Cultura Empoli

da sabato 15 Marzo 2014 a domenica 16 Marzo 2014

Doppio vernissage nel fine settimana allo Spazio Sincresis di Empoli

Doppio vernissage allo Spazio Sincresis di Empoli:

 
Judith Duquemin. Work in progress

Vernissage Sabato 15 marzo 2014 ore 18.00

Domenica 16 marzo ore 17.00

 

Judith Duquemin è una artista di origine australiana che vive e lavora in Inghilterra. Ha lavorato presso la nostra residenza e propone la sua ricerca creativa basata sulla integrazione di più teorie tra scienza e arte, utilizzando la tecnologia per alimentare la propria poetica e la capacità di creare.

“La mia pratica pittorica – scrive – solitamente esplora la composizione bi – e tridimensionale utilizzando esempi di pattern asimmetrici, geometria euclidea, scienza araba, texture, o tassellature, algoritmi visuali, campi di colore, tecnica hard – edge, grafica digitale. Le immagini sono create come pitture acriliche, e di seguito come ricostruzioni digitali di supporto ad un approccio sperimentale nella costruzione dell’immagine. Judith concepisce infatti la tecnologia come capitale umano, quindi come potenziale per nuovi spazi mentali.

In verità, nelle opere realizzate con estrema precisione e manualità certosina attenta al particolare, l’artista cura la definizione della forma che tende a raggiungere la perfezione della geometria, nello stesso momento in cui pone in crisi ogni certezza definitiva, ogni forma conclusa e ogni limite dettato dai calcoli algebrici. Infatti attraverso le variazioni e gli accostamenti non precostituiti, ma casuali, di colori e forme, interrompe la logica razionale stimolando la visione a cogliere la proliferazione di elementi cromatici. Diventano frammenti dell’universo in cui cogliere “l’anello che non tiene”, il “punto morto del mondo”, come sottolineava a suo tempo Eugenio Montale, interrompendo la “collana dei ricordi”, secondo la poetica metafisica dechirichiana, per avanzare oltre con l’occhio della mente, per scoprire territori inesplorati che frantumano ogni ordinata simmetria. Anzi proprio quest’ultima può rendersi dinamica per affidarsi al corso della natura, secondo l’intento di “movimentare” la staticità propria della misura e della proporzione razionalmente conclusa che talora sembra occludente senza offrire spazio, mentre proprio al suo interno, ab origine, si possono scardinare parametri consueti e reificare ulteriori forme infinitesimali e spazi incommensurabili che sollecitano la tensione all’infinito.

“La mia ricerca – continua l’artista – intende stabilire un legame fra l’astrazione geometrica antica, moderna e contemporanea e la storia dell’arte, dell’architettura, della decorazione, e le nuove osservazioni scientifiche relative alla questione della composizione asimmetrica”.

Al di là della resa pittorica di effetti tridimensionali attraverso la combinazione di forme piatte e di contrasti cromatici che sembrano rinviare alla Gestalt, anche se non tutto si risolve in un fatto percettivo, Judith accoglie anzi la tecnologia per sollecitare la percezione cognitiva, modificandone i canoni nel momento in cui la visione ottica subisce effetti spaesanti provocati dall’illusionismo dell’immagine digitale. Quest’ultima è prodotta dallo scatto fotografico di un’opera pittorica, che sembra addirittura realizzata con i software di computer graphic, tanto da generare nel gioco tra realtà e virtuale possibili modificazioni nelle modalità dello sguardo sul mondo e sulle cose. I suoi riferimenti alle concezioni di Lev Manovich si concentrano essenzialmente sul concetto di riproducibilità attraverso la copia in codice binario che si caratterizza sempre come un originale, all’infinito, per cui il computer diventa un meta medium attraverso il quale forme, immagini, suoni, spazi sono riconfermabili come serie di dati numerici in progress e non assoluti, creati da un pensiero vigile intento ad approfondire la visione attraverso un percorso pittorico che si caratterizza come processo di conoscenza e di edificazione di se stessi, giorno dopo giorno, nello studio delle forme e dei colori nello spazio indefinito, per cogliere e avvalorare l’illimitatezza della non dimensione interiore come scavo continuo senza frontiere.

