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domenica 27 Aprile 2014

“Festa della Libertà” di Lucca: 645° anno dal proclama di Carlo IV di Boemia che affrancava la città

Lucca celebra domenica 27 aprile la 645° Festa della Libertà che ricorda l’emissione del proclama di Carlo IV di Boemia che affrancava la città di Lucca da ogni servitù straniera, ponendo fine quindi all’ormai trentennale occupazione pisana. La commemorazione ha radici che affondano fino al 1370 quando la Festa della Libertà era la più importante celebrazione civile cittadina.

 

La Compagnia Balestrieri, nella sua costante ricerca delle più profonde tradizioni cittadine, ha voluto ripristinare la Festa della Libertà con una cerimonia che prevede la presenza dell’intero gruppo in costume alla SS.Messa delle ore 10,30 in Duomo cui prenderanno parte le principali autorità cittadine volendo così confermare il legame voluto dai nostri antenati fra l’amore della città di Lucca per la Libertà e la sua devozione per il Volto Santo. Nel corso della cerimonia verrà letta l’antica preghiera scritta dal Vescovo Alessandro Guidiccioni (1549-1600) ed approvata dal Vaticano con Bolla del Papa Clemente VIII ritrovata alcuni anni fa nella Canonica di Pieve Fosciana dove la festa è stata celebrata regolarmente sino ai giorni nostri.

 

Il Corteo Storico della Compagnia Balestrieri, partirà alle ore 10,00 dalla Casermetta del Baluardo di San Pietro percorrendo: via Michele Rosi, via Fillungo, via Busdraghi, Piazza S.Giovanni, Via del Duomo e Piazza San Martino.Al termine della SS. Messa il Corteo si fermerà in Piazza S.Martino dove si svolgerà la rievocazione della cerimonia di insediamento e giuramento dei Gonfalonieri dei tre Terzieri accompagnata da un’esibizione del Gruppo Musici e Sbandieratori della Compagnia Balestrieri. Al termine della cerimonia il Corteo rientrerà in Sede percorrendo a ritroso il percorso dell’andata.

 

Alle ore 15, presso il campo di tiro della Compagnia Balestrieri (spalti antistanti il baluardo di S.Pietro), avrà inizio il XVII° Trofeo della Libertà, gara nazionale di tiro con la balestra da postazione ad “eliminazione diretta” fra i tiratori delle città aderenti alla Federazione Italiana Balestrieri (Massa Marittima, San Marino e Lucca) e quelli della città di Volterra. La gara sarà estremamente avvincente per la presenza di oltre 100 fra i migliori tiratori italiani e per l’occasione il pubblico potrà accedere al campo di tiro attraverso il sotterraneo del baluardo di San Pietro (ingresso da fuori le mura) opportunamente imbandierato ed illuminato con fiaccole. La gara riveste particolare importanza perché è la prima dell’anno e l’associazione lucchese ci tiene particolarmente far bella figura anche in previsione del prossimo Torneo Nazionale che si svolgerà proprio a Lucca il prossimo 6 luglio.

 

Alle ore 16,30 partirà un nuovo Corteo Storico che si ricongiungerà in Piazza San Michele con quelli dell’Associazione Contrade San Paolino, Gruppo Sbandieratori della Contrada di S.Anna e del Gruppo Storico del Castello di Nozzano. Alle 17 in Piazza San Michele, di fronte ai 4 gruppi schierati, secondo il programma dei festeggiamenti per il 500° anniversario delle Mura, sarà ricordata la figura di Francesco Burlamacchi cui è dedicata la rievocazione del mese di aprile. Dopodiché i gruppi si divideranno : Il gruppo sbandieratori e musici della Compagnia Balestrieri assieme al Gruppo Storico del Castello di Nozzano raggiungerà piazza San Martino per una nuova esibizione di bandiera mentre l’Associazione Contrade San Paolino e il Gruppo Sbandieratori della Contrada di S.Anna si recheranno in Piazza Napoleone. Prima del rientro in Sede la Compagnia Balestrieri si fermerà in Piazza San Frediano per rilevare i propri elementi rimasti di guardia al corpo di Santa Zita di cui ricorre la Festa e dopo un saluto con tamburi e bandiere rientrerà presso la Sede per presenziare alla premiazione della Gara Nazionale di tiro .

