Teatro Pisa
da sabato 12 Aprile 2014 a domenica 13 Aprile 2014
Massimo Ranieri strepitoso protagonista di Viviani Varietà. Firmato da Maurizio Scaparro, lo spettacolo che ha unito tutta la critica negli elogi, è di scena al Teatro Verdi questo fine settimana
Sono passati ormai quasi due anni dal felicissimo debutto al 75° Festival del Maggio Musicale Fiorentino e finalmente la lunga e applaudita tournée di Viviani Varietà, il viaggio di Massimo Ranieri (protagonista) e Maurizio Scaparro (regista) tra le poesie, le parole e le note del teatro di Raffaele Viviani, approda anche a Pisa chiudendo così in bellezza la Stagione teatrale 2013/14 cofirmata dalla Fondazione Teatro di Pisa e dalla Fondazione Toscana Spettacolo: al Teatro Verdi sabato sera (12 aprile ore 21) e domenica pomeriggio (13 aprile ore 17).
Coprodotto dalla Compagnia Gli ipocriti e dalla Fondazione Teatro della Pergola, Viviani Varietà ha come sottotitolo non casuale e molto esplicativo “Poesie, parole e musiche del teatro di Raffaele Viviani
in prova sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires nel 1929”. La vicenda, infatti, è ambientata sul piroscafo Duilio che nel 1929 condusse realmente Raffaele Viviani e la sua compagnia di attori e musicisti da Napoli a Buenos Aires per una lunga tournée nel Sud America. È in questo scenario che Scaparro e Ranieri hanno scelto di immaginare le prove di uno spettacolo destinato agli emigranti italiani anch’essi in viaggio attraverso l’oceano in cerca di miglior fortuna, soprattutto in quel 1929 segnato da una delle peggiori crisi economiche degli ultimi due secoli, l’anno della Grande Depressione.
Se al centro di tutto questo è la figura di Raffaele Viviani, l’autore di tanti capolavori drammatici pieni di vita vera, e l’autore di bellissimi brani musicali sulla sua Napoli popolare e misera, il Raffaele Viviani napoletano che – come scriveva Vasco Pratolini negli anni ’50 – «non sta alla finestra a cogliere colori e umori e non scende sulla strada: sulla strada egli vi nasce», a prendere di nuovo corpo davanti agli spettatori di oggi è anche un mondo palpitante e profondamente vero, fatto di persone, di canzoni, di speranze. È storia di viaggio ed è memoria. È un omaggio a un genere, il Varietà, che nel volgere degli anni – come annota Maurizio Scaparro – seppe diventare «passando anche accanto alle grandi Avanguardie del Novecento europeo (Futurismo compreso), un fenomeno culturale autonomo per originalità di idee, stimolanti confronti e provocazioni, commistioni di linguaggi (segnatamente di prosa e musica) che hanno talvolta cambiato la fisionomia del teatro in Europa». È infine anche un omaggio, sottolinea ancora Scaparro, «alla grande forza e al disperato ottimismo di chi come Viviani in quegli anni non si arrendeva alla crisi economica, né allo schermo che calava sulle teste dei “comici” troncando lo spettacolo dal vivo».
Le elaborazioni musicali sono di Pasquale Scialò; i testi sono stati curati direttamente dal nipote di Raffaele Viviani, Giuliano Longone Viviani; scene e costumi sono di Lorenzo Cutùli; movimenti coreografici di Franco Miseria e Massimo Ranieri; disegno luci di Maurizio Fabretti.
Affianca Massimo Ranieri un’affiatata compagnia d’attori, a partire da Ernesto Lama, per proseguire con
Roberto Bani, Angela De Matteo, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Antonio Speranza, Martina Giordano, Maurizio Vongola. Orchestra live composta da Ciro Cascino (pianoforte), Luigi Sigillo (contrabbasso), Donato Sensini (fiati), Aniello Palomba (chitarra), Mario Zinno (batteria).
Uno spettacolo davvero imperdibile, prezioso, ricco di grinta e giocosità, malinconico e trascinante, «un vertiginoso, mirabolante, struggente revival di un mondo perduto» (Franco Cordelli), con «un formidabile Massimo Ranieri, un Viviani vulcanico, ironico, malinconico, carnale e brechtiano allo stesso tempo, scugnizzo poetico e drammaturgo scafato dalla gestualità mai eccessiva, vissuta dal di dentro, rivitalizzata e poi restituita al pubblico con ironia … e notevole è tutta la compagnia che lo affianca, scelta con un’accuratezza rara» (Maria Grazia Gregori), tanto che «la teoria dei “ritratti” che Viviani ha seminato nelle sue opere si dipana davanti agli spettatori con un senso di unità e di compattezza degno della pioggia di applausi riservata, alla fine, al regista e alla compagnia» (Rita Sala)
Biglietti ancora disponibili al Botteghino del Teatro Verdi e nel circuito charta-vivaticket.
Per informazioni tel 050 941111 e www.teatrodipisa.pi.it
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