Cultura Firenze

giovedì 16 Ottobre 2014

Gli scatti sulla terra dei fuochi di Diego Barsuglia: proiezione alla Fondazione Il Fiore

Uno degli scatti di Diego Barsuglia per il suo reportage fotografico "Terra Desolata"

Uno degli scatti di Diego Barsuglia per il suo reportage fotografico “Terra Desolata”

Scatti fotografici capaci di documentare e quasi immortalare in immagini di raro impatto e cupa bellezza gli effetti su paesaggio e persone dell’inquinamento in Campania, nella cosiddetta «terra dei fuochi».

Diego Barsuglia, fotografo pisano del 1978 che sta portando avanti in Italia un progetto a lungo termine sulla correlazione tra inquinamento e salute e le cui opere sono distribuite dalla Redux Pictures di New York dal 2013, è qualcosa di più di un fotogiornalista e le sue immagini hanno un afflato artistico che trascende la funzione informativa.

Giovedì 16 ottobre alle 17,30 presso la Fondazione il Fiore di Firenze, nei pressi di Bellosguardo, presenterà il suo reportage fotografico ‘Terra desolata’: un progetto «sulla correlazione tra pressione ambientale e salute nelle province Campane di Napoli, Caserta, Avellino e Salerno», territori ormai riassunti mediaticamente nell’espressione «terra dei fuochi». Alla proiezione, a ingresso libero, interverranno il docente di radiologia e direttore della scuola di specializzazione di radioterapia dell’Università di Pisa Davide Caramella e Marina Zazo, psichiatra e psicoterapeuta.

Una carrellata che alternerà immagini di luoghi e di persone ugualmente devastati dalle emissioni tossiche e da tutte le forme di inquinamento generate in quei territori da una criminale gestione dei rifiuti. Tra gli scatti memorabili si citano: la discarica di Chiaiano del 2008, che invece di risolvere i problemi pare diventata una «bomba ecologica che avrebbe contaminato delle falde acquifere», un melaio a Giugliano dove le annurche crescono e maturano su terre contaminate da diossine prodotte dai roghi tossici, un agnello nato morto e gravemente deformato sui campi di Acerra, la collina di rifiuti alta oltre 30 metri lì dove c’era una cava profonda 62 metri nel parco naturale del Vesuvio (patrimonio Unesco) e lo smaltimento abusivo di cemento nell’area vasta de “Lo Uttaro”.

Per raggiungere la Fondazione il Fiore

Per arrivare in macchina: partendo da piazza Tasso, prendere Via Villani. Giunti a Piazza S. Francesco di Paola, imboccare Via di Bellosguardo e proseguire fino ad entrare in Via di San Vito (attenzione strada stretta e a doppio senso di marcia).

Per arrivare in autobus: dalla Stazione centrale prendere il 6/B. Scendere in Via Masolino e entrare in Via Domenico Veneziano. Al semaforo proseguire per Via di San Vito e salire fino al n° 7 (circa 10 minuti a piedi). L’ultimo tratto di circa 200 mt è in acciottolato.

Per ulteriori informazioni, Fondazione Il Fiore. Tel.: 055 225074

 

Diego Barsuglia (Pisa, 1978) è un fotografo indipendente e si occupa principalmente di questioni sociali, in Italia e all’estero. Inizia la sua carriera nel 2005 come cameraman e assistente di regia per la TV italiana. Nel 2006 decide di dedicarsi alla fotografia di reportage e realizza un racconto sull’attività delle cave di marmo a Carrara. Lo stesso anno diventa fotografo di staff dell’agenzia romana Iberpress. Negli anni successivi aumentano le collaborazioni con altre agenzie tra cui Milestone Media, Olycom e Grazia Neri. I suoi lavori sono apparsi su numerose testate italiane e straniere tra cui El Mundo, El Pais, La Cronica, Repubblica, Sunday Times, Left Magazine, Sette e il Corriere della Sera. Al momento vive in Italia dove segue un progetto a lungo termine sulla correlazione tra inquinamento e salute. Dall’inizio del 2013 il suo lavoro è distribuito dall’agenzia Redux Pictures di New York.

Fonte: Fondazione Il Fiore

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