Teatro Pontedera

venerdì 15 Novembre 2019

La Gioia uno spettacolo di Pippo Delbono al Teatro Era

Venerdì 15 novembre alle 21, al Teatro Era (Pontedera) va in scena “La gioia” di Pippo Delbono, che arriva dopo il successo europeo, che ha visto il Théâtre du Rond Point di Parigi sold out per ben tre settimane.

Compagnia Pippo Delbono
LA GIOIA
uno spettacolo di
Pippo Delbono

con
Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono,
Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia,
Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella
e con la voce di Bobò

“La gioia” è uno spettacolo sul sentimento più bello e misterioso, frutto di una circostanza unica e di un viaggio attraverso i sentimenti più estremi come l’angoscia, il dolore, la felicità, l’entusiasmo. Un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli si fondono con la magia del circo, i colori dei clown e la malinconia del tango, in una girandola caleidoscopica di maschere, storie personali, stati d’animo, lungo il viaggio sempre unico di un racconto semplice ed essenziale.
Questa creazione di Pippo Delbono diventa un cammino verso la gioia che prosegue con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa. Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continuerà ad essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena in questo nuovo viaggio verso la gioia. Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire attraversare i sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere di questa gioia. Ecco allora il circo, coi suoi clown e i suoi balli. Ecco pure il ricordo di uno sciamano che con la follia libera le anime. Ecco quindi malinconie di tango e grida soffocate in mezzo al pubblico. Ecco una pienezza di visioni, che si susseguono, si formano, si confondono e si perdono una via l’altra, decine di barchette di carta, sacchi di panni colorati a comporre, sembra, quel «mare nostro che non sei nel cielo» della laica preghiera di Erri De Luca, fino all’esplosione floreale, creata da Delbono assieme a Thierry Boutemy, il fleuriste normanno di stanza a Bruxelles e abituato a lavorare in lungo e in largo per il mondo. Gli attori di Delbono salgono così sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono, ognuno con il suo diverso sentire, il pubblico per mano e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. Storie personali, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Così, se ogni replica è la tappa di un viaggio, ogni frammento che compone lo spettacolo è un singolo passo. Il viaggio non si arresta mai, così come la girandola caleidoscopica di sentimenti e immagini. Ogni replica regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia.

Venerdì 15 novembre alle 19 Pippo Delbono salterà il pubblico e racconterà il suo rapporto con il Teatro Era.

Info su www.teatroera.it

NOTE DI REGIA
Ho scelto di intitolare questo mio nuovo spettacolo “La gioia”, una parola che mi spaventa, che mi ricorda immagini di famiglie felici, bambini felici, paesaggi felici. Tutti morti, tutti finti. Ero partito da “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj: in questo racconto il personaggio principale, nei suoi ultimi attimi di vita, ripercorre la sua esistenza e tutti i periodi più tristi della sua vita con uno sguardo nuovo carico di pace e dolcezza. Questo è stato il punto di partenza. Più tardi questo percorso ha preso altre strade. “La gioia” è l’ultima tappa di un cammino che sto facendo da più di 20 anni con la mia compagnia. Questa mia compagnia che è nata da incontri. Con attori, danzatori, ma soprattutto con persone. Che provengono da luoghi diversi della vita. Penso soprattutto a Bobò, recentemente scomparso, che è stato 47 anni in un manicomio. Sordomuto, analfabeta. Che è diventato il protagonista assoluto di tutti i miei spettacoli, di tutti i miei film e delle mie opere liriche, a cui è stata dedicata adesso una grande retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. Un uomo che ha rivoluzionato i linguaggi del teatro. Il suo essere diverso ha contaminato fortemente il mio lavoro. E questo spettacolo è il cuore di questa storia.
La gioia io lo chiamo anche un cammino verso la gioia: è uno spettacolo che attraversa il dolore, la lotta per cercarla, quella gioia.
In questo spettacolo sono ritornato come nei miei primi lavori in uno spazio vuoto, più essenziale, più povero. Che viene via via coperto di elementi, che ci portano in altri luoghi, come fossero le stagioni di un tempo che passa. Così nello spettacolo a un certo punto dico a Gianluca, che porta in quel momento il segno poetico del circo: il dolore passerà, la tristezza passerà, e tornerà la gioia. C’è un po’ tutta la storia di questa mia compagnia in questo spettacolo. E l’incontro con loro, con queste persone. È uno spettacolo sull’incontro.
Un attraversamento della follia. Mia, nostra, e del nostro tempo. In questa follia di questo tempo buio, nero, fatto di buchi neri, voglio ancora gridare: più luce, datemi più luce. Pippo Delbono