 

Vernissage Sabato 15 marzo 2014 ore 18.00
Domenica 16 marzo 2014 ore 17.00

L’associazione Sincresis presenta il lavoro di cinque artisti che vivono nel nostro territorio svolgendo ognuno il proprio itinerario creativo e che si sono incontrati per proporre un progetto espositivo nei nostri spazi.
Titolo e sottotitolo della mostra sono completamente scollegati tra loro e non sono in relazione con la mostra. Hello Pump Pump è il nome di un cavallo da corsa. Safe pain relief, è una indicazione terapeutica scritta sulla scatola di alcuni medicinali. Il testo è stato realizzato dagli artisti mischiando le parole (dieci ogni artista) con le quali ognuno ha sintetizzato il proprio lavoro.
Orari: Sabato 15 marzo ore 18.00 – 21.00. Domenica 16 marzo ore 17.00 – 20.00. Da lunedì a sabato ore 17.00 – 20.00 fino al 15 aprile.
Enrico Bertelli
Dopo gli studi scientifici inizia a lavorare come illustratore presso un quotidiano, “Il Tirreno” e collabora con riviste varie e con uno studio di animazione in qualità di scenografo. Negli anni ottanta nel corso della prima mostra sul suo percorso creativo espone scarti, ritagli dell’attività di illustratore, collage realizzati con le scorie del proprio lavoro, accorgendosi che per lui acquisiscono un senso o significato maggiore rispetto agli altri esiti della sua produzione. Del suo lavoro dice “che va contro l’arroganza dell’evidenza” e cerca attraverso la sua poetica di affermare il suo punto di vista sulla realtà, sulla vita e di mostrarne la complessità. Negli ultimi anni ha esposto nei seguenti spazi: Galleria Peccolo (Livorno),Galleria Maria Cilena (Milano), Studio Delise (Portogruaro), Galleria Tossi (Firenze), Westwnd Galerie (Frankfurt), Fundacìon Aghata Ruiz De La Prada (Madrid), Galerie G96 (Berlin), Galerie A Coté de L’agence (Paris).

Federico Cavallini
E’ nato nel 1974 a Livorno, dove vive e lavora. Dopo gli studi tecnico-commerciali si laurea in Storia dell’arte medioevale presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli studi di Pisa. Trasferitosi a Roma lavora nello studio di Fabio Mauri. Da sempre incuriosito dai gesti primordiali del fare umano come la raccolta, la catalogazione e la manipolazione dei materiali, sostiene la tesi per cui “l’arte nasce da un desiderio innato di trasformazione interrotto solo dall’atto di creazione che è primordiale e in qualche modo mortale”.

Andrea d’Amore
E’ nato e vive in Toscana. Ha trascorso periodi in metropoli e in zone selvagge. Laureato in letteratura è studioso di antropologia del cibo. Svolge un percorso indipendente come cuoco-chef. Si esprime con film d’arte nel duo Ciboideale. Con Pianox12 realizza esperienze-progetti legati alla problematizzazione dell’ovvio. Più strettamente legato al suo essere si prende cura di se stesso e oggettiva.

Dario Gentili
Nato nel 1985, vive e svolge da alcuni anni il suo itinerario creativo a Livorno.

Juan Pablo Macias
Nato nel 1974 in Messico, nel suo itinerario artistico esplora la relazione fra i sistemi di rappresentazione e l’ affettività, e analogamente fra conoscenza istituzionale e conoscenza insurrezionale. Con le sue azioni, gli interventi e il lavoro sugli archivi, intende causare tensioni fra l’istituzione, la pratica artistica e il campo sociale, abbandonando il piano semantico mediante la produzione di programmi che operano direttamente sul campo biologico, sociale ed economico. Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei a livello internazionale.

 

 

Per informazioni e appuntamenti:

tel. 0571/73619; a.scappini@virgilio.it
www.sincresisarte.com
www.sincresisarte.org (new website)
Come arrivare:
Superstrada da Firenze o da Pisa (FI PI LI) Uscita EMPOLI (la seconda dopo Empoli Est o Empoli Ovest), a 700 metri verso il Centro di fronte alla INCOOP di Via della Repubblica o Ferrovie dello Stato da Firenze, da Pisa, da Siena fermata Stazione Empoli e proseguire a piedi per un chilometro in direzione Pisa.

Fonte: Spazio Sincresis

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