Teatro Spettacoli Firenze

da venerdì 16 Maggio 2014 a sabato 17 Maggio 2014

Fabbrica Europa: prima assoluta per “Singspiele”, l’ultima pièce di Maguy Marin interpretata da David Mambouch

Singspiele (prima mondiale a Fabbrica Europa) è l’ultima pièce di Maguy Marin, nome di culto della scena contemporanea. Una performance, interpretata da David Mambouch, tra declinazione del corpo e ricerca gestuale, che esprime la cifra più sperimentale della coreografa francese andando oltre i confini della danza tout court. Concentrandosi sui volti, anonimi o riconoscibili, che catturano il nostro sguardo, è un lavoro d’ascolto di ciò che questi ci dicono dei loro corpi assenti. Ogni individuo è una molteplicità e, vestendo tutti i volti, mostra la pluralità delle percezioni e delle letture possibili di un gesto che si ripete e moltiplica (Teatro Goldoni, 16-17/5).

 

E ancora: Compagnia Simona Bucci, Alexander Balanescu con Marius Manole,

Massimo Barzagli con Luisa Cortesi e Marina Giovannini,

Associzione dello Scompiglio e l’incontro con Luigi Lombardi Vallauri.

 

 

 

16, 17 maggio ore 20.30 – Teatro Goldoni – Firenze

 

Fondazione Fabbrica Europa / Maggio Musicale Fiorentino

 

MAGUY MARIN / DAVID MAMBOUCH / BENJAMIN LEBRETON

SINGSPIELE – Prima Assoluta

 

Creazione: Maguy Marin

Interpretazione e creazione sonora: David Mambouch

Scenografia: Benjamin Lebreton

Regia generale: Stéphane Rouaud – Luci: Alex Bénéteaud – Suono: Antoine Garry – Assistenza alla realizzazione dei costumi: Nelly Geyres – Produttore delegato: extrapole – Coproduzione: Latitudes prod. (Lille, France), Daejeon arts center (Daejeon, Korea), Théâtre Garonne (Toulouse, France), Compagnie Maguy Marin (Toulouse, France), Ad Hoc (Lyon, France), extrapole (Paris, France) _ Spettacolo creato al Théâtre Garonne (Toulouse, France) – Si ringrazia Mix’ art Myrys (Toulouse) e L’Usine, Tournefeuille (Toulouse).

 

Durata: 60 minuti

 

La coreografa francese, nome di culto della scena contemporanea, definita la pasionaria della danza, ha sempre utilizzato la sua notorietà per operare nel sociale e aprire discussioni importanti su tematiche come i sans-papier, le popolazioni della Bosnia Erzegovina o del Kosovo.

Sono stati proprio i valori in cui crede, e che sono pienamente integrati nella sua persona e nel suo lavoro di coreografa, che hanno messo al centro di tutta la sua produzione creativa “la condizione umana”: da May B alle opere più recenti, ha sempre dato vita in modo intelligente a personaggi nei quali possiamo specchiarci, che mettono in risalto l’anima grottesca intrinsecamente legata all’essenza del genere umano. Il risultato è potente, ironico, ma anche feroce. Nelle sue creazioni, la danza è impregnata di una teatralità sanguigna e calda, che fa toccare alla sua vivace coreografia dei momenti di puro lirismo.

 

Singspiele, a Firenze in prima assoluta, è l’ultima pièce di Maguy Marin, nome di culto della scena contemporanea. Una performance, intensamente interpretata da David Mambouch, tra declinazione del corpo e ricerca gestuale, che esprime la cifra più sperimentale della coreografa francese andando ben oltre i confini della danza tout court.

Concentrandosi sui volti, anonimi o riconoscibili, che catturano il nostro sguardo, è un lavoro d’ascolto di ciò che questi ci dicono dei loro corpi assenti: la storia particolare che si legge su questi volti muti sfuggirà sempre in quanto non intelligibile nell’immediato. Ogni individuo è una molteplicità e, vestendo tutti i volti, mostra la pluralità delle percezioni e delle letture possibili di un gesto che si ripete e moltiplica.

