Cultura San Miniato

giovedì 31 Ottobre 2013

Haiti e Repubblica Dominicana, una salto sull’isola senza mare. Proseguono gli incontri di “AmorAmerica”

 

Dopo il grande successo del primo incontro su Cile e Argentina con Enrico Calamai al Circolo La Perla di Montecalvoli, prosegue “AmorAmerica”, la rassegna sull’America Latina organizzata dall’Arci della Zona del Cuoio per approfondire la conoscenza di un continente ricco di esperienze progressiste come anche di aree fortemente sottosviluppate.

Il prossimo giovedì 31 ottobre alle ore 21 presso la Casa Culturale di San Miniato basso (il Sombrero) si parlerà di Haiti e Repubblica Dominicana con Andrea Semplici, giornalista e fotografo, Carla Cocilova, responsabile del settore Internazionali di Arci Toscana e Carmelita Mattucci, di Arci Siena. Introduce e coordina Marcello Cavallini. Al termine dell’incontro verrà offerto un piccolo rinfresco.

 

 

Nella Repubblica Dominicana lavorano come fantasmi migliaia di haitiani, tagliando canna da zucchero in condizioni di atroce sfruttamento. Vivono in villaggi invisibili, perennemente nascosti dalle altissime piantagioni. Non hanno diritti, non hanno nome, non hanno certificato di nascita. Hanno solo storie incredibili da raccontare. Andrea Semplici, giornalista e fotografo, uno dei principali animatori della rivista di reportage on-line “erodoto108” (www.erodoto108.com), per mesi ha vissuto in questi villaggi al confine tra Haiti e Dominicana. Ha raccontato la sua esperienza in un libro sconvolgente, “L’isola lontana dal mare”, in cui ci racconta di quell’isola nell’isola che non finisce sui cataloghi patinati delle agenzie di viaggio, dove si intrecciano le storie e i destini dei tagliatori haitiani, sospesi tra riti ancestrali e il desiderio di un presente più giusto.

 

Haiti e Repubblica Dominicana, due paesi così diversi, fanno entrambi parte dell’isola caraibica di Hispaniola, una delle prima terre scoperte da Cristoforo Colombo e colonizzate dai conquistatori spagnoli, che sfruttarono selvaggiamente gli indigeni fino a causarne l’estinzione. Nel 1791 Haiti conquistò, prima nazione latinoamericana, l’indipendenza, grazie alla rivolta degli schiavi africani, importati anni prima a centinaia di migliaia per sopperire alla mancanza di manodopera, e che presero il potere sotto la guida di Toussaint Louverture e di Dessalines, anch’essi schiavi africani. Fu la prima vittoriosa rivoluzione dell’America latina.

 

Nel 1914 gli Stati Uniti invasero l’isola, rimanendovi fino al 1934. Quando se ne andarono lasciarono al governo della Repubblica Dominicana il dittatore Trujillo, che nel 1937 ordinò il massacro di tutti gli haitiani presenti in quella nazione. A migliaia vennero assassinati a colpi di machete in una gigantesca pulizia etnica. Trujillo rimase in carica fino al 1961, quando fu ucciso in un attentato della resistenza interna. Anche Haiti visse la feroce dittatura con Papa Doc Duvalier, che con i tontons macoutes, gli squadroni della morte, si rese responsabile di indicibili massacri ai danni della popolazione fino al 1971, anno della sua morte. Gli successe il figlio Baby Doc, che fu costretto all’esilio dalle pressioni internazionali nel 1986.

La storia ha strutturato in modo diverso quest’isola divisa a metà: la Repubblica Dominicana, ispanica, prevalentemente bianca e meticcia, ha sviluppato negli anni un certo livello di vita mediamente diffuso, almeno in alcune classi sociali; Haiti, francofona e nera, frequentemente scossa da terremoti e uragani, è il paese più povero dell’America Latina. Dove queste contraddizioni si scontrano, al confine tra le due nazioni, si generano situazioni inimmaginabili ed imprevedibili. Quasi mai in senso positivo.

 

Fonte: Arci Zona Cuoio

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