Teatro Firenze

da mercoledì 28 Febbraio 2024 a venerdì 5 Aprile 2024

Materia Prima Festival: oltre un mese di spettacoli per ripensare il presente a partire dal palcoscenico

Sarà il corpo – ibrido, abitato, migrante, detenuto, in mutamento – il protagonista dell’11/ma edizione di Materia Prima Festival, l’evento dedicato al panorama teatrale e performativo contemporaneo che ogni anno porta a Firenze spettacoli pluripremiati, nuove produzioni, maestri della scena e giovani emergenti, a cura di compagnia Murmuris. Dal 28 febbraio al 5 aprile al Teatro Cantiere Florida e in altri spazi della città oltre un mese di appuntamenti per esplorare i nuovi linguaggi del palcoscenico e alimentare la relazione tra teatro e comunità.

Un festival che è corpo esso stesso, “organismo che si trasforma e vive della risposta del pubblico e dei luoghi che abita in continua, vitale metamorfosi, sorprendendo anche noi che l’abbiamo pensato e voluto”, spiegano gli organizzatori. L’obiettivo: “riportare il teatro al centro della vita delle persone e immaginare una nuova comunità di artisti e spettatori che, insieme, abitano il presente”.

Un cartellone rivolto a ogni fascia di spettatori, con il sostegno e il contributo di Mic – Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze. Apertura martedì 28 febbraio alle 21.00 presso il Teatro Cantiere Florida con “Frankenstein (a love story)”, in prima toscana l’opera più recente dell’iconica formazione tre volte premio Ubu Motus con il ritorno sul palcoscenico accanto a Silvia Calderoni del cofondatore Enrico Casagrande in una rilettura del mito del moderno Prometeo. La chiusura, venerdì 5 aprile alle 21.00 sempre al Teatro Florida, sarà affidata a “Solo quando lavoro sono felice”, caustica parodia della sempre più soffocante presenza del lavoro nelle nostre vite, di e con gli astri nascenti del teatro off Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni.

Tra i titoli da segnalare: “Il grande vuoto”, per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa un toccante eppure leggerissimo spaccato sull’Alzheimer firmato Fabiana Iacozzilli, drammaturga associata al Lincoln Center Directors Lab del Met di New York e applaudita nei festival di tutto il mondo, con Giusi Merli nel ruolo principale (16 marzo ore 21.00, Teatro Florida); “Sid. Fin Qui tutto bene” torrenziale monologo per batteria e voce vincitore agli In-box 2023 che è valso al protagonista Alberto Boubakar Malanchino l’Ubu nella categoria Miglior attore under 35, ritratto di tutti quei ragazzi che, dalle periferie dell’Occidente, urlano la noia per una vita di desolazione e consumo nel limbo della seconda generazione (8 marzo ore 21.00, Teatro Florida); “Forse una città (Mirages)”, in prima assoluta la performance multimediale sulle variabili dell’abitare del collettivo AdA, fondato dalla visual artist e regista video Loredana Antonelli, dalla dj e producer Lady Maru e dall’attore, drammaturgo e regista teatrale Pasquale Passaretti, con i costumi nati dalla collaborazione con Accademia Italiana (21 marzo ore 21.00, Teatro Florida); “De los muertos a Firenze”, riflessione sui legami che intrecciano i vivi e i non più vivi di collettivo ZimmerFrei – ovvero Anna de Manincor (artista e filmmaker) e Massimo Carozzi (musicista e sound designer) – in un allestimento site specific che unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo (22 e 23 marzo, in due sessioni alle 19.00 e alle 20.30, Archivio di Stato).

Sguardo aperto sulle produzioni più interessanti a livello nazionale ma anche grande attenzione ai progetti sul territorio. Da qui la partecipazione al festival di Compagnia di Sollicciano – laboratorio guidato da Elisa Taddei con attori detenuti nato all’interno della Casa circondariale di Sollicciano, a Firenze – con la proiezione del documentario “Essere o non essere, Amleto” (2 aprile ore 19.00, Teatro Florida), e di Andrea Macaluso, fondatore dello spazio culturale fiorentino Il Lavoratorio, che interpreterà la “Batracomiomachia” per parlare dell’oggi come solo i classici sanno fare, tra gli echi epici della grecità e il ritmo della traduzione in endecasillabi di Giacomo Leopardi (3 marzo ore 16.00 e 4 marzo ore 10.00, Teatro Florida). Da non perdere poi “Le Case del malcontento”, produzione Murmuris / Atto Due dall’omonimo romanzo di Sacha Naspini – scrittore maremmano tradotto in 26 paesi e pubblicato in Italia da Edizioni E/O, qui anche nel ruolo di supervisore alla drammaturgia (26 e 27 marzo ore 21.00, Teatro Florida).

