Cultura Firenze
da sabato 20 Dicembre 2014 a domenica 1 Febbraio 2015
Icone ortodosse collezionate dai Medici in mostra alla Galleria degli Uffizi
Sono 81 le icone russe, provenienti dalle gallerie fiorentine, il più antico nucleo collezionistico di questo tipo di opere esistente al di fuori del mondo ortodosso che saranno in mostra dal 20 dicembre al 1 febbraio 2015 nella galleria degli Uffizi. La rassegna, ideata dalla Galleria degli Uffizi, promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo e Daniela Parenti, è parte integrante del ciclo ‘i mai visti’, che ogni anno offre al pubblico l’opportunità di approfondire temi legati ad opere poco note delle sue collezioni. In esposizione, icone appartenenti alla prima metà del XVIII secolo,appartenenti alle collezioni medicee, ma anche due esemplari più antichi: si tratta di un’icona mariana e quella raffigurante la Decollazione del Battista, databili fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII, che conservano ancora la coperta d’argento, detta oklad, utilizzata per renderli adatti al gusto principesco della residenza di Palazzo Pitti.
“Le icone russe – sottolinea la curatrice Daniela Parenti – giunsero agli Uffizi da Palazzo Pitti nel corso della risistemazione della Galleria promossa da Pietro Leopoldo, che comportò lo spostamento di intere branche del collezionismo mediceo e il trasferimento di molti capolavori agli Uffizi dalle regge granducali. Le icone furono sistemate nel “Gabinetto di pitture antiche” come significative testimonianze della riscoperta delle antichità cristiane e della pittura delle origini, ed introducevano ai dipinti toscani a fondo oro come pure ai capisaldi del primo di Rinascimento di Angelico, Paolo Uccello, fino a Botticelli accanto a coppe paleocristiane, smalti e mosaici. Questo insolito, ma innovativo accostamento di opere “primitive” fu smantellato alla fine del XVIII per far posto a un diverso ordinamento e le icone russe furono relegate nella villa medicea di Castello, dove rimasero fino al XX secolo. Depositate quindi a Palazzo Pitti e poi alla Galleria dell’Accademia, tornano nuovamente agli Uffizi, in virtù degli spazi in accrescimento del progetto Nuovi Uffizi”.
Fonte: ANSAEventi simili
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