Cultura Firenze

venerdì 22 Novembre 2013

“Il viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori per incontrare gli internati”: l’iniziativa fa tappa in Toscana

 

Chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l’apertura di Centri di Salute Mentale h24: sono queste le ragioni che portano di nuovo in viaggio Marco Cavallo, il grande cavallo azzurro di cartapesta (alto quasi 4 metri)  che nel 1973 a Trieste ruppe i muri del manicomio di San Giovanni dando il via all’inarrestabile processo di cambiamento e alla Legge 180. Marco Cavallo è la storia della libertà riconquistata dagli internati e della possibilità che le persone hanno di realizzare i propri desideri. Ha viaggiato, senza mai fermarsi, per raccontare le cose straordinarie che sono accadute e che hanno restituito possibilità e speranza a milioni di persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale.

 

L’iniziativa dal titolo “Il viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori per incontrare gli internati”  si  svolgerà dal 12 al 25 novembre 2013 ed  è promossa a livello nazionale da un cartello di istituzioni e associazioni riunite sotto il nome di stopOPG e da Edizioni alphabeta Verlag con la sua collana “180 – archivio critico della salute mentale”. Significativi i nomi del mondo politico, del teatro, della musica, del cinema e del giornalismo che incroceranno il suo percorso: Gino Paoli, Massimo Cirri, Ida de Benedetto, Fabrizio Gifuni, Lella Costa, Sonia Bergamasco, Giuliano Scabia.

 

I sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani (Barcellona Pozzo di Gotto – Messina, Aversa, Napoli Secondigliano, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere – Mantova), sono ancora in funzione, con oltre mille persone internate, rinchiuse in luoghi che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio alla Nazione di fine 2012 ha definito “indegni per un Paese appena civile”. Per portare all’attenzione dei cittadini e dell’Istituzioni italiane questa situazione il comitato stopOPG, con il coinvolgimento delle associazioni che lo compongono e delle associazioni regionali delle città tappa, ha chiesto a Marco Cavallo di riprendere il suo viaggio, dopo quello intrapreso a maggio tra Brescia, Castiglione delle Stiviere e Reggio Emilia.

 

Il Cavallo partirà martedì 12 novembre da Trieste per viaggiare in tutta Italia attraverso 10 Regioni: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Toscana,  Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia. Farà  tappa nei sei manicomi giudiziari e in alcune delle sedi dei nuovi mini OPG; si fermerà anche a Roma, in Parlamento. 16 le città che verranno toccate,  13 giorni in giro per l’Italia  per un totale di 3.500km.  

 

Ma dove si potrà incontrare Marco Cavallo? Ecco le tappe del suo viaggio:

 

Martedì 12 novembre –       TRIESTE

Giovedì 14 novembre – TORINO e GENOVA

Venerdì 15 e sabato 16 novembre – GENOVA e LIVORNO

Domenica 17 novembre – PALERMO

Lunedì 18 novembre – BARCELLONA POZZO DI GOTTO (OPG)

Martedì 19 novembre – AVERSA (OPG) e NAPOLI SECONDIGLIANO (OPS)

Mercoledì 20 novembre – NAPOLI e ROMA

Giovedì’ 21 novembre – ROMA e L’AQUILA

Venerdì 22 novembre – MONTELUPO FIORENTINO (OPG) e FIRENZE

Sabato 23 novembre – REGGIO EMILIA (OPG) e  CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (OPG)

Domenica 24 novembre – MILANO LIMBIATE (ex OP di Mombello) – MILANO ( ex OP P. Pini)

Lunedì 25 novembre – MILANO e rientro a TRIESTE

 

Ma cosa sono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari? Codificati con la sigla OPG, sono figli dei manicomi criminali dell’Ottocento, strutture in cui soggetti affetti da disturbi mentali che abbiano commesso reati penali, non scontano una pena, ma, benché prosciolti perché infermi di mente, sono sottoposti a una misura di sicurezza.