E poi gli incontri con gli addetti ai lavori, tra cui un appuntamento nell’ambito del ciclo “Dalla parte di chi guarda” – momenti di dialogo dedicati a temi che coinvolgono insieme gli artisti, gli spettatori e la città – con Krill Teatro, associazione che dal 2008 promuove il teatro all’interno del carcere di Firenze, condotto dal critico Oliviero Ponte di Pino.

Durante Materia Prima culmina inoltre il lavoro portato avanti da Murmuris durate tutto l’arco dell’anno con iniziative di formazione per spettatori consapevoli, mirate a ricostituire il rapporto tra teatro e comunità nella convinzione del ruolo pubblico delle arti sceniche in termini di sviluppo civico, di partecipazione e di rinnovamento sociale. I ragazzi delle scuole superiori partecipanti al progetto di educazione alla visione “Noi” – giunto alla sesta edizione e realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze – saranno coinvolti attivamente nel festival, con la possibilità di viverlo dall’interno, rendendosi protagonisti del racconto della sua preparazione, di ciò che accade in scena e del dietro le quinte.

“L’11/ma edizione del Materia Prima Festival porta a Firenze una scelta di spettacoli, incontri e performance itineranti innestate nel contemporaneo e nella dimensione politica e sociale delle nostre comunità. Dall’abitare gli spazi, alla complessità delle relazioni, alla cultura come cura e fattore di progresso, al teatro come strumento di crescita e inclusione sociale. Materia Prima Festival è una rassegna di qualità che porta sul palco compagnie di livello nazionale e internazionali e giovani emergenti. È rivolta a tutta la cittadinanza con un impegno particolare sui giovani e le scuole. Come Regione Toscana abbiamo voluto sostenere e promuovere questa realtà nell’ambito di un impegno istituzionale che riteniamo strategico e che continueremo a portare avanti attraverso il percorso degli Stati Generali della Cultura”. È quanto dichiara Cristina Giachi, presidente della Commissione istruzione, formazione, beni e attività culturali.

“Un festival che torna a mettere il teatro al centro della vita delle persone – ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini –, spostando il focus sul tema corpo, dei suoi mutamenti e dell’esplorazione attraverso l’arte intesa come opportunità unica per creare connessioni con il pubblico e costruire una comunità chiamata a riflettere sulla condizione umana nelle sue tante implicazioni. Una rassegna che è un inno alla comprensione reciproca e che si conferma ormai una presenza solida nel panorama culturale fiorentino, come sottolinea il numero delle edizioni raggiunte. Materia Prima Festival è stato infatti capace di innovarsi al passo con i mutamenti artistici, interpretando l’evoluzione dei tempi”.

“A love story” è il sottotitolo del primo spettacolo, la nuova produzione dei Motus con la quale abbiamo voluto inaugurare Materia Prima 2024”, racconta Murmuris. “Progettare ogni anno il nostro Festival è davvero come proseguire una lunga storia d’amore, costruirne il futuro e immaginarne un nuovo atto con coraggio. Proprio così, come quando ci si innamora, non si vedono ostacoli e si procede animati dalla passione. Ed è con lo stesso spirito che Materia Prima ogni anno torna, come un gesto di amore e cura per questa città e per tutto il pubblico che vorrà seguirci”.

Murmuris è una realtà culturale che dal 2007 si occupa di promozione del contemporaneo attraverso progetti, laboratori, spettacoli, eventi. Tema fondante della sua identità è il continuo confronto tra i diversi linguaggi dello spettacolo dal vivo e l’indagine del rapporto fra scena e spettatore. Parallelamente alla attività creative e produttive, Murmuris si occupa di organizzazione: dal 2007 al 2013 cura la direzione artistica e organizzativa del Teatro Everest di Firenze, per diventare dal 2013 parte della multiresidenza creativa del Teatro Cantiere Florida, insieme a Elsinor Centro di produzione teatrale e Versiliadanza.

