Teatro Lucca

sabato 8 Novembre 2014

“La Sgualdrina Timorata”: la Compagnia Unicorno di Vinci in scena con l’opera che le è valsa la finale del “Toscanello”

"La Sgualdrina Timorata" di J. P. Sartre nell'allestimento scenico della Compagnia Teatrale Unicorno di Vinci

“La Sgualdrina Timorata” di J. P. Sartre nell’allestimento scenico della Compagnia Teatrale Unicorno di Vinci

Continua a riscuotere grande successo il dramma “La Sgualdrina Timorata” di J. P. Sartre nell’allestimento scenico della Compagnia Teatrale Unicorno di Vinci. L’opera è infatti fra le finaliste del concorso “IL TOSCANELLO” organizzato dalla F.I.T.A. – Federazione Italiana Teatro Amatori– Provinciale di Lucca e dalla F.I.T.A. Regionale della Toscana in collaborazione con il Comune di Lucca, al Teatro Comunale “Idelfonso Nieri” di Ponte a Moriano (Lucca).

La compagnia Unicorno andrà in scena poprio nel teatro lucchese sabato 8 novembre alle ore 21.15.

 

 

La trama: Louisiana, 1939. In un Paese in cui l’integrazione reale fra popolazione bianca e popolazione nera, seppur sancita dalla legge, è ancora un’utopia, si svolge questo intenso dramma dai colori accesi, denso di emozioni e sensazioni.
Lizzie, prostituta d’alto bordo, si trova suo malgrado protagonista di fatti che la scuotono e la sconvolgono, al centro di una spietata caccia al nero, accusato (INNOCENTE) di averla violentata.
Ma la società (sobillata dai potenti, che vogliono coprire ben altro crimine ottemperato per mano di uno di loro), chiama a gran voce una vendetta spietata quanto inutile.
Amore, rabbia, dolore, desiderio di giustizia, buoni e cattivi sentimenti… si alternano in una danza che travolge i protagonisti fino a condurli ad un inaspettato finale.
Trionferà la cattiveria, insita, si dice in ogni cuore umano? O sarà la naturale inclinazione dell’uomo alla bontà a vincere?

È soprattutto un’appassionata protesta in nome dell’uguaglianza e della fratellanza umane. J.P. Sartre prende di mira il razzismo e l’ ipocrisia borghese statunitense del primo Novecento. L’intento è quello di evidenziare come i personaggi della storia siano al tempo stesso i prodotti e le vittime di certe strutture collettive, che altro non sono che un reciproco condizionarsi degli individui medesimi.

La storia è avvincente, vera, densa, capace di trasportare in un tempo lontano, ma per molti aspetti, purtroppo, ancora molto attuale.
L’animo umano viene scandagliato e denudato attraverso la psicologia dei personaggi.
La conclusione ha un sapore dolce-amaro, un po’ come la vita, che affligge e delizia in egual misura.

INTERPRETI:

YLENIA SPINELLI (LIZZIE)

MATTIA RIGATTI (FRED)

LAUTARO OLIVARI (IL NERO)

LUIGI PALANDRI (IL SENATORE CLARKE)

MATTIA ALOI (JOHN)

REGIA FABIOLA VERACINI

Note di Regia: Per la messa in scena di questo dramma intenso e toccante – dice la regista Fabiola Veracini -, ho scelto un’impronta il più possibile reale e in linea con il pensiero del tempo. Alcuni termini possono risultare antiquati, altri addirittura anacronistici. Tuttavia, ritenendoli parte integrante del testo, li ho lasciati come nell’originale. Una nota particolare va all’uso della parola “negro”, usata dall’autore, che ho deciso di non sostituire con un più neutro e rispettoso “nero” per meglio rendere, nel suo significato più dispregiativo, l’intenzione razzista imperante all’epoca in cui si svolgono i fatti. La parola appare nuda e cruda nel testo, pertanto lì è rimasta, biasimabile baluardo di un’epoca ormai – speriamo tutti – lontana, che non deve essere dimenticata.

Nella regia non ci sono particolari artifici scenici, le luci e il suono sono essenziali. Questo per mettere in risalto le parole dei personaggi, le loro emozioni, la loro articolata e complessa psicologia.

La mia regia, qui, è tutta dedicata alla costruzione del personaggio, alla sua spazialità, alle sfumature e ai fantasmi della sua anima.

Fonte: Compagnia Teatrale Unicorno di Vinci

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