Unicità attraverso la molteplicità. Il multiplo della maschera – grande efficacia del lavoro di Benjamin Lebreton – consente a Mambouch, attraverso una gestualità essenziale, di vestire o svestire il volto che di volta in volta indossa al fine di “riconoscere l’altro” o “essere riconosciuto dall’altro”.

Maguy Marin riflette qui sul legame che l’individuo crea con ciò che in uno stesso gesto lo rende simile e diverso e racconta altresì il tormento di farsi corpo, di prendere corpo sulla scena e di assumere, attraverso il corpo, figure e volti in fuga verso il loro divenire. Ogni cambio di volto corrisponde a un cambiamento radicale d’abbigliamento e di gesti. Una traversata impetuosa e appassionata dei volti, degli atteggiamenti, dei generi – vacillante tra maschile e femminile e tra i due – che ricorda anche certe posture del nô, del kabuki, del butoh. (Jean-Paul Manganaro)

 

Quali misteri irriducibili si nascondono dietro questa costellazione di sensazioni quando entriamo in contatto con gli altri? Un’epifania che oltrepassa le espressioni, rivelando l’invisibilità o l’essenza dell’individuo di fronte a noi.

 

Il lavoro è ispirato al frammento di un testo diRobert Antelme: “La storia di ciascuno si costruisce a partire dal bisogno di essere riconosciuto senza limite. L’amicizia denota questa capacità infinita di riconoscimento. Immaginare che questo bisogno sia costantemente quello altrui, che come noi si abbandona a questa esigenza e si accanisce a ottenere risposta, che anche lui si divora e diventa aggressivo se non ottiene la risposta, questo è ciò che ci si dovrebbe imporre ed è una vita infernale quando ci manca.

Il cammino del riconoscimento, è l’infinito: facciamo due passi, non possiamo-fare-tutto, ma nessuno osa giustificare diversamente che per un po’ di cinismo l’indietreggiare di fronte a un tale compito”. (*)

 
(*) Robert Antelme: Le principes à l’épreuve, articolo apparso il 14 luglio 1958 sulla rivista « Le 14 juillet » e ripreso in «Robert Antelme – textes inédits sur L’espèce humaine essais et témoignages », edizioni Gallimard.

 

 

MAGUY MARIN nasce il 2 giugno 1951a Tolosa da genitori spagnoli fuggiti in Francia ai tempi della Guerra Civile. Completati gli studi di danza presso il Conservatorio cittadino, si perfeziona con Nina Vybourova e collabora con l’Opéra di Strasburgo. Il grande salto arriva con l’entrata nella scuola di Maurice Béjart, dove partecipa alla creazione di una compagnia di talenti emergenti guidata da Micha Van Hoecke e viene infine arruolata nel Ballet du XX siécle dello stesso Béjart: dopo aver ricoperto vari ruoli, nel ‘76 firma la coreografia di YU-KU-RI, che impone il suo nome sulla scena francese. Conquistati diversi premi internazionali, approda, insieme a Daniel Ambash, alla creazione di una propria compagnia, il Ballet-Théâtre de l’Arche: dal 1978 al 1979, dopo un fondamentale riconoscimento al Concorso Internazionale di Bagnolet, la nuova formazione effettua oltre 50 rappresentazioni in Europa, forte anche dell’appoggio del Ministero della Cultura francese. Nuove coreografie (Week-end au Paradis, Contrastes, Dumberton, Oaks Yoddle), insieme alla creazione di tre atelier presso il Centre Georges Pompidou, decretano la fama crescente della compagnia, che culmina nel 1981 con May B, basato sull’opera di Samuel Beckett, giunto oggi a oltre 480 rappresentazioni nel mondo ed entrato ormai nel mito. Come quest’ultimo, anche Babel Babel fa riferimento alla Casa della Cultura di Angers e alla Casa delle Arti di Créteil, allora diretta da Jean Morloc, dove poi si stabilisce il Ballet-Théâtre de l’Arche. Nel 1983, il Ministero della Cultura assegna a Maguy Marin il Gran Premio Nazionale per la Coreografia e l’anno successivo la compagnia prende il nome di Compagnia Maguy Marin. Del 1985 è Cinderella, su musica di Prokofiev, un’altra creazione passata ormai alla storia, danzata per la sua prima rappresentazione dalla compagnia dell’Opéra di Lione. La prima americana di questo spettacolo, a New York nel 1997, è un tale successo che subito dopo la Compagnia lo porta in tutti gli Stati Uniti. L’anno seguente Marin è nominata Cavaliere dell’ordine delle arti e delle lettere. Il rapporto con Créteil si consolida nei 9 anni di residenza, fino alla nascita, nel 1990, del Centro Coreografico Nazionale. Nel 1998 Maguy Marin si trasferisce a Rillieux-la-Pape con l’obiettivo di creare un polo culturale in cui confluiscano danza, teatro, musica e arti plastiche. La compagnia, ancora attivissima, ha realizzato in tutto 28 opere coreografiche e tournée in più di 30 paesi nel mondo. Nel 2003 Maguy Marin è una delle poche non americane a ricevere l’American Dance Festival Award, e nel 2008 riceve un Bessie Award a New York per il suo Unwelt, presentato al Joyce Theater. Nel 2009 presenta, al Festival di Avignone, la sua intensa creazione Description d’un combat. Nel 2010 crea Salves a Villeurbanne, nell’ambito della Biennale della Danza di Lione. Del 2011 è Faces, creato per le Ballet de l’Opéra de Lyon. Nocturnes è stato creato nel 2012 nell’ambito della Biennale della Danza di Lione.