Materia Prima è in collaborazione con Inbox, Firenze dei Teatri, Bando Toscana Terra Accogliente, Rat – Residenze Artistiche Toscane, Quadrato – Ecosistema teatrale. Nell’ambito della Multiresidenza Creativa Flow insieme a Elsinor – Centro di Produzione Teatrale e Versiliadanza.

Il sipario si aprirà sul festival al Teatro Cantiere Florida martedì 28 febbraio alle 21.00 con la prima rappresentazione in Toscana di “Frankenstein (a love story)”, “nuova creatura” di Motus che vedrà sul palcoscenico Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou ed Enrico Casagrande, cofondatore della formazione insieme a Daniela Nicolò che insieme a lei firma anche ideazione e regia de progetto. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, un eccesso di amore non corrisposto. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessuno a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano, tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso.

Si prosegue domenica 2 marzo alle 16.00 sempre al Florida con quella che è forse la più antica parodia di tutti i tempi: la “Batracomiomachia”, ovvero “La battaglia delle rane e dei topi”, caricatura dei poemi epici che gli antichi amavano così tanto da attribuirla – erroneamente – allo stesso Omero. In realtà si tratta di uno dei testi più misteriosi dell’antichità greca, di cui non si conosce né l’autore né l’epoca in cui fu scritto. Eppure il poemetto ebbe un successo travolgente nel corso dei secoli, fino ad affascinare lo stesso Giacomo Leopardi che, appena diciassettenne, ne fece una scintillante traduzione in endecasillabi. E proprio la versione leopardiana sarà portata in scena da Andrea Macaluso in questa produzione Teatrino dei Fondi in collaborazione con Il Lavoratorio. Sul palco la Batracomiomachia non è rappresentata, ma evocata attraverso parole e suoni. Tutti i personaggi della vicenda diranno la loro, con la loro voce, e pian piano prenderanno forma vari mondi, fatti di suoni che attraversano il tempo. Una storia antica quanto l’uomo, scritta con rime ottocentesche, parlerà all’oggi, come solo i classici sanno fare. Sarà forse solo un gioco, ma quel gioco serio che i bambini conoscono molto bene: il gioco della guerra (in replica in matinée lunedì 3 marzo alle 10.00).

Venerdì 8 marzo alle 21.00 al Cantiere Florida avanti con Cuboteatro e “Sid. Fino a qui tutto bene”, opera scritta e diretta da Girolamo Lucania vincitrice del Premio In-Box 2023 e dell’Ubu 2023 per il Miglior attore under 35 assegnato al protagonista Alberto Boubakar Malanchino, Sid, italiano. Origini africane. Quindici anni, forse sedici, forse diciassette. Veste sempre di bianco, perché il bianco è il colore del lutto per i musulmani. Vive come uno dei tanti ragazzi di una delle tante periferie dell’Occidente. Vive nel mondo drogato della società dello spettacolo. Per uscire dalla disperazione e dalla noia di nascosto legge, ascolta musica, vede film. Recita. Recita sempre. Fino a dimenticare di essere Sid. Ha ucciso. Probabilmente per noia. Sicuramente per uno scopo più alto. Uccide soffocando le sue vittime nei sacchetti di plastica alla moda. La sua storia è un film “senza montaggio”: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”.

Ancora al Florida, sabato 16 marzo alle 21.00 sarà il momento de “Il grande vuoto”: la regia di Fabiana Iacozzilli e la drammaturgia di Linda Dalisi per una coproduzione Cranpi, Teatro Vascello, La Corte Ospitale e Romaeuropa Festival interpretata da Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti e Giusi Merli. Quattro quadri raccontano il lento dissolversi di una famiglia: una coppia di anziani, una figlia e sua madre malata di Alzheimer, una badante, ciò che rimane in una casa della nostra esistenza, delle vite che finiscono lasciando solo vestiti, coppe, cartoline, calamite e fotografie pronte ad essere inscatolate e portate via per sempre. Con la sua scrittura ancorata al teatro di figura, la potenza visionaria delle sue macchine sceniche, Iacozzilli torna a perlustrare le zone d’ombra della nostra esistenza, a raccontare le nostre aspirazioni, i nostri sogni e i loro fallimenti, la fragilità, la forza e tutta l’energia che ci rende umani.

