Teatro San Casciano Val di Pesa

sabato 5 Ottobre 2019

Goodness Airport in prima nazionale a San Casciano Val di Pesa

Attraverso gli occhi di Bertolt Brecht, una nuova pagina di teatro per uno sguardo sugli Dei del nostro mondo e sulla loro incapacità di gestire uno sviluppo che sfugge e sembra non portare da nessuna parte. In prima nazionale debutta lo spettacolo “Goodness Airport”. Sabato 5 ottobre 2019 alle 21,00 al Teatro Comunale Niccolini a San Casciano Val Di Pesa (Firenze), all’interno del Festival Internazionale Teatro Azione “Amore e Rivolta”.

Per la regia di Patrick Duquesne, con Marco Borgheresi, Aurélie Henceval, Ahmad Malas, Mohamad Malas, Samuel Osman e Fernando Zamora. Costumi e scenografia Michaël De Clercq. Creazione luci Marco Messeri.

Coproduzione Arca Azzurra Teatro e Collectif Libertalia (Bruxelles-BE). Per informazioni: info@arca-azzurra.it e www.arca-azzurra.it.

Lo spettacolo
Spinto da un’irresistibile voglia di capire la propria epoca, Olam, che sicuramente non è un dio come gli altri, è giunto sulla terra alla ricerca di Anime Buone. Così facendo, disubbidisce palesemente ai suoi Padri, la cui interdizione di ogni contatto col mondo profano deriva da un viaggio simile, finito male, nel secolo precedente. Violando il divieto celeste Olam, in incognito, mette piede in un aeroporto. Accolto da Samuel e Wang, due giovani figli del proprio tempo, prova a scovare la bontà per premiarla. È convinto che i regali offerti a Sara, una giovane prostituta, e a Farhan, un migrante siriano, non potranno che migliorare la loro sorte. Verrà però deluso.

Premiare la bontà non produce sempre gli effetti desiderati. ‘Siate buoni!’ si trasforma in un’ingiunzione impossibile quando uno deve seguire le regole del commercio, o decidere quale parte del mondo propone migliori condizioni di vita. A questo punto Olam dovrà farsi qualche buona domanda: come mai la bontà si ferma sulla soglia del capitalismo? In un’Europa sconvolta dalla mondializzazione del commercio e dalle migrazioni di massa, tenterà di capire perché la democrazia picchia manifestanti e affoga migranti ai confini.

Di fronte a domande difficili, sempre più spesso causa di scontri, incomprensioni e rabbia, come reagire oggi? Possibile conciliare business e bontà? Come si fa a non essere cattivi quando non si riesce a sfamarsi? E di fronte alle immense migrazioni della nostra epoca, bisogna veramente chiudere la porta? Senza pretese, armato delle sole osservazioni trovate nei quaderni di Brecht, Olam cercherà, non senza rischi, di proporre alcune risposte.

Andare alla ricerca de L’anima buona del Sezuan è un atto estremamente contemporaneo. Perché oggi, agli albori del XXI secolo, a più di 80 anni dalla creazione di una delle opere teatrali più famose e gioiose di Brecht, avremmo finalmente risolto l’immenso dilemma di Shen Te, l’eroina di Brecht? Avremo finalmente finito con questo mondo dove moltitudini di Shen Te vedono il loro ardente desiderio di aiutare il prossimo scontrarsi con l’esigenza di guadagnarsi la vita? Per quanto impegnativa, la ricerca de L’anima buona del Sezuan è estremamente gioiosa. In questa versione rivisitata, abbiamo immaginato le peregrinazioni di un Dio intrattabile e testardo, partito per ritrovare un’ Europa oggi in crisi.

Il progetto Teatro Azione
Il progetto propone un percorso in primo luogo conoscitivo ed in seguito rappresentativo di tematiche specifiche, attraverso un mezzo potente: quello del Teatro. La metodologia del Teatro Azione ha accompagnato tutte le fasi del processo creativo con la sua duplice funzione: artistica, con il fine di condividere l’esperienza della creazione teatrale e della recitazione e sociale, incoraggiando la presa di coscienza degli individui che hanno partecipato rispetto alle tematiche che li riguardano in prima persona.

Arca Azzurra Produzioni si è avvalsa della collaborazione di Patrick Duquesne come regista e di Collectif Libertalia. L’obiettivo specifico è quello di promuovere il dialogo interculturale nel territorio toscano utilizzando il Teatro Azione come veicolo di sensibilizzazione e cambiamento sociale.

I partner di Arca Azzurra per questo progetto sono: Collectif Libertalia, L’Unione comunale del Chianti Fiorentino, Comune di San Casciano Val di Pesa.

Note di regia su GOODNESS AIRPORT

L’anima buona del Sezuan – Riflessioni
Andare alla ricerca de L’anima buona del Sezuan è un atto estremamente contemporaneo. Perché oggi, agli albori del XXI secolo, a più di 80 anni dalla creazione di una delle opere teatrali più famose e gioiose di Brecht, avremmo finalmente risolto l’immenso dilemma di Shen Te, l’eroina di Brecht? Avremo finalmente finito con questo mondo dove moltitudini di Shen Te vedono il loro ardente desiderio di aiutare il prossimo scontrarsi con l’esigenza di guadagnarsi la vita? Per quanto impegnativa, la ricerca de L’anima buona del Sezuan è estremamente gioiosa. In questa versione rivisitata, abbiamo immaginato le peregrinazioni di un Dio intrattabile e testardo, partito per ritrovare un’ Europa oggi in crisi.