 

Tra i lavori più significativi: May B (1981); Babel Babel (1982); Cendrillon (1985); Coups d’état (1988); Made in France (1992); Aujourd’hui peut-être (1996); Quoi qu’il en soit (1999); Points de Fuite (2001); Pièces détachées (2002); Les applaudissements ne se mangent pas (2002); Umwelt (2004); Turba (2007) ; Description d’un combat (2009); Faces (2011); Nocturnes (2012).

 

DAVID MAMBOUCH, attore di teatro e cinema, autore e regista francese. Si è formato alla Scuola Nazionale Superiore delle Arti e Tecniche del Teatro di Parigi (ENSATT). Fa parte del gruppo permanente TNP. Ha recitato in Les précieuses ridicules, Sganarelle ou le Cocu imaginaire e L’Ecole des Maris di Molière, l’Opéra de Quat’sous di Bertolt Brecht e Kurt Weill, Coriolan di William Shakespeare, Père di August Strindberg, messi in scena da Christian Schiaretti e in Mère & fils di Joël Jouanneau, diretto da Michel Raskine. Terrible, pièce di cui è autore, ha avuto una lettura scenica nel 2005 agli Européennes. La successiva pièce da lui firmata, Noires Pensées, Mains Fermes, è una variazione sul tema che riprende gli stessi personaggi. Pièces da lui scritte: Premières armes (2006), Noires pensées, mains fermes (2005), Terrible (2004), Kaveh Kanes (2002), les Psalmodies (2001).

Mambouch ha scritto anche sceneggiature, realizzato cortometraggi e girato per il cinema con Richard Dembo (La Maison de Nina) e con Mihel Vinaver (Par Dessus Bord).

 

 

16, 17, 18 maggio ore 22 – Ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti(via Sant’Agostino 23)

 

COMPAGNIA SIMONA BUCCI

ENTER LADY MACBETH – Prima Nazionale

Liberamente ispirato al Macbeth di Shakespeare

 

Coreografia e concezione scenica: Simona Bucci – Musiche originali: Paki Zennaro – Disegno luci: Gabriele Termine – Interpreti: Eleonora Chiocchini, Sara Orselli, Françoise Parlanti, Maru Rivas, Frida Vannini.