 

FESTA DELLA LIBERTA’ – LA STORIA

 

Alla morte di Castruccio Castracani, avvenuta il 3 settembre 1328 per le febbri malariche contratte nell’assedio di Pistoia, la città di Lucca passò nelle mani del figlio di Castruccio Enrico che solo un mese dopo venne esautorato dall’Imperatore Lodovico il Bavaro che ne rivendicò il governo, esercitandolo tramite vicari propri. Successivamente il vicariato fu ceduto per 22.000 fiorini d’oro a Francesco Castracani, cugino d’Enrico, che il 15 aprile 1329 doveva ricederlo all’imperatore che lo assegnava a Marco Visconti. Il 2 settembre dello stesso anno Lucca fu venduta per 60.000 fiorini al genovese Gherardo Spinola che dopo 18 mesi la cedeva a Giovanni di Boemia. Egli la rivendette nel 1333 per 35.000 fiorini ai Rossi di Parma che la passarono a Mastino della Scala. Nel 1341 gli Scaligeri la cedettero ai fiorentini che l’anno successivo dovettero abbandonarla nelle mani del doge di Pisa Giovanni Dell’Agnello. Egli pose il suo comando all’interno dell’imponente fortezza dell’Augusta, realizzata da Castruccio come sua residenza cittadina su disegni di Giotto, e da lì impose un regime dittatoriale volto a stroncare definitivamente la forza della nemica di sempre. Il territorio lucchese fu lungamente devastato e vennero imposte nuove pesantissime tasse che i lucchesi mal sopportavano e per questo motivo i molti fuoriusciti si adoperarono presso l’imperatore Carlo IV di Boemia affinché intervenisse a favore della città. L’Imperatore, cogliendo l’occasione di una sua discesa in Italia e dietro il lauto compenso dell’enorme cifra (per quei tempi) di centomila fiorini d’oro, decise di emettere un proclama che affrancasse la città di Lucca da ogni servitù straniera ponendo fine così all’ormai trentennale occupazione pisana che restò famosa con l’infausto nome di “schiavitù babilonese”.

Il nuovo Governo cittadino, come primo atto dopo la sua ricostituzione, volle che fosse istituita una festa che ricordasse nei secoli la data della riconquista della Libertà cittadina. Così dal 1370 ogni anno, nella Domenica in Albis, la città avrebbe ricordato l’ingresso in Lucca dell’Imperatore ed il Governo tutto avrebbe preso parte ad una solenne funzione religiosa in Duomo (per questo motivo fu fatto realizzare al Giambologna l’artistico altare detto “della Libertà”) durante la quale veniva lette alcune preghiere di ringraziamento autorizzate da una specifica Bolla di Papa Clemente VIII (preghiere rintracciate presso la parrocchia di Pieve Fosciana e lette anche nella cerimonia di domenica prossima ).

Il secondo atto fu quello di approntare una nuova forma di Governo capace di meglio tutelare gli interessi dei cittadini: per questo fu nominata una commissione guidata dal Messo Imperiale Cardinale Da Montefeltro che dopo lunghi studi decise di creare i Terzieri di San Martino, San Paolino e San Salvatore che sarebbero stati alla base della vita politica e militare cittadina per i successivi quattro secoli.

Il giorno della Festa della Libertà venne ad assumere importanza notevolissima: di fatto era la principale festività civile cittadina. Era l’unica Festività in cui gli Anziani ed il Gonfaloniere di Giustizia erano soliti lasciare il Palazzo per presenziare tutti assieme ad una Messa ed in questo giorno avveniva la cerimonia pubblica della nomina dei Gonfalonieri di Terziere con la consegna ufficiale delle insegne ai Gonfalonieri ed ai Pennonieri. La cerimonia, che la Compagnia Balestrieri sta studiando ed ha in animo di riprodurre dall’anno prossimo, era seguita dall’intera cittadinanza che vedeva in essa il rinnovato affermarsi della Libertà cittadina.

Con la caduta del governo repubblicano (a seguito dell’arrivo delle truppe francesi nel 1799) cessa la celebrazione della festa che prosegue comunque in alcuni paesi della provincia : Pieve Fosciana, Vorno, ecc. dove essa non è mai stata accantonata e che viene tuttora celebrata anche se ne è stata persa l’esatta origine e troppo spesso la popolazione non è a conoscenza quale Libertà si festeggia.

Fonte: Comune di Lucca

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