Alcuni degli internati sono individui prosciolti per vizio totale di mente, dichiarati socialmente pericolosi e per questo, “evitando” la carcerazione vengono accolti in OPG. Altri ancora, considerati semi infermi di mente e socialmente pericolosi, vengono processati e condannati, ma considerando la pericolosità sociale questi possono essere obbligati a una ulteriore misura di sicurezza. Altri sono i condannati, individui giudicati in grado di intendere e di volere, già reclusi in carcere che durante l’esecuzione della pena sono colpiti da infermità psichica. Queste categorie rappresentano circa il 90% della popolazione degli Opg. La rimanente piccola parte è costituita da condannati con vizio parziale di mente, imputati detenuti in ogni grado del giudizio e condannati che vengono sottoposti a osservazione psichiatrica e, in ultimo, da imputati in attesa di giudizio definitivo ai quali sia stata applicata una misura di sicurezza provvisoria, in considerazione della loro presunta pericolosità sociale. L’attuale numero di persone presenti nei sei Ospedali psichiatrici giudiziari del nostro Paese si attesta a poco tra i 1.000 e i 1300, dei quali oltre la metà potrebbe già oggi essere presa in carico dai Dipartimenti di Salute Mentale dei territori di provenienza.

 

L’impresa della chiusura degli OPG non è cosa da poco. Nel 2010 una Commissione parlamentare denuncia con parole insolite e pesanti come macigni, la condizione di vita di questi internati. I parlamentari entrano in questi luoghi e non credono ai loro occhi di fronte a tanto orrore. Il prezioso lavoro della Commissione Marino ha portato a una presa di coscienza sul piano generale e su quello politico della questione, tanto da portare al varo di una legge (la n. 9/2012) che prescrive con date e indicazioni più o meno adeguate la chiusura degli OPG. Ottimisticamente si disse entro marzo 2013, termine oggi prorogato ad aprile 2014. Tuttavia questa legge non potendo affrontare alla radice il problema (Codice Rocco del 1930, revisione dei concetti di imputabilità, pericolosità sociale, misura di sicurezza) suggerisce un compromesso che, a parere di stopOPG, finisce solo per regionalizzare, anziché chiudere definitivamente, gli OPG. Il Governo infatti decide di mettere a disposizione delle Regioni, oltre a 55 milioni all’anno per assumere personale, più di 150 milioni di euro per costruire o ristrutturare – in ciascuna regione – luoghi idonei all’esecuzione della “misura di sicurezza”. Luoghi che, fermo restando il modello culturale e giuridico di riferimento, anche se ridotti per dimensione e si dice “più ordinati e sanitarizzati”, restano dei luoghi di sofferenza, separazione e custodia, riproducendo a dispetto della Legge 180, istituzionalizzazione, riduzione del disagio mentale a pericolosità sociale. Luoghi in cui si vogliono trasferire e rinchiudere gran parte degli internati: sono infatti previsti oltre mille posti. Questo non è il superamento degli OPG. Quelle che dovevano essere poche strutture “residuali” stanno diventando l’unica soluzione.

 

In alternativa è oggi ampiamente dimostrato, persino da due sentenze della Corte Costituzionale, che le persone possono (“devono”) essere prese in carico dai Dipartimenti di Salute Mentale, con programmi e con risorse ad essi riservati. Un forte servizio di salute mentale territoriale (h24) e una adeguata e pronta assistenza in carcere riducono e alla fine rendono inutile il ricorso a forme speciali di detenzione. A questo deve essere destinato il finanziamento non a nuovi manicomi.

 

Si apre qui un problema che va sottolineato che è quello del rafforzamento delle reti territoriali e la riconsiderazione dei compiti, ancora più delicati, degli operatori e dei ruoli che in accordi e intese locali dovranno assumere tutti gli attori del territorio. La mancata chiusura degli OPG è, anche, lo specchio di come funzionano (o non funzionano) i servizi di salute mentale nel territorio”.

 

É per tutto questo che si ribadisce che il viaggio di Marco Cavallo, insieme a stopOPG, è un viaggio di denuncia con il quale, oltre a ribadire la necessaria chiusura degli OPG, si vuole dire no anche alle “strutture speciali” (i mini OPG) che si stanno progettando nelle regioni e nei quali trasferire e rinchiudere di nuovo gli internati. Con il rischio, come si diceva, che si aprano al posto dei vecchi manicomi giudiziari, nuovi piccoli manicomi regionali, dove il compito dello psichiatra e degli operatori ritorna ad essere il controllo sociale. Curare tornerà custodire.

