Teatro Spettacoli San Casciano Val di Pesa

venerdì 28 Febbraio 2014

De Luca, Testa, Mirabassi: tre amici “Chisciottimisti”. Al Niccolini di San Casciano la prima regionale della nuova produzione di Fuoridivia

I Chisciottimisti sono coloro che non si arrendono, che sentono l’esigenza di dire no alle ingiustizie, sono ottimisti per natura, incapaci di accettare la realtà passivamente. Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi sono gli inguaribili “Chisciottimisti” al loro debutto toscano, in programma al Teatro Niccolini di San Casciano venerdì 28 febbraio alle ore 21. E’ questo il penultimo appuntamento della diciassettesima edizione del cartellone sancascianese che anche quest’anno, complice il sodalizio tra Comune e Fondazione Toscana Spettacolo i, si è ispirato ad una doppia connotazione puntando da un lato al linguaggio classico, dando spazio dall’altro alle sperimentazioni drammaturgiche. Un obiettivo, quello di produrre equilibrio tra i generi e i diversi linguaggi destinati ad un pubblico eterogeneo, sempre più esigente, maturo e sensibile alla qualità e alla diversificazione dell’offerta, che si rinnova ogni volta. Ad ogni spettacolo. Prova ne è la prima regionale che vede autore e interprete uno dei nomi più importanti della letteratura e della poesia italiