Cultura Arezzo

sabato 22 Marzo 2014

“Festa grande alla Dahra”: ad Arezzo la presentazione del libro di Amedeo Andrea Sammartano

Sabato 22 marzo alle ore 17.00 alla libreria Mondadori, in via Roma, 15 verrà presentato il libro di Amedeo Andrea Sammartano Festa grande alla Dahra (Ed. Ibiskos 2013).
L’incontro, organizzato dalla Associazione Ailanthus nell’ambito della rassegna “interviste d’autore”, sarà presentato dalla giornalista Antonella di Tommaso.
Il libro di Sammartano ricostruisce, con scrittura agile ed appassionata, la trasformazione di un uomo su un percorso strettamente legato alla storia ed ai valori del paese d’origine, l’Italia, e a quelli del paese che lo ha visto nascere e crescere fino all’età di venti anni, la Libia. Ma è anche la riflessione appassionata e struggente quanto amara di un giovane che, stimolato dai racconti della nonna sugli orrori perpetrati dal colonialismo italiano in Libia sia dal governo Crispi e Mussolini poi, riporta all’attenzione un periodo storico poco indagato dalla storiografia contemporanea italiana e che riguarda, appunto, la cacciata dei nostri connazionali dalla Libia, con l’avvento della rivoluzione Gheddafiana. Il Paese venne trasformata in uno stato polizia e nel luglio del 1970 agli oltre 20.000 italiani, dalla sera alla mattina, vennero confiscati i beni e ordinato di lasciare il suolo libico. Tuttavia, le pagine di Festa grande alla Dahra non sono né di denuncia né di vendetta, ma pagine dense di amore e di amicizia per un paese e per popolo che hanno segnato per sempre la vita dell’autore. Nei binari paralleli dell’amore per una terra e per una donna e dell’amicizia per un giovane libico pieno di ideali e di sogni per un paese che cerca con la nuova generazione di affrancarsi dalle piaghe della corruzione e della arretratezza, si dipana una storia personale ma, comunque comune, a tanti italiani che hanno vissuto la stessa esperienza della cacciata e che se italiani sulla carta, come spiega il protagonista, “…nell’intimo mi sento, in un certo senso, più libico di te e comunque soffocato come italiano e come libico!”.

Fonte: Associazione Ailanthus

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