del catalogo -. Sotto ogni scatto, con la sua calligrafia piccola e ordinata, c’era la descrizione del luogo e i nomi dei protagonisti di quelle immagini. Quell’album era datato 1926, nelle prime pagine, Mimì aveva immortalato nel giardino della villa, Sergej Djagilev, Boris Kochno e Serge Lifar, tre fra i più importanti componenti dell’avanguardia artistica degli anni Venti: i Balletti Russi.
Da quell’album la ricerca è andata avanti, grazie al privilegio di poter consultare l’archivio creato e organizzato dalla stessa Mimì che aveva raccolto e catalogato fascicoli di scritti e documenti. È stato emozionante toccare quelle pagine che lei stessa aveva avuto tra le mani, sentire l’odore dei suoi quaderni fatto d’inchiostro, di carta ma soprattutto di polvere, quella che si posa sulle cose del passato e che è in attesa di essere spazzata via per far riaffiorare ricordi lontani.
Inserito in una cartellina, di un azzurro ormai sbiadito, era custodito il suo atto di nascita, l’inizio del suo percorso in questa vita. E poi, nella lunga fila di scaffali, erano raggruppati in ordine cronologico i segni dei momenti più significativi della sua vita: quaderni, lettere, fotografie, ritagli di giornali, riviste e i suoi taccuini dove ad ogni lettera dell’alfabeto corrisponde l’indirizzo di personaggi del jet set internazionale ma soprattutto di pittori, musicisti, scrittori, attori fra i più importanti del Novecento e che lei definiva i “miei parenti illustri”. Mimì ci ha lasciato una vera e propria autobiografia in cui lei si racconta come protagonista della vita mondana internazionale, ma soprattutto come una mecenate impegnata costantemente nel diffondere le nuove tendenze culturali e nel sostenere le avanguardie artistiche. La narrazione di una donna che ha saputo realizzare il suo progetto di una vita dedicata all’arte, ma la vita stessa di Mimì è stata un’opera d’arte”.

Il progetto della mostra, del catalogo e la grafica, sono di Beatrice Speranza, fotografa e architetto. “In questo progetto espositivo, che ha comportato un grande studio, vogliamo raccontare la storia di Mimì attraverso le immagini che lei stessa ci ha lasciato, i suoi appunti, i suoi documenti e lettere, tutto organizzato e archiviato con una precisone tale da sembrare proprio che questi nastri che raccolgono i suoi documenti siano stati preservati per essere sciolti e svelati – scrive nell’introduzione al catalogo -. E noi con grande emozione e rispetto ci siamo avvicinate sfogliando pagine di una vita intensa, che siamo qui a raccontarvi non solo tramite questa narrazione studiata attraverso i testi e i libri di chi l’ha conosciuta, ma anche con la presentazione di un’istallazione temporanea realizzata proprio nelle ex-cucine dove Mimì e suo marito Cecil organizzavano le loro feste. Punto focale un video ritratto realizzato da Giulia Vannucci, giovane autrice da me scelta per la sua sensibilità, che ho conosciuto e apprezzato durante il suo progetto sulle biografie di fotografi”.

La mostra e l’allestimento
Un’installazione collocata nelle ex-cucine, dove i Pecci Blunt organizzavano le loro feste, dà inizio al percorso espositivo con tre pannelli luminosi, come i giochi di luce da lei stessa ideati per questa sala: il primo porta sullo sfondo lo stemma araldico di Papa Leone XIII ed evidenzia le principali tappe della vita di Mimì con i ritratti di lei e degli amici; il secondo presenta parte della sua raccolta della rivista Vogue e gli articoli che parlano di lei e le sue feste; il terzo mette a confronto l’influenza della cultura e della “mondanità” dell’epoca, dai rivoluzionari Balletti Russi alle spettacolari feste di Mimì, inclusi i giochi e gli eventi privati. In questa sala è possibile affacciarsi nell’angolo bar con gli originali collage a parete che lei tanto amava.