E poi: Materia Prima si apre alla multimedialità con il debutto, giovedì 21 marzo alle 21.00 sul palco del Teatro Cantiere Florida, di “Forse una città (Mirages)” del collettivo multidisciplinare Ada. Con i live visual di Loredana Antonelli, la musica di Lady Maru e l’interpretazione di Anna Basti, Chiara Caimmi, Mariella Celia, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli ed Elisabetta Ventura, “Forse una città”, prodotto da Lunarte, è uno studio diviso in moduli indipendenti, percezioni urbane deformate, visioni. Una riflessione sui rapporti che intercorrono tra identità, stasi, movimento e le variabili dell’abitare. Un’installazione audio video realizzata rielaborando le immagini riprese durante il lavoro in sala, con i corpi destrutturati dei e delle performer che diventano percezioni di ciò che non c’è più, di ciò che velocemente sfugge. La metropoli come luogo dei miraggi.

Venerdì 22 marzo ci si sposta negli spazi dell’Archivio di Stato per la performance “De los muertos a Firenze”: adattamento site specific del lavoro della formazione bolognese ZimmerFrei che indaga la convivenza di vivi e morti attraverso legami, intrecci, incombenze, lasciti. Interpretato da Anna de Manincor, Massimo Carozzi, Maria Caterina Frani, Davide Pepe e Fabio Sajiz, “De los muertos” è una ricerca di relazione con i trapassati ancora attivi nel presente tramite strumenti come narrazione sonora, tempo incastonato in immagine, azioni dal vivo in spazi apparecchiati. Ci sono oggetti, pensieri, azioni concrete che collegano il mondo dei vivi a quello di chi non lo è più. Partendo da qui ZimmerFrei unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo, portando in scena gesti che legano i vivi alle persone scomparse.

Martedì 26 marzo alle 21.00 si torna al Florida per “Le Case del malcontento”, lavoro nato dalla collaborazione con lo scrittore maremmano pubblicato in tutto il mondo Sacha Naspini. In scena Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri, Roberto Gioffré e Francesco Mancini, per la regia di Simona Arrighi. Le Case è un borgo millenario nell’entroterra maremmano. Gli abitanti di questo sprone di roccia perduto tra le nebbie e scosso dai terremoti annaspano nella vita e cercano di mettere a riparo dalle sventure le loro goffe esistenze. Sono immobili e folgorati nel loro destino, intrappolati gli uni con gli altri e con un feroce bisogno di andare a fondo tutti insieme. Lo spettacolo si muove come la ballata festante di un paese intero e segue queste creature che confessano le terribili vicende di cui si fanno sì protagonisti, ma sempre inconsapevoli, barbari al comando di vite miserabili. Le loro storie disegnano un universo sospeso tra il reale e il fantastico, metafora della nostra parte più oscura (in replica mercoledì 27 ore 21.00 al Teatro Cantiere Florida).

Martedì 2 aprile le attività al Cantiere Florida partiranno alle 19.00 con la proiezione del documentario “Essere o non essere, Amleto” della compagnia del carcere di Sollicciano. Una formazione di attori detenuti sta provando, a poche settimane dallo spettacolo, l’Amleto. L’interprete principale comunica all’improvviso che intende smettere. Scopriremo poi, nel corso di questa giornata, analogie che legano questo personaggio al protagonista della tragedia di Shakespeare: anche lui ha perso il padre da pochi mesi tragicamente ed è ossessionato da demoni. Il dramma si mescola alla realtà in una riscrittura dove la sfida è portare la bellezza della poesia e della lingua di Shakespeare nella realtà chiusa, dura, drammatica del carcere. L’evento sarò preceduto dall’incontro “Dalla parte di chi guarda” per dare spazio al lavoro che la drammaturga e regista Elisa Taddei e Krill Teatro portano avanti con coraggio e dedizione all’interno del carcere, con la conduzione del critico Oliviero Ponte Di Pino.