Pippo Delbono, attore, autore e regista, nasce a Varazze nel 1959.
Inizia la sua formazione nel teatro di tradizione, ma poi, in Danimarca, si dedica allo studio dei principi del teatro orientale, attraverso un rigoroso lavoro sul corpo e sulla voce. In Germania, poi, è invitato da Pina Bausch a partecipare al suo lavoro.
Nei primi anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono con la quale realizza quasi tutti i suoi spettacoli, da Il tempo degli assassini (1987) a La Gioia (2018). Le sue non sono messinscene di testi teatrali ma creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori destinato a crescere nel tempo. L’incontro con persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione determina una svolta nella sua ricerca poetica: nasce così Barboni (1997). Alcuni di questi attori – tra cui Bobò, sordomuto incontrato e fatto uscire dal manicomio di Aversa dopo un internamento durato 45 anni e recentemente scomparso- hanno consolidato il loro lavoro all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale dell’esperienza.
Gli spettacoli – La rabbia, dedicato a Pasolini, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la battaglia, Racconti di giugno, Orchidee, Vangelo, La gioia- oltre a quelli già citati, sono stati presentati in più di cinquanta paesi nel mondo, in teatri e festival come quello di Avignone, che ha ospitato molte creazioni della compagnia, il Grec di Barcellona, Il Theater Spektakel di Zurigo, il Festwochen di Vienna, il Festival TransAmériques di Montreal, la Biennale di Venezia ecc.

Numerosi teatri, come il Théâtre du Rond-Point di Parigi, il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Argentina di Roma, tra gli altri, ospitano regolarmente i suoi spettacoli.

Enrico V – la sua unica creazione basata su un testo teatrale – è il solo allestimento italiano tratto da Shakespeare andato in scena alla Royal Shakespeare Company.

Lo spettacolo Vangelo (2016) è stato realizzato e coprodotto con il Teatro Nazionale Croato di Zagabria con gli attori della sua compagnia insieme ad attori, danzatori, musicisti e coro dell’istituzione croata, e ai rifugiati del centro profughi PIAM di Asti. Lo spettacolo ha due versioni: una operistica, con orchestra e coro, che ha debuttato al Teatro Comunale di Bologna, e una versione di prosa che ha debuttato al Theatre Vidy di Losanna. Le musiche dello spettacolo sono di Enzo Avitabile che per le stesse ha vinto il premio Ubu.

La sua ultima creazione teatrale, La gioia, ha debuttato a marzo 2018 ed è stata presentata a Delhi e Bhopal (India), all’Hong Kong Arts Festival, a Shizuoka (Giappone), in Tunisia, Spagna, Portogallo, ecc. ed è in tournée nella stagione 2019/20.

Da diversi anni Pippo Delbono indaga anche sul linguaggio cinematografico.

Nel 2003 in seguito alla tournée in Israele/Palestina gira il lungometraggio Guerra, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del David di Donatello come miglior documentario. Il suo secondo film, Grido (2006), è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma e ha vinto il premio alla miglior interpretazione, ex acqueo tra Delbono e Bobò, al Festival del Cinema del Reale 2016 di Lecce. Nel 2009 realizza il lungometraggio La paura, girato interamente con un telefono cellulare, riversato su pellicola dalla Cineteca di Bologna e presentato in selezione ufficiale al Festival del Cinema di Locarno nel 2009 nell’ambito di una retrospettiva dedicata alla sua produzione cinematografica che comprendeva anche le versioni filmiche degli spettacoli Il silenzio e Questo buio feroce.
Nel 2013 è uscito nelle sale in Italia e in Francia il suo film Amore carne, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti alla 68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2011, vincitore del gran premio del Festival di Nyon, considerato da Le Monde tra i migliori film dell’anno. Il suo cortometraggio Blue sofa, realizzato insieme a Lara Fremder e Giuseppe Baresi, ha vinto il gran premio al Festival di Clermont Ferrand. Il suo film Sangue è stato presentato, unico italiano in concorso, al 66° Festival di Locarno, agosto 2013, dove ha vinto il premio della International Federation of Film Societies, e al Lisbona Doc Festival dove ha vinto la Menzione d’Onore e al Zagreb Film Festival dove ha vinto il Gran Premio del pubblico.

Il cortometraggio La Visite, creato su richiesta del Ministero della Cultura francese, interamente girato alla reggia di Versailles, con protagonisti Bobò e l’attore francese Michael Lonsdale, è stato presentato al Festival di Cinema sull’Arte al Museo del Louvre, e ha vinto i principali premi dei Festival del Cinema del Reale dei Lisbona e Rio di Janeiro.

Nel 2014 il festival di La Rochelle ha dedicato un omaggio al suo cinema presentando tutti i suoi films, e la città di Wroclaw, capitale europea della cultura 2016, ha presentato la stessa retrospettiva completa nel luglio 2016.

Il suo film Vangelo, interpretato dai rifugiati del centro profughi PIAM di Asti, coproduzione italo-franco-belga-svizzera, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016 nell’ambito delle “Giornate degli autori”, e in prima francese, all’undicesima edizione delle Giornate internazionali del Cinema sull’Arte al Louvre e in diversi altri festival internazionali, e poi trasmesso sulla rete franco-tedesca Arte.