Coproduzione: Festival Danza Estate (BG); Festival Orizzonti, Chiusi – Organizzazione: Marika Errigo, Elisabetta Spadaro- Promozione: Ilaria Baldo – Con il sostegno di: MiBACT, Dip. dello spettacolo dal Vivo; Regione Toscana

 

Durata: 60 minuti

 

Ancora una volta il tema di fondo è l’indagine della condizione e della natura umana, sia pure in rapporto al problema del potere e del suo esercizio. Il senso della tragedia è il trasferimento dal piano magico e fatale a quello psicologico e umano, Lady Macbeth diventa creatura della notte come le streghe e questo suo sostituirsi, con la sua presenza fisica di donna, a quegli esseri che appaiono mere esalazioni della terra e dell’aria, sottolinea la transizione progressiva dal piano metafisico a quello umano. Il principio che governa l’intera struttura del Macbeth è l’antitesi. Il femmineo qui indagato rappresenta il nucleo creatore e distruttore degli eventi stessi, forza che incita, che muta, che stimola, esalta, condanna, arma, in un percorso fatto di promesse, potenzialità, ambizioni, paure, colpe, rimorsi, punizioni e follia come umano riflusso di coscienza. [Simona Bucci]

 

Posti limitati, prenotazione obbligatoria, info: 055 2638480.

 

 

16 maggio ore 21 – Teatro Cantiere Florida (via Pisana 111/r) Firenze

 

ALEXANDER BALANESCU / MARIUS MANOLE / FELIX ALEXA

DIARIO DI UN PAZZO – Prima Nazionale

 

Da: Nikolaj Vasil’evič Gogol – Regia, adattamento del testo, disegno luci: Felix Alexa

Con: Marius Manole, Alexander Bălănescu – Scenografia e costumi: Diana Ruxandra Ion
Musica: Alexander Bălănescu – Produzione: ArCuB (Centro per i Progetti Culturali della Città di Bucarest)

 

Durata 1 ora e 30 minuti _ In lingua originale con sottotitoli in italiano.

 

La scena contemporanea rumena si misura con un classico della letteratura teatrale russa: Diario di un pazzo di Gogol, qui rivisitato per la regia di Felix Alexa, con due interpreti d’eccezione, l’attore Marius Manole (tra i più celebrati della nuova generazione), per la prima volta nel ruolo di one-man show, e il virtuoso del violino Alexander Balanescu (vanta collaborazioni con Michael Nyman, Carla Bley, Gavin Bryars, John Surman, Pet Shop Boys, Yellow Magic Orchestra e molti altri), un alter ego che evoca, attraverso la musica, tutti gli altri personaggi. La performance, creando un dialogo tra la musica e gli stati emotivi estremi del famoso personaggio di Gogol, mette di fronte a una confessione: innocenti racconti di un pazzo che esprimono sentimenti, con umorismo e saggezza, rivelando un’anima tormentata.

 

Biglietti: € 15 / 12

 

 

16 maggio ore 22 – Stazione Leopolda / Alcatraz – Firenze

MASSIMO BARZAGLI / LUISA CORTESI / MARINA GIOVANNINI

FATE PRESTO

dedicato ad Argento Migliore | Living Theatre

 

concept Massimo Barzagli _ coreografia e interpretazione Luisa Cortesi, Marina Giovannini

produzione Cab 008 / Fabbrica Europa – con il sostegno di Regione Toscana Stand clear of the closing doors : Elvira Boccia, Daniela Ranzetti, Elisa Scarselli, Lucrezia Palandri, Marta Capaccioli, Valerie Claroni, Maria Mar Jiménez Nadal, Elita Cannata, Martina Belloni, Sonia Cerrai – Conferenza heavy metal:Emiliano Cammarota – Artisti ospiti Nataly Arancio, Emiliano Cammarota, Manuela Menici

 

16 maggio h 22: Dancing / Stand Clear Of The Closing Doors / Conferenza Heavy Metal

 

Fate presto, ideato dall’artista Massimo Barzagli con Luisa Cortesi e Marina Giovannini, è un progetto di danza e arte contemporanea che moltiplica, amplifica, differenzia le modalità di rappresentazione di uno spettacolo e di un contenitore che diventa “luogo di esposizione della danza”, spazio libero di osservazione su diversi modi o forme che confluiscono in un unico formato. Si compone di 3 moduli, Dancing, Stand clear of the closing doors, Conferenza Heavy Metal, presentati in tre sere attraverso un processo di addizione.