Il sipario calerà sulla manifestazione venerdì 5 aprile ore 21.00 al Teatro Cantiere Florida con il duo creativo Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni, autori e protagonisti dello spettacolo promosso da La Corte Ospitale “Solo quando lavoro sono felice”. Che ruolo ha il lavoro nelle nostre vite? È una parte della vita o è la nostra vita stessa? Quanto ci definisce il lavoro? Chi siamo fuori dal lavoro? Quanto riesci a resistere in una conversazione prima di chiedere all’altra persona “E tu nella vita che fai?” Per le nuove generazioni i confini tra lavoro e vita sono sfumati: l’identità è definita in buona parte da quello che facciamo, e quello che facciamo lo facciamo sempre, siamo operativi tutto il giorno, tutti i giorni. In scena, Niccolò e Lorenzo parlano dei loro rispettivi capi: Niccolò e Lorenzo. Ma in scena ci sono anche i rispettivi capi di Niccolò e Lorenzo: Niccolò e Lorenzo, che parlano di Niccolò e Lorenzo. Una conversazione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi con se stessi, sulla disperazione.

INFO E PRENOTAZIONI
T. 329 9160071
M. info@murmuris.it
IG. @materiaprimafestival
W. www.materiaprimafestival.com

Teatro Cantiere Florida, via Pisana 111R, Firenze
Archivio di Stato, viale Giovine Italia 6, Firenze

INGRESSO SPETTACOLI
Intero 15€
Ridotto 12€ (convenzionati Cral, Unicoop Firenze, Tessera Arci, Over 65, Under 26, Università Età Libera) / 8€ (studenti degli istituti superiori e universitari, Casateatro)
Ingressi speciali “Essere o non essere, Amleto” + incontro “Dalla parte di chi guarda” – ingresso unico 8€ / “Batracomiomachia” – ingresso unico 7€
Carnet Materia Prima 4 spettacoli a scelta 40€ (prenotazioni entro il 26 febbraio a promozione@murmuris.it)
Carnet Materia Prima under 26 4 spettacoli a scelta 28€ (prenotazioni entro il 26 febbraio a promozione@murmuris.it)

Materia Prima Festival 2024
Undicesima edizione

Programma

Martedì 28.02.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

MOTUS
FRANKENSTEIN (A LOVE STORY)
ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, ed Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
una produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna.

Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso…

Domenica 02.03.2024 h 16.00
Lunedì 03.03-2024 h 10.00
Teatro Cantiere Florida

TEATRINO DEI FONDI/ANDREA MACALUSO
BATRACOMIOMACHIA
LA BATTAGLIA DELLE RANE E DEI TOPI
con Andrea Macaluso
live sound design Marco Mantovani
musiche Nicola Pedroni
drammaturgia e regia Andrea Macaluso
tratto da La Batracomiomachia – traduzione di Giacomo Leopardi
direzione tecnica Angelo Italiano
prima spettatrice Silvia Paoli
produzione Teatrino dei Fondi, in collaborazione con Il Lavoratorio
foto Carlo Settembrini

La Batracomiomachia è una parodia: la più antica di tutti in tempi, forse. Una parodia dei poemi epici, che gli antichi amavano così tanto da attribuirla – erroneamente – allo stesso Omero. In realtà, si tratta di uno dei testi più misteriosi dell’antichità greca, di cui non si sa né l’autore né l’epoca in cui fu scritto. Eppure il poemetto ebbe un successo travolgente nel corso dei secoli, fino ad affascinare lo stesso Giacomo Leopardi che, appena diciassettenne, ne fece una scintillante traduzione in endecasillabi. In scena, la Batracomiomachia non è rappresentata, ma evocata: attraverso parole e suoni. Tutti i personaggi della vicenda diranno la loro, con la loro voce. E pian piano prenderanno forma vari mondi, fatti di suoni che attraversano il tempo. Una storia antica quanto l’uomo, scritta con rime ottocentesche, parlerà all’oggi, come solo i classici sanno fare. Sarà forse solo un gioco, ma quel gioco serio che i bambini conoscono molto bene: il gioco della guerra.

