Teatro Lastra a Signa

venerdì 13 Dicembre 2013

Goldoni 250 anni dopo: “L’impresario delle Smirne” al Teatro delle Arti. Con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese

 

Un divertente e impietoso affresco goldoniano dell’ambiente teatrale, ma anche l’occasione di porsi domande di sconcertante attualità. Commedia del 1759, “L’impresario delle Smirne” va in scena venerdì 13 dicembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21 – biglietti 10/13/15 euro) nell’adattamento di Roberto Valerio, a cui è affidata anche la regia (Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl). Sul palco, tra gli altri, gli attori Massimo Grigò, Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani e Peter Weyel.

Ritratto del clima lezioso e libertino dell’epoca – in un’ambientazione anni Cinquanta con tanti riferimenti alla filmografia italiana, da Fellini a Monicelli – “L’impresario delle Smirne”, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, boriosi e intriganti. Disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità.

Facili prede di mediatori intriganti, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti da piccole beghe e rivalità, invidiosi della altrui posizione nella gerarchia di palcoscenico, non si accorgono di essere che delle sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha. Per la sua posizione o per il suo denaro.

Un ambiente, quello teatrale, che ovviamente Goldoni conosce a fondo. E di cui può “parlarne per fondamento”, come dichiara nella prefazione dell’opera.

“L’impresario delle Smirne è un grande affresco – spiega Roberto Valerio – una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio si rivela incisivo, necessario in un ‘divertissement d’ensemble’ che restituisce il clima dell’epoca. Ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie? Credo che per gli artisti di teatro sia doveroso riuscire a costruire spettacoli che ‘parlino’ al pubblico di oggi, con un linguaggio assolutamente contemporaneo, così come ho cercato di fare già con “Il Vantone di Pasolini” ed “Un marito ideale” di Wilde. Nell’Impresario si parla di grandi illusioni, di grandi promesse, della precarietà del lavoro, della mercificazione del corpo che spesso impera nel mondo dello spettacolo… Togliendo ciò che è più datato, si porta in luce il nucleo vero del testo, che risalta grazie al linguaggio teatralissimo di Goldoni. Il suo ritratto dell’ambiente del teatro e degli attori, in particolare, è ancora straordinariamente attuale, con tutte le sue contraddizioni e precarietà. Ho cercato di rimanere fedele al testo originale, pur intervenendo sulla struttura drammaturgica, incastonando l’uno nell’altro i primi due atti, ‘tradizionale’ presentazione dei personaggi.

Dal punto di vista registico, ho immerso il testo in un’ambientazione anni Cinquanta con riferimenti vari alla filmografia italiana (ovviamente Fellini, ma anche “Vita da cani” di Monicelli, le atmosfere dell’avanspettacolo…) con molte citazioni. In questa commedia si ride, e molto, ma si riflette anche su temi importanti. Con tutti gli attori, poi, si è creata davvero una splendida collaborazione e lo spettacolo è davvero il risultato di un grande lavoro di gruppo”.

Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl. Nell’ambito della quarta stagione progettata dalla Compagnia Teatro popolare d’arte insieme alla Fondazione Toscana Spettacolo e con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Lastra a Signa.
Personaggi e interpreti
Alì – Nicola Rignanese
Carluccio – Antonino Iuorio
Lucrezia – Chiara Degani
Tognina – Valentina Sperlì
Annina – Federica Bern
Pasqualino – Alessandro Federico
Il Conte Lasca – Roberto Valerio
Maccario – Massimo Grigò
Beltrame – Peter Weyel

Adattamento e regia
Roberto Valerio

Scene
Giorgio Gori

Costumi
Lucia Mariani

Luci
Emiliano Pona

 

www.tparte.it

 

 

Biglietti
Posto unico intero € 15 euro – ridotto € 13 (ridotto under 21 € 10)
Riduzioni: under 21, over 65, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso, abbonati stagione teatrale 2012/13

Info
Teatro delle Arti
viale Matteotti 5/8, Lastra a Signa (FI)
tel. 055 8720058 – 331 9002510 Ilaria Baldo/Federica Spazzoni
teatrodellearti.lastraasigna.fi@gmail.com promozione@tparte.it
www.tparte.it

Prevendite
Ufficio turistico, via Cadorna 1 – Lastra a Signa – tel. 055 725770 – 335 1871615
Punti vendita circuito Boxoffice (compreso Ipercoop Lastra a Signa)
ON LINE: www.boxol.it

Fonte: Ufficio Stampa

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