 

BIGLIETTI: pass per l’intero progetto €10, Prevendita Circuito Box Office Toscana www.boxol.it.

 

 

16 > 18 maggio ore 18 – Stazione Leopolda – Firenze

ASSOCIAZIONE CULTURALE DELLO SCOMPIGLIO

KIND OF BLUE

 

Ideazione, regia, e scene: Cecilia Bertoni – Musiche, suoni e rumori: Carl G. Beukman – Aiuto regia: Alice Mollica – L’astronauta: Mauro Carulli – Nei film: Cecilia Bertoni, Carl Beukman, Marco di Campli San Vito, Marialucia Carones, Serge Cartellier, Serena Gatti, Claire Guerrier, Piero Leccese, Mees, Luigi Petrolini e Didi & Gogo

Testi: Cecilia Bertoni, Mauro Carulli, i performer e “Il viandante” di F. Nietzsche da Così parlò Zarathustra

Costume: Rosanna Monti – Tecnica: Paolo Morelli, Associaz. BAM – Costruzione scene: Cipriano Menchini, Paolo Morelli

Realizzazione cortometraggi: Riprese: Mauro Carulli – Montaggio: Mauro Carulli, Cecilia Bertoni

Realizzazione film in green screen:Riprese, montaggio, tecnica: Associazione BAM, Paolo Morelli, Luca Telleschi

Una produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio _ anno di produzione: 2011-2013

– Durata 50 minuti

 

Kind of Bluenasce come terza parte della Trilogia dell’Assenza. La regista Cecilia Bertoni crea dei ritratti video esplorando artisti suoi collaboratori in precedenti spettacoli, ora però in quanto persone senza un ruolo, se non quello di essere se medesimi. La regista indaga le loro ossessioni fisiche e mentali e il loro nesso con l’atto creativo. Raccontano dei loro segreti e dei loro corpi come case imperfette. I bagni delle proprie abitazioni diventano i luoghi in cui esplicitare i propri enigmi, le proprie follie e delusioni, mentre una cucina diventa il centro nevralgico della creazione, ma anche preludio ed epilogo di un’attesa inesauribile. Mentre scorrono le immagini dell’installazione video, il pubblico, avvolto dalle proiezioni, siede su un’impalcatura e dall’alto contempla la terra azzurra vista da lontano, teatro d’azione di corpi frammentati. Dal vivo ci sono una torretta e un astronauta, il quale vorrebbe vedere tutto questo da una specie di aldilà. In una maniera solo apparentemente arbitraria egli associa alle storie dei terrestri il suo gioco preferito, come valutazione di ciò che gli manca maggiormente nella dimensione spaziale: le persone? la grazia? oppure un giudice retto e imparziale che lo metta sulla giusta via? E non sa più la differenza fra ciò che è vero e ciò che è finto, ciò che è concreto e ciò che è fittizio, ciò che è incarnato e ciò che non lo è, ciò che è passato e ciò che è presente. Nella drammaturgia un testo di F. Nietzsche intesse nella trama il filo della ricerca della propria individualità, quale ascesa impervia e forzatamente solitaria.

 

Biglietti: €10, posti limitati, prenotazione consigliata.

 

 

 

 

 

16 maggio ore 17 _ Istituto Francese, piazza Ognissanti 2, Firenze

 

INCONTRO con Luigi Lombardi Vallauri

All’Istituto Francese Luigi Lombardi Vallauri tiene un incontro dal titolo Leaderismo e meraviglia ontologica. Perché gli uomini ordinari sono più straordinari degli uomini straordinari (16/5).

 

 

 

INFO: Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee

Tel. 055 2638480 / 055 2480515 – info@fabbricaeuropa.netwww.fabbricaeuropa.net

Fonte: Fabbrica Europa

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