 

Al loro posto, le realtà che fanno parte di stoOPG chiedono a gran voce, l’apertura dei Centri di Salute Mentale h24. Chiudere gli OPG significa trovare reali percorsi alternativi per queste persone che, se riportate nei territori di provenienza, costituiscono, ognuno, un “problema” non impossibile da affrontare. Significa promuovere accoglienza e cura per le persone che vivono l’esperienza con Centri di salute mentale accoglienti, aperti 24 ore, integrati con i servizi territoriali, con la progettazione di forme abitative sostenute, di formazione al lavoro e di inclusione lavorativa e sociale, capaci concretamente di “prendersi carico” delle persone e dei loro familiari, come ha stabilito la legge 180 e come è successo dove i servizi di salute mentale sono visibili, attraversabili e vicini.

 

Per questo il Viaggio di Marco Cavallo con stopOPG coinvolge direttamente chi lavora per la Salute Mentale. Perché sappiamo che la qualità dei Servizi è assicurata dal Lavoro: migliaia di operatori sono impegnati ogni giorno nei servizi pubblici del Dipartimento di Salute Mentale (DSM), nelle comunità e nelle cooperative del privato sociale. E’ per questo che i finanziamenti per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari devono andare ai DSM per nuove assunzioni e progetti terapeutici individuali, finanziati attraverso budget di salute. Riconoscendo così il Lavoro degli operatori come motore del cambiamento.

 

Chiudere gli OPG potrebbe anche stimolare l’attivazione di micro imprese sociali (cooperative, associazioni di scopo, privati…) che, nel costruire e dimensionare l’intervento intorno alle persone in collaborazione con i Servizi di Salute Mentale e comunitari, possono coinvolgere giovani operatori, studenti, cittadini in attività lavorative e di volontariato. Il valore dell’impresa, per quanto non gigantesco, è tuttavia cospicuo. Basti pensare che in un’operazione di rientro di un internato in un proprio territorio lo Stato e le Regioni potranno mettere a disposizione per ciascuno circa 50 mila euro all’anno per i primi tre anni. Capitali che si potranno riversare sui territori di provenienza per l’attivazione dei servizi sopra indicati, generando nuove possibilità lavorative e nuovi progetti.

 

INIZIATIVE COLLATERALI

 

1.  Collana 180 – Archivio critico della salute mentale e Marco Cavallo (Edizioni alphabeta Verlag)

Con Marco Cavallo viaggeranno i libri della Collana 180. Un’iniziativa editoriale che vuole riconoscere le tante cose che in questi anni sono avvenute nel campo della salute mentale. Muove i suoi primi passi da Trieste per percorrere la vasta rete delle buone pratiche, incontrare la storia del cambiamento delle singole persone e raccontare le straordinarie imprese sociali che si sono sviluppate intorno alla questione psichiatrica. La Collana 180 interpreta un bisogno di conoscenza e cerca di sviluppare un “pensiero critico”. Entra nel mercato editoriale nel 2010: una scommessa non facile, che però Aldo Mazza, direttore di Edizioni alphabeta Verlag, ha accettato disponendone con professionalità l’inserimento nel proprio catalogo.  La Collana si articola intorno a 4 grandi aree tematiche: Narrazioni, Riproposte, Attualità, Traduzioni. www.alphabetaverlag.it/180

 

2.  Una sottoscrizione per aiutare il viaggio di Marco Cavallo

É attiva una sottoscrizione del comitato stopOPG con raccolta fondi, i cui proventi saranno destinati a sostenere il progetto. Per aiutare il viaggio di Marco Cavallo di può fare un versamento:

–          direttamente nei punti di raccolta fondi

–          tramite bonifico bancario presso BANCA ETICA c/c 158957

IBAN IT62P 05018 03200 000 000 158957

intestazione e causale:“Viaggio Marco Cavallo stopOPG”

 

 

L’iniziativa, presentata a Trieste questa mattina nella sede della Provincia di Trieste, è realizzata in collaborazione con Regione Autonoma FVG, Provincia di Trieste, Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, Comune di Muggia, Porto Livorno 2000. Con il contributo di Siae e il patrocinio dell’Acri – Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa.

 

Info su: www.stopopg.it   – www.forumsalutementale.it

Fonte: Ufficio Stampa

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