La sala messa a disposizione da Villa Reale è proprio una delle sale in cui Mimì organizzava le feste e le messe in scena teatrali: la cucina all’interno della Palazzina dell’Orologio. Per questa sala, Mimì aveva studiato dei giochi di luce e utilizzato dei collage realizzati con le sue foto per rivestire le pareti dell’angolo bar adiacente alla sala. Qui, tre totem luminosi con stampe su stoffe realizzati da Allestend di Alessandro Cattani, riassumono la sua vita, i suoi amici, le sue passioni. Questi fanno da quinte al punto focale della mostra: un grande totem che serve da schermo alla proiezione del video ritratto realizzato da Giulia Vannucci. Nella palazzina si trova anche una ricca collezione di bambole etniche, acquistate da Mimì durante i suoi viaggi, che fanno intuire il suo interesse per l‘etnografia, scienza in pieno sviluppo in quegli anni.

Una seconda parte del racconto è un vero approfondimento delle tappe principali della vita di questa straordinaria mecenate: un libro ricco di immagini e grafiche colorate e accattivanti sottolinea lo spirito giocoso e il dinamismo di questa donna straordinaria. Tutte le immagini storiche sono tratte dagli album fotografici di Mimì conservati nell’archivio di villa Reale di Marlia e nell’archivio Pecci Blunt. All’interno del libro nella pagina del colophon un qr code rimanda direttamente, on line, al video su Mimì.

Mimì Pecci Blunt, Elisa Bonaparte Baciocchi e Villa Reale di Marlia

Nel 1923 Mimì convinse suo marito ad acquistare la Villa Reale di Marlia, un tempo appartenuta alla sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi, che divenne il luogo ideale per ricreare quel tipo di vacanza in cui lo svago si univa ad interessi comuni. Il restauro della villa fu realizzato mantenendo intatto lo spirito originario del periodo Impero, come se Mimì si trovasse a suo agio nelle stanze in cui affreschi, colori, marmi, arredi, riproponevano le atmosfere vissute da Elisa Bonaparte.

In effetti sono molti i punti in comune fra Elisa (Ajaccio, 1777 – Villa Vicentina, 1820) e Mimì (Roma, 1885 – Lucca, 1971): erano due donne colte, pronte a confrontarsi con le novità delle loro epoche. Due donne instancabilmente attive che, seppur in ruoli differenti, avevano coscienza di quale fosse il loro potere, sapendolo sfruttare al meglio. Diffondendo la cultura e proponendo nuovi e innovativi punti di vista modificarono il gusto e il modo di pensare dei loro tempi. Ambedue fecero cambiamenti nel parco senza alterare la bellezza delle parti più antiche, ma includendo le evoluzioni e lo stile di vita legato ai giardini e dettato dalle novità proposte dai tempi in cui vivevano.
Elisa acquistò nuovi terreni in cui far crescere le novità botaniche dell’epoca, come Mimose e Magnolie, mai viste sul territorio fino ad allora e trasformò il giardino in un parco all’inglese assecondando lo stile creato a Malmaison, da sua cognata Joséphine de Beauharnais.
Mimì affidò i lavori del parco ancora una volta a Greber che fece un restauro conservativo delle parti antiche e che inserì nuovi elementi inspirati all’Art Déco, come la zona della piscina, il campo da tennis e il Giardino Spagnolo.

Elisa e Mimì avevano in comune l’amore per la musica, il disegno e l’arte in generale. Curiosamente, anche a Parigi le vite di Mimì Pecci Blunt ed Elisa Bonaparte si incrociano: infatti partendo dal n.32 di Rue de Babylon, dopo solo seicento metri si arriva al l’Hôtel de Maurepas al n.7 di Rue de la Chaise, la residenza parigina di Elisa Bonaparte, dove nel suo salotto riceveva personalità di spicco della cultura parigina esattamente come farà Mimì poco più di cento anni dopo.

Dal 1926 la famiglia Pecci Blunt trascorse le vacanze estive a Marlia come documentano i numerosi album di fotografie scattate dalla stessa Mimì, che aveva una vera passione per la fotografia, faceva parte dell’Unione Società Italiane Arte Fotografica e partecipò a molte mostre sia in Italia che all’estero. Questa eredità culturale è ora custodita nelle stanze della palazzina dell’Orologio a Marlia, dove si trova anche una ricca collezione di bambole etniche, acquistate da Mimì durante i suoi viaggi, che fanno intuire il suo interesse per l‘etnografia.

Mimì fece di Villa Reale un luogo in cui il connubio fra jet set internazionale ed artisti si svolgesse in totale libertà e ognuno, a Marlia, abbandonava quella formalità richiesta nei salotti cittadini. Gli scatti di Mimì e i suoi divertenti commenti sono la prova di questa intimità allegra di cui tutti facevano parte. Negli anni a seguire le estati di Marlia videro fra gli ospiti Mario Praz, Alberto Moravia, Vittorio Rieti, Petrolini, Malaparte, Gala, Salvador Dalì, Afro, Bontempelli. Con tutti loro c’era un legame profondo fatto non solo di amicizia, ma anche di uno scambio continuo di progetti volti a diffondere l’arte italiana all’estero e contemporaneamente l’arte internazionale in Italia.

Nel 1960 per la sua attività a favore della cultura Anna Letizia Pecci Blunt riceve la medaglia d’oro per l’Arte e la Cultura dal Governo italiano e nel 1964 la prestigiosa Légion d’Honneur dal Governo francese. Mimì Pecci Blunt muore a Marlia il 29 ottobre 1971, nel luogo che aveva tanto amato e che fino all’ultimo ha ospitato artisti e amici di ogni parte del mondo.

Biografia Mimì
Anna Laetitia Pecci Blunt nacque il 15 marzo 1885 a Roma. Sua madre era una nobildonna spagnola, la marchesa Sylvia Bueno y Garzòn, suo padre il Conte Camillo Pecci, era capo della Guardia Palatina Pontificia e nipote di Papa Leone XIII. Anna Laetitia ebbe tutti i privilegi di chi nasce in una famiglia aristocratica e colta: venne educata a parlare quattro lingue, spagnolo, francese, tedesco e inglese, a suonare il pianoforte, a dipingere e disegnare.

È nell’eccitante atmosfera parigina che Mimì conobbe Cecil Blumenthal, l’uomo che sarebbe diventato suo marito nel 1919: un ricchissimo banchiere di origini ebraiche, nato a New York, proprietario di una meravigliosa collezione di pittura francese dell’Ottocento ereditata dal padre Ferdinand. In comune avevano l’amore per l’arte contemporanea e lui sostenne sempre l’attività di mecenate di Mimì che, con il suo gusto artistico raffinato, fece conoscere nomi che hanno lasciato un segno decisivo nell’arte del Novecento.

Questo matrimonio fu l’inizio di una nuova vita per Mimì e di un grande affettuoso sodalizio. A Parigi vissero all’Hotel al 32 di Rue de Babylon, all’Hotel Cassini, ribattezzato Hotel Pecci-Blunt dopo il loro acquisto, una dimora settecentesca impreziosita da un bellissimo parco. Qui nasceranno i loro cinque figli: Letizia, Dino, Viviana, Camilla e Graziella.

Nella Francia fra le due guerre, il compito di aiutare e scoprire nuovi talenti era soprattutto affidato ai privati e il salotto di Mimì Pecci Blunt divenne un luogo di scambio e confronto culturale. I ricevimenti erano una combinazione di alta società e artisti dove l’incontrarsi aveva come finalità il divulgare e sperimentare ogni aspetto della creazione artistica: pittura, moda, musica, ballo, cinema, fotografia, letteratura erano la ricetta per creare atmosfere in cui potersi integrare senza tenere conto delle origini dei partecipanti, ma solo del loro genio.

Nel 1923 Mimì convinse suo marito ad acquistare la Villa Reale di Marlia, un tempo appartenuta alla sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi, che divenne il luogo ideale per ricreare quel tipo di vacanza in cui lo svago si univa ad interessi comuni. Il restauro della villa fu realizzato mantenendo intatto lo spirito originario del periodo Impero, come se Mimì si trovasse a suo agio nelle stanze in cui affreschi, colori, marmi, arredi, riproponevano le atmosfere vissute da Elisa Bonaparte.

In effetti sono molti i punti in comune fra Elisa e Mimì: erano due donne colte, pronte a confrontarsi con le novità delle loro epoche. Due donne instancabilmente attive che, seppur in ruoli differenti, avevano coscienza di quale fosse il loro potere, sapendolo sfruttare al meglio. Diffondendo la cultura e proponendo nuovi e innovativi punti di vista modificarono il gusto e il modo di pensare dei loro tempi. Ambedue fecero cambiamenti nel parco senza alterare la bellezza delle parti più antiche, ma includendo le evoluzioni e lo stile di vita legato ai giardini e dettato dalle novità proposte dai tempi in cui vivevano.
Elisa acquistò nuovi terreni in cui far crescere le novità botaniche dell’epoca, come Mimose e Magnolie, mai viste sul territorio fino ad allora e trasformò il giardino in un parco all’inglese assecondando lo stile creato a Malmaison, da sua cognata Joséphine de Beauharnais.
Mimì affidò i lavori del parco ancora una volta a Greber che fece un restauro conservativo delle parti antiche e che inserì nuovi elementi inspirati all’Art Déco, come la zona della piscina, il campo da tennis e il Giardino Spagnolo.

Elisa e Mimì avevano in comune l’amore per la musica, il disegno e l’arte in generale. Curiosamente, anche a Parigi le vite di Mimì Pecci Blunt ed Elisa Bonaparte si incrociano: infatti partendo dal n.32 di Rue de Babylon, dopo solo seicento metri si arriva al l’Hôtel de Maurepas al n.7 di Rue de la Chaise, la residenza parigina di Elisa Bonaparte, dove nel suo salotto riceveva personalità di spicco della cultura parigina esattamente come farà Mimì poco più di cento anni dopo.

Dal 1926 la famiglia Pecci Blunt trascorse le vacanze estive a Marlia come documentano i numerosi album di fotografie scattate dalla stessa Mimì, che aveva una vera passione per la fotografia, faceva parte dell’Unione Società Italiane Arte Fotografica e partecipò a molte mostre sia in Italia che all’estero. Questa eredità culturale è ora custodita nelle stanze della palazzina dell’Orologio a Marlia, dove si trova anche una ricca collezione di bambole etniche, acquistate da Mimì durante i suoi viaggi, che fanno intuire il suo interesse per l‘etnografia.

Mimì fece di Villa Reale un luogo in cui il connubio fra jet set internazionale ed artisti si svolgesse in totale libertà e ognuno, a Marlia, abbandonava quella formalità richiesta nei salotti cittadini. Gli scatti di Mimì e i suoi divertenti commenti sono la prova di questa intimità allegra di cui tutti facevano parte. Negli anni a seguire le estati di Marlia videro fra gli ospiti Mario Praz, Alberto Moravia, Vittorio Rieti, Petrolini, Malaparte, Gala, Salvador Dalì, Afro, Bontempelli. Con tutti loro c’era un legame profondo fatto non solo di amicizia, ma anche di uno scambio continuo di progetti volti a diffondere l’arte italiana all’estero e contemporaneamente l’arte internazionale in Italia.

Nel 1929 i Pecci Blunt acquistarono il palazzo Ruspoli-Malatesta, nel cuore dell’antica Roma. Anche qui, come a Parigi, i suoi salotti furono frequentati dalla nobiltà romana e internazionale e da musicisti, pittori e scrittori. Nel 1935 Mimi incaricò il poeta, critico d’arte e narratore italiano Libero de Libero di organizzare una galleria di arte moderna che venne chiamata La Cometa, uno dei simboli presenti nello stemma della famiglia Pecci. Fu un raro caso di mecenatismo artistico di quegli anni, di cui parlò anche la giornalista Irene Brin.

Nel 1938 il direttore del quotidiano Il Tevere, Telesio Interlandi, e Giuseppe Pensabene dal settimanale Quadrivio, furono artefici di una insistente campagna antisemita contro l’attività culturale della Cometa: la galleria fu costretta a chiudere quello stesso anno per incidenti razziali. Ma nel 1937 Mimì Pecci Blunt aveva fondato a New York la succursale de La Cometa, ed è qui che all’inizio della guerra tutta la famiglia Pecci Blunt si trasferisce, al 9 East, 84 St. Mimì in quegli anni impegnerà le sue energie a sostenere i comitati per gli aiuti umanitari a favore dell’Italia e nel fare lunghi e interessanti viaggi alla scoperta dei nativi americani.

Rientrano in Italia nel 1947 e Mimì riprende con slancio la sua attività culturale. Nel 1958 il marito Cecil, per il loro anniversario di nozze, le regala un teatro che lei vuole annesso al loro palazzo in Piazza Ara Coeli: il Teatro La Cometa. Diventa sin da subito un luogo d’incontro di poeti e scrittori e sotto l’attenta guida di Mimì si esibiscono su quel palcoscenico artisti come Monica Vitti, Gianni Santuccio, Lila Brignone, Laura Adani ma anche Bice Valori, un giovanissimo Jannacci e registi come Streheler e Missiroli. Franca Valeri vi interpret “La signorina Snob” e “La Sora Cecioni”, due delle sue più applaudite interpretazioni.

Nel 1960 per la sua attività a favore della cultura Anna Laetitia Pecci Blunt riceve la medaglia
d’oro per l’Arte e la Cultura dal Governo italiano e nel 1964 la prestigiosa Légion d’Honneur
dal Governo francese.

Mimì Pecci Blunt muore a Marlia il 29 ottobre 1971, nel luogo che aveva tanto amato e che fino all’ultimo ha ospitato artisti e amici di ogni parte del mondo.

“Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio. La vita gli appunti e le immagini”.
Mostra e catalogo a cura di Roberta Martinelli

Dove: Villa Reale di Marlia (Capannori, LU)

Periodo: 21 luglio – 17 dicembre 2023

Ricerche storiche e testi: Simonetta Giurlani Pardini

Progetto mostra, catalogo e grafica: Beatrice Speranza

Video Ritratto: “Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio. La vita gli appunti e le immagini”. Regia, riprese e montaggio di Giulia Vannucci.

Giorni e orari di apertura: fino al 5 novembre 2023, tutti i giorni dalle 10,30 alle 17,30 (ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura); nei weekend di luglio e agosto, apertura straordinaria del parco fino alle 20; ultimo ingresso 18,30. Dal 6 novembre al 17 dicembre 2023 apertura solo nei weekend e nei festivi dalle 10 alle 17; nelle date del 2,3,8,9,10,16 e 17 dicembre apertura natalizia dalle 10 alle 21.

Chiusure straordinarie: sabato 26 agosto, domenica 17 settembre e martedì 26 settembre 2023.

La mostra è visitabile con il biglietto di ingresso al parco: 12 euro l’intero, 9 il ridotto (dai 10 ai 17 anni, gruppi > 10 persone, adulti > 65 anni, soci FAI e TOURING CLUB, soci ADSI, soci ICOM, carta “studenti della Toscana”) e 5 per gli studenti (solo gruppi scolastici fino alle scuole superiori, accompagnatori accesso gratuito). Ingresso libero per i bambini fino ai 9 anni (escluso gruppi), accompagnatori, guide, autisti, persone con disabilità.

I biglietti sono acquistabili anche on line: villarealedimarlia.it/visita/orari-e-costi/

La mostra si avvale di supporti in italiano e in inglese.

Web e social:
villarealedimarlia.it
Fb: VillaRealeDiMarlia – Insta: @villarealemarlia
www.napoleoneparigitoscana.it
Fb: @napoleonidi – Insta: @souvenirnapotoscanaoccidentale – #napoleonidi

Fonte: Ufficio Stampa

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