Ma questa “mise enabîme” approfitta delle prese in giro rivolte al capitalismo dall’opera originale. Sarà invecchiato? Per niente, è sempre attuale. Anzi, più che mai. Come se gli elementi globalizzanti degli ultimi anni avessero permesso di amplificare la sua assurdità. “Ma dov’è la soluzione? Anche con i soldi non abbiamo trovato nulla! “, ci viene detto nell’epilogo di Brecht… Fa eco? Così gioioso e contemporaneo. Contemporaneo, non solo perché l’opera di Brecht la dice lunga sul nostro tempo, ma soprattutto – ed è la cosa più sorprendente – perché il nostro stesso tempo getta una nuova luce su quest’opera, e particolarmente sulla potenza con cui Brecht interroga il mondo del denaro. Brecht non parla del denaro come mezzo di scambio, non pone il problema del denaro dal punto di vista dell’avidità, non lo affronta semplicemente come un problema di disuguaglianza. No, lo considera come un intero sistema di (dis)organizzazione della società. Non come un feticcio accecante, ma come l’essere profondo di questo mondo. Nell’opera originale, il personaggio di Shen Te cerca davvero di essere bravo ma non ci riesce perché il suo desiderio si scontra con gli interessi economici altrui. Come potrebbe aiutare il prossimo in un mondo in cui l’altro esiste prima di tutto come concorrente? Andare alla ricerca de L’anima buona del Sezuan è un atto estremamente ottimistico ed emozionante. Eppure Brecht iniziò a scrivere questo testo nel 1938, in un momento in cui l’ascesa dei nazionalismi in Europa e nel mondo stava preannunciando l’imminente esilio di innumerevoli persone in fuga dalla repressione e poi dalla guerra. Ma, grazie al Dio disobbediente e indagatore, grazie anche alla sua curiosità che lo porterà a scoprire il pensiero di Brecht, abbiamo messo in risalto il suo sguardo sugli Dei del nostro mondo e sulla loro incapacità di gestire uno sviluppo che gli sfugge e sembra non portare da nessuna parte. SHEN TE Come posso essere buona se tutto è così caro? DIO N°2 Per questo purtroppo non possiamo far niente, non possiamo occuparci di questioni economiche. L’umanità sarebbe impotente nell’affrontare le grandi sfide? Economia, migrazioni, cambiamento climatico… Oggi, in Europa, Olam è un inviato divino che rifiuta di arrendersi e ci ricorda che ieri o oggi, non importa, L’anima buona del Sezuan rimane un’opera che ci sfida. Un’opera la cui freschezza sta proprio nel rifiuto di lasciarsi contaminare dall’impotenza: O sventurati! Usano violenza a un vostro fratello e voi chiudete gli occhi? Il colpito alza alte grida e voi tacete? L’autore della violenza sceglie la sua vittima E voi dite: ci risparmierà perché non esprimiamo il nostro biasimo. Che città è questa, e che esseri siete voi! L’anima buona del Sezuan non è una pièce pessimista. Non invita lo spettatore a lamentarsi. Al contrario, è un invito divertente e tenero a ribellarsi.

L’amicizia tra Bertolt Brecht e Karl Korsch
Con L’anima buona del Sezuan, più di ogni altra sua opera teatrale, Brecht trasmette la lezione essenziale tratta dal suo lungo rapporto politico-filosofico con Karl Korsch: Possiamo capire il mondo solo trasformandolo. Karl Korsch era un docente universitario fondamentalmente anti-stalinista. Una grande amicizia lo legherà a Bertolt Brecht dal 1929 al 1956, anno della morte del drammaturgo. Brecht considerava Karl Korsch come il suo “maestro”. La rara complicità tra i due uomini è poco conosciuta perché il filosofo, insegnante, teorico e militante del comunismo dei consigli, era nemico giurato di quello che chiamava “imperialismo rosso”. A sua volta, Brecht era una figura ufficiale dell’ex Germania dell’Est. Eppure, sebbene Korsch fosse stato escluso dal Partito Comunista Tedesco già nel 1926, Brecht accettò che il suo amico rimanesse lo stimolo antistalinista della sua opera. Nel corso del loro rapporto amichevole, Korsch incoraggiò il carattere libertario presente nel lavoro del drammaturgo, criticando aspramente la sua fedeltà alla linea ufficiale comunista: “Da Brecht, di recente ho visto (…..) una nuova e straordinaria opera teatrale, già pronta ma non ancora stampata, su “La vita di Galileo”. Un grande tema e alla fine l’incomparabile chiarezza brechtiana della negazione. Anche se la vita privata delle persone raramente si conforma alle loro convinzioni generali, dopo questa rappresentazione di Galileo, non riesco a immaginare che Brecht possa continuare a rimanere così fedele alla linea. ”

Goodness Airport

Fonte: Ufficio Stampa

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