Come interprete ha partecipato ai film Io sono l’amore di Luca Guadagnino (2009), Io e te di Bernardo Bertolucci (2012), Un castello in Italia di Valeria Bruni-Tedeschi (2013), Cha cha cha di Marco Risi (2013), Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway (2014), Pulce non c’è di Giuseppe Bonito (2014), La ragazza del mondo di Marco Danieli (2016), Falchi di Toni D’Angelo (2017), Un tramway a Gerusalemme di Amos Gitai (2018), Lucania di Gigi Roccati (2019), tra gli altri.

Per il Teatro Sperimentale di Spoleto ha firmato la regia dell’opera lirica Studio per Obra Maestra nel 2007, per il Teatr Wielki di Poznan, Polonia, il Don Giovanni (2014), per il Teatro San Carlo di Napoli Cavalleria rusticana nel 2012 (Premio Abbiati) e Madama Butterfly nel 2014, per il Teatro Massimo di Palermo la regia della versione scenica della Passione secondo Giovanni di Bach (2017), per l’Opera di Roma Pagliacci (2018). Nel 2011 realizza la performance Rosso Bordeaux presentata nella Place de la Comédie a Bordeaux per Evento, il festival diretto da Michelangelo Pistoletto, con il musicista Alexander Balanescu e il coro dell’Opéra di Bordeaux. Nel 2011 il Residenz Theater di Monaco di Baviera gli commissiona un lavoro come regista ospite dello stabile tedesco: nasce così Erpressung (Il ricatto), la sua prima creazione con attori non appartenenti alla sua compagnia. Lo spettacolo debutta a Monaco il 14 gennaio 2012 ed entra a far parte del repertorio del teatro.

Con il violinista Alexander Balanescu realizza e porta in tournée il concerto Amore e carne; con la cantante Petra Magoni e la musicista Ilaria Fantin Il sangue, sull’Edipo di Sofocle; con Piero Corso La notte, sui testi di François e Bernard-Marie Koltés; e con Enzo Avitabile Bestemmia d’amore.

Ha pubblicato con Ubulibri Barboni – Il teatro di Pippo Delbono, con le edizioni Actes Sud Mon théâtre (edito in Romania con il titolo Teatrul Meu), Récits de juin e Regards; con le edizioni Les Solitaires Intespestifs Le corps de l’acteur; con le edizioni Punto Aparte El teatro de la rabia; con Garzanti Racconti di giugno; con Barbès editore Corpi senza menzogna e Dopo la battaglia; con le edizioni Clichy Sangue e L’uomo caduto sulla terra, mentre diversi libri sono stati pubblicati sulla sua esperienza teatrale e cinematografica in diversi paesi del mondo. Nel 2017 è stato pubblicato il libro La possibilità della gioia da Edizioni Clichy: un dialogo fra racconto e analisi condotto da Gianni Manzella con Pippo Delbono sul viaggio che, da più di un ventennio, segna il percorso artistico di Delbono e della sua Compagnia. Nel 2018 la casa editrice francese Actes Sud ha pubblicato il suo ultimo libro di “confessioni” Il dono di sé tradotto recentemente in lingua rumena.

Ha ottenuto, tra gli altri, il premio speciale Ubu per Barboni, il Premio della Critica per Guerra, i Premi Olimpici per l’Innovazione teatrale per Gente di plastica e Urlo e a Wroclaw, Polonia, nel 2009, ha ricevuto il Premio Europa per le nuove realtà teatrali.

Lo spettacolo Dopo la battaglia, che vede la partecipazione, oltre alla sua compagnia, del violinista Alexander Balanescu e dell’étoile dell’Opéra di Parigi Marie-Agnès Gillot, ha vinto il Premio Ubu 2011 come miglior spettacolo.

Ha presentato alla Maison Rouge di Parigi, galleria di riferimento per l’arte contemporanea, la sua mostra installazione Ma mère et les autres. Da ottobre a novembre 2018 il Centro Pompidou di Parigi ha presentato una grande retrospettiva del suo cinema e la mostra installazione La mente che mente. La retrospettiva cinematografica e l’evento hanno avuto un’affluenza di circa 18.000 persone nell’arco del mese. La mente che mente sarà presentata al Musee des Beaux Arts di Bruxelles.

BIGLIETTI
Intero € 20,00 – Ridotto € 18,00 – Under 26 € 12,00
Biglietteria Teatro Era
Via Indipendenza, s.n.c. – Pontedera (Pisa)
Mail: teatroera@teatrodellatoscana.it – Telefono: 0587.213988

Biglietteria online
www.ticketone.it
I biglietti sono in vendita anche presso il Circuito Regionale Box Office
c/o Teatro Era – Via Indipendenza, s.n.c. – 56025 Pontedera (PI)
tel: +39 (0)587 213988
teatroera@teatrodellatoscana.it

Teatro Era
Parco Jerzy Grotowski – Via Indipendenza
56025 – Pontedera (PI)
tel. +39 0587 55720/57034 – fax +39 0587 213631

Fonte: Ufficio Stampa

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