Venerdì 08.03.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

CUBOTEATRO
SID
FIN QUI TUTTO BENE
Scritto e Diretto da Girolamo Lucania
Con Alberto Boubakar Malanchino
Musica live e sound design Ivan Bert e Max Magaldi
Concept scenografico Ivan Bert
Direzione Tecnica Alessandro Vendrame
Videoproiezioni Niccolò Borgia
Da un’idea di Ivan Bert e Girolamo Lucania

Spettacolo vincitore
Premio In-Box 2023

Premio Ubu 2023 Miglior attore Under35
Alberto Boubakar Malanchino

Sid è il futuro incarnato. Bello, bellissimo, intelligente, Europeo di nascita, di origine algerina, non appartiene né all’Occidente, né alla cultura Africana. È il futuro. Un futuro senza identità. Un presente senza futuro. Sid cerca l’identità, il suo palcoscenico è il mondo, la sua croisette i social, la vita il suo film. Il suo pubblico il mondo. Gli outfit bianchi, come il lutto per la sua vita, scintillante perché griffata. Sid impacchetta le vite di scarto, incartandole in buste firmate. Il serial killer del futuro. La Star. La sua storia, è un film “senza montaggio”, un torrenziale monologo per batteria e voce: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”.

Sabato 16.03.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

FABIANA IACOZZILLI
IL GRANDE VUOTO
uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
drammaturgia Linda Dalisi
con Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli
e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena
produzione Cranpi, Teatro Vascello, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna
con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo

Quattro quadri raccontano il lento dissolversi di una famiglia: una coppia di anziani, una figlia e sua madre malata di Alzheimer, una badante, ciò che rimane in una casa della nostra esistenza, delle vite che finiscono lasciando solo vestiti, coppe, cartoline, calamite e fotografie pronte ad essere inscatolate e portate via per sempre. Con la sua scrittura ancorata al teatro di figura, la potenza visionaria delle sue macchine sceniche, Iacozzilli torna a perlustrare le zone d’ombra della nostra esistenza, a raccontare le nostre aspirazioni, i nostri sogni e i loro fallimenti, la fragilità, la forza e tutta l’energia che ci rende umani.

Giovedì 21.03.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

COLLETTIVO ADA
FORSE UNA CITTÀ (MIRAGES)
Debutto
con Anna Basti, Chiara Caimmi, Mariella Celia, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli, Elisabetta Ventura
live visual Loredana Antonelli
musica Lady Maru
assistente e ricerca fonti Luca Capuano
ideazione Passaretti-Antonelli
produzione Lunarte
grazie a Teatro Forte, Spintime lab, Matemù

Forse una città è una performance multimediale, uno studio diviso in moduli indipendenti, percezioni urbane deformate, miraggi. Una riflessione sui rapporti che intercorrono tra identità, stasi, movimento e le variabili dell’abitare. Mirages è un’installazione audio video realizzata da Loredana Antonelli, rielaborando le immagini riprese durante il lavoro in sala. I corpi destrutturati dei-delle performer diventano miraggi, percezioni di ciò che non c’è più, di ciò che velocemente sfugge. La metropoli come luogo dei miraggi.

Venerdì 22.03.2024 h 19.00 e h 20.30
Sabato 23.03.2024 h 19.00 e h 20.30
Archivio di Stato

ZIMMERFREI
DE LOS MUERTOS A FIRENZE
Site specific
di ZimmerFrei | Anna de Manincor – Massimo Carozzi – Maria Caterina Frani – Davide Pepe – Fabio Sajiz

Vivi e morti lavorano insieme: legami, intrecci, incombenze, lasciti, gesti inconsulti e un sacco di cose da fare. DE LOS MUERTOS è una ricerca di relazione con trapassati ancora attivi nel presente con strumenti come narrazione sonora, tempo incastonato in immagine, azioni dal vivo in spazi apparecchiati. Ci sono alcuni gesti, oggetti, pensieri, azioni concrete che collegano il mondo dei vivi a quello dei morti: prendendo spunto dalla convivenza collaborativa tra vivi e morti che esisteva nel culto latino dei Lari – e che esiste ancora a Oaxaca in Messico come a Napoli – il lavoro di ZimmerFrei unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo, portando in scena alcune azioni che legano i vivi a quelle persone scomparse che sono ancora in attività nel presente. DE LOS MUERTOS raccoglie la proposta della filosofa belga Vinciane Despret nel far fronte a quei morti che non se ne vanno: invece che scacciarli li possiamo adottare.

Martedì 26.03.2024 h 21.00
Mercoledì 27.03.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

MURMURIS / ATTO DUE
LE CASE DEL MALCONTENTO
dal romanzo di Sacha Naspini
drammaturgia Simona Arrighi e Luisa Bosi
regia Simona Arrighi
con Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri, Francesco Mancini, Roberto Gioffré
creazione sonora Isabelle Surel
disegno luci Roberto Cafaggini
cura dei movimenti Giulio Santolini
costumi Francesca Leoni
assistente alla regia Angelo Castaldo

Le Case è un borgo millenario nell’entroterra maremmano. Gli abitanti di questo sprone di roccia perduto tra le nebbie e scosso dai terremoti, annaspano nella vita e cercano di mettere a riparo dalle sventure le loro goffe esistenze. Sono immobili e folgorati nel loro destino, intrappolati gli uni con gli altri e con un feroce bisogno di andare a fondo tutti insieme.
Lo spettacolo si muove come la ballata festante di un paese intero e segue queste creature che confessano le terribili vicende di cui si fanno protagonisti. Protagonisti sì, ma inconsapevoli, barbari al comando di vite miserabili. Le loro storie disegnano un universo sospeso tra il reale e il fantastico, metafora della nostra parte più oscura.

Martedì 02.04.2024 h 19.00
Teatro Cantiere Florida

COMPAGNIA DI SOLLICCIANO
ESSERE O NON ESSERE, AMLETO
Proiezione documentario

Una compagnia di attori detenuti sta provando, a poche settimane dallo spettacolo, l’Amleto. L’attore che interpreta il ruolo principale comunica all’improvviso, all’inizio della prova, a tutta la compagnia che intende smettere. Scopriremo poi, nel corso di questa giornata, analogie che legano questo personaggio all’Amleto, anche lui ha perso il padre da pochi mesi tragicamente ed è ossessionato da demoni che lo turbano. La tragedia si mescola alla realtà. In questa riscrittura, la sfida è stata quella di portare la bellezza della poesia e della lingua di Shakespeare nella realtà chiusa, dura, drammatica del carcere. da Amleto di W. Shakespeare

La proiezione del documentario sarà preceduta dall’incontro
DALLA PARTE DI CHI GUARDA
con Oliviero Ponte Di Pino

Materia Prima Festival, come ogni anno, dà spazio al lavoro che Elisa Taddei e Krill Teatro portano avanti con coraggio e dedizione all’interno del carcere di Sollicciano. Ogni stagione si moltiplica la soddisfazione, ma anche le difficoltà di operare in una realtà così complessa. Anche per questo, oltre che per il valore artistico, Murmuris sente il bisogno di ospitare questa attività così necessaria e di farne il centro di dell’appuntamento del ciclo “Dalla parte di chi guarda” dedicato ai temi che coinvolgono artisti, spettatori e tutta la città.

Venerdì 05.04.2024 h 21.00
Teatro Cantiere Florida

NICCOLÒ FETTARAPPA / LORENZO MARAGONI
SOLO QUANDO LAVORO SONO FELICE
di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa
in collaborazione con Teresa Vila
realizzato con il sostegno di Ferrara Off APS
residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t
produzione La Corte Ospitale

Che ruolo ha il lavoro nelle nostre vite? È una parte della vita? O è la nostra vita stessa? Quanto ci definisce il lavoro? Chi siamo fuori dal lavoro? Quanto riesci a resistere in una conversazione prima di chiedere all’altra persona “E tu nella vita che fai?” Per la nostra generazione, i confini tra lavoro e vita sono sfumati: il nostro self è definito in buona parte dal lavoro che facciamo. E quello che facciamo, lo facciamo sempre, siamo operativi tutto il giorno, tutti i giorni. Dopo il precariato, la nuova frontiera tossica del lavoro corrisponde a uno stato continuo di autosfruttamento, difficile da riconoscere e da interrompere.

INFO E PRENOTAZIONI
T. 329 9160071
M. info@murmuris.it
IG. @materiaprimafestival
W. www.materiaprimafestival.com

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