Cultura Siena

da venerdì 5 Novembre 2021 a venerdì 26 Novembre 2021

Metamorphosis la mostra di Michele Di Donato al Mohsen

Venerdì 5 novembre, presso il negozio MOHSEN in via Pantaneto 128/130 Siena, inauguriamo la nuova mostra fotografica di Michele Di Donato. La mostra, intitolata “METAMORPHOSIS” , durerà fino al venerdì 26 novembre 2021.

Inaugurazione: Venerdì 5 novembre 2021 dalle ore 19:30 fino alle ore 21:00.

Introduzione alla mostra

METAMORPHOSIS
Il pittorialismo accompagna la storia della fotografia sin dalla sua nascita. Attraverso la ricerca e l’utilizzo di nuove tecniche e materiali (setolini, utensili per grattare, gomme bicromate, ritocchi con pennelli e colori), come anche di nuovi effetti (filtri, effetti flou e pittorici, impasti trasparenti, oli, vaselline), il fine era quello di prendere le distanze da un tipo di tecnica troppo meccanica e da rappresentazioni meramente realistiche, per rendere “artistiche” le immagini mediante l’elaborazione personale delle fotografie scattate e delle loro percezioni. Con l’avvento delle nuove tecnologie e dell’informatica il linguaggio fotografico si è ampiamente trasformato raggiungendo livelli di sperimentazione e paradigmi visuali del tutto inimmaginabili. Ed è così che oggi si può parlare di un “neopittorialismo informatico”, all’interno della più generale fotografia computazionale, che consiste nell’ibridazione della fotografia con la computer grafica e le piattaforme informatizzate per la correzione o trasformazione dell’immagine di base. Ragionando sul rapporto che può intercorrere tra fotografia, pittura e tecnologia delle applicazioni informatiche, Michele Di Donato sviluppa, oltrepassa, e di fatto trasforma, la visione del medium fotografico realistico. Da questa riflessione nasce METAMORPHOSIS, un ricco portfolio di fotopitture realizzate con tecniche di elaborazione digitale dell’istantanea scattata dall’artista con applicazione pittorica, in un connubio grafico di forte impatto che permette di passare dall’immagine all’immaginario.

METAMORPHOSIS, se dal punto di vista teorico si costituisce come analisi metafotografica, ovvero come una ricerca fotografica su intuizioni, previsioni e trasformazioni relative alla fenomenologia della fotografia contemporanea, dal punto di vista iconografico è un’ode visuale al concetto di trasfigurazione surreale in chiave espressionista. Al sogno, infatti, come medium inconscio, incontrollato e assolutamente paradigmatico del mutamento di condizione immaginale individuale sono connesse tutte le fotopitture di Michele Di Donato. La serie di ritratti trasfigurati dall’artista rimandano come dichiara lo stesso artista alle paure, alle angosce e ai mostri che popolano la sua mente sin dall’infanzia. Eppure essa abbraccia un range più ampio d’interpretazione dell’immagine dove la metamorfosi interiore, intima e irrazionale propria della pratica onirica, che permette il passaggio dal reale al surreale con tutte le sue paradossali illusioni, acquista una fisionomia, un’esteriorità, una visione proprio grazie al ritratto che ne rappresenta un’acuta virtualità.

Con il suo “neopittorialismo espressionista”, dove la fotografia si fa pittura e l’allucinazione inconscia si fa volto alterato, Di Donato manifesta le fonti artistiche e culturali che stanno alla base delle sue creazioni. Nell’esistenzialismo e nell’espressionismo artistico, letterario, teatrale e cinematografico, il fotografo ha trovato i suoi punti di riferimento. Evidenti connessioni si scorgono con le figure e i ritratti di Egon Schiele, Anselm Kiefer, Gerhard Richter, Lucian Freud, Francis Bacon, Luc Tuymans e Andrea Pazienza. Importanti sono altresì i rimandi alle atmosfere, alle scene e ai personaggi dei film di Fredrich Wilhelm Murnau, David Lynch e Michelangelo Antonioni; del teatro di Eugène Ionesco e Samuel Beckett; dei romanzi di Franz Kafka, James Joyce e Jean-Paul Sarte.

Il grido angoscioso di volti umani contorti e deformati, ripresi in una solitudine spaziale e surreale eco di quella interiore, è il fulcro iconografico e iconologico di METAMORPHOSIS, manifesto esistenzialista dell’uomo nella contemporaneità segnata da un’amara contraddizione: essere l’epoca della comunicazione mediatica mediata da una ponderosa incomunicabilità individuale. Da questa percezione dell’uomo moderno Di Donato restituisce la sua visione fotopittorica: volti fortemente espressivi, drammatici, irregolari, alterati che a volte sfociano in maschere e mostri brutali e grotteschi. Ogni immagine di METHAMORPHOSIS è un melting pot visuale che porta con sé diversi livelli di realtà immaginale: essere una fotografia, sembrare una pittura, divenire paradigma d’immaginazione per l’estensione dell’immaginario. A ogni fotopittura, quindi, corrispondono contemporaneamente un passato, un presente e un futuro dell’immagine che si trasforma, per dirla con Gilles Deleuze, seguendo le (ritrovate) logiche della sensazione estetica.
Fabiola Di Maggio

Metamorphosis

Fonte: Ufficio Stampa

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