Cultura Fucecchio

da sabato 16 Maggio 2015 a domenica 11 Ottobre 2015

“Una Toscana autentica e suggestiva; dagli epigoni dei Macchiaioli ai nascenti movimenti europei del ‘900”: mostra dedicata a Arturo Checchi

Foto tratta dalla conferenza stampa di presentazione della mostra

Foto tratta dalla conferenza stampa di presentazione della mostra

La sua città natale dedica ad Arturo Checchi una mostra suggestiva tra il Museo Civico e la Fondazione Montanelli Bassi. A Fucecchio dal 16 maggio all’11 ottobre un percorso alla scoperta di uno dei grandi pittori del ‘900.
Una Toscana autentica e suggestiva; dagli epigoni dei Macchiaioli ai nascenti movimenti europei del ‘900”, questo il titolo scelto dal coordinatore  della mostra Pier Giuseppe Leo, raccoglie oltre cinquanta capolavori suddivisi in quattro nuclei: la collezione del Comune, la collezione della Fondazione Montanelli-Bassi, i  collezionisti privati e la grafica.

Promossa dal Comune di Fucecchio e dalla Fondazione Montanelli Bassi, la mostra porterà i visitatori alla scoperta di un’artista immerso nella sua territorialità, di un pittore dal cartattere spigoloso e risoluto, che di sicuro non ha giovato alla sua promozione presso la critica militante.

Checchi fu un ingegno precoce: pittore eclettico, disegnatore straordinario capace di tesaurizzare la cultura figurativa del passato ed essere protagonista della contemporaneità: mantenne promesse e premesse.

Uomo di carattere, definizione che secondo Montanelli significa “di cattivo carattere”, Arturo Checchi non taceva ingoiando, come quando nel concorso del 1929, vinto da Aldo Carpi, ricordò di quest’ultimo i ripetuti viaggi a Roma, la sua parentela con Andreotti, l’amicizia con Ojetti e tutti i personaggi che Arturo nemmeno sapeva che sarebbero stati in giuria; e acidamente concludeva immaginando le dimissioni del vincitore per incapacità, e non sarebbe stata la prima volta. Povero Arturo, che ancora lo aspettavano delusioni successive, con protagonisti ancor più altisonanti e conseguenti clamorosi brogli. Del resto un caro amico del Checchi e suo maestro nel Liberty, Galileo Chini – lavorarono insieme nella Biennale di Venezia 1909 – si sarebbe pesantemente compromesso durante la visita di Hitler a Firenze nel 1938, attaccando la fantasmagoria di svastiche in città. Protestarono solo Chini e il Card. Della Costa, ma pagò solo Chini, essendo il cardinale protetto dal Concordato del 1929.

La mostra è un omaggio all’uomo e all’artista subito intuito con lungimiranza e buon senso di cronista e scrittore da Indro Montanelli, che proprio non regalava a cuor leggero patenti di stima.
Un vanto per Fucecchio, per il clima che si respira, la tradizione che c’è, il carattere della gente, il familiare paesaggio di fiume, padule, colline che amiamo vedere nell’arte di Arturo Checchi.

Coordinatore della mostra: Pier Giuseppe Leo
Alla realizzazione hanno collaborato: Francesca Bellucci, Franco Cenci, Aurora Del Rosso, Giulia Leporatti, Alberto Malvolti, Giovanni Malvolti, Roberto Milani, Lisa Sciagrà, Andrea Vanni Desideri.

Inaugurazione sabato 16 maggio alle ore 17 presso il Museo Civico e alle ore 18,30 presso la Fondazione Montanelli Bassi.

Sedi e orari della mostra
Museo Civico e Fondazione Montanelli Bassi
16 maggio/11 ottobre 2015
da martedì a venerdì ore 10-13, sabato e domenica ore 16-19 (agosto chiuso)
Informazioni
Museo Civico, Piazza Vittorio Veneto 27 – tel. 0571 268262 – museo@comune.fucecchio.fi.it
Fondazione Montanelli Bassi, Via G. di San Giorgio 4 – tel. 0571 22627 – info@fondazionemontanelli.it

Mostra a cura del Comune di Fucecchio, Museo di Fucecchio, Fondazione Montanelli Bassi, Terre del Rinascimento, Rete Museale del Valdarno di Sotto.

Arturo Checchi

Una Toscana autentica e suggestiva
dagli epigoni dei Macchiaioli ai nascenti movimenti europei del ‘900”

“I momenti di maggiore suggestione si incontrano negli angoli e nei ricordi della Fucecchio anni Dieci e Venti (appannaggio delle gallerie pubbliche d’arte Moderna di Roma e Firenze), negli orti alla periferia di Firenze, nelle finestre spalancate sul paesaggio umbro: questa è stata la vita vissuta dal Checchi, intensamente vissuta da artista impegnato che ha lasciato immagini della massima suggestione nel panorama pittorico del ‘900 italiano (Dilvo Lotti: “ Per noi tutti Arturo era un punto di arrivo solare”).

Checchi, ovvero una grande individualità che trascende dagli “ismi”, dai manifesti, dai proclami, per dipingere quel che vede e quel che sente nella migliore tradizione toscana, che è misura nelle forme, armonia nei colori, luminosità dell’atmosfera, gusto del disegno applicato al paesaggio ed alla gente, osservazione dei personaggi oltre le sembianze apparenti ( “… un pittore che ha lo stesso istinto e lo stesso gusto del realismo, quel senso volumetrico, la squadratura delle figure di Andrea del Castagno.” Piero Bargellini).

E poi amore del proprio lavoro, meticolosità, grande severità prima con se stesso e poi con gli altri. Autore di singolari e tuttavia comprensibili assiomi data la sua personalità: l’uomo muore quando non ha più nulla da dire; va scoraggiato il pittore mediocre, altro che incoraggiarlo ad insistere per vedere se migliora.

Ma soprattutto un grande artista che ci ha lasciato una galleria irripetibile di immagini, panorami e personaggi altrimenti dissolti nel tempo.

La nostra gratitudine per Arturo Checchi è in questo meraviglioso patrimonio. Com’era bella la nostra terra. Guardando questi quadri ci sembra che i sentimenti possono fermare il tempo. E il messaggio del pittore così non tramonta mai”.

Pier Giuseppe Leo

Fonte: Comune di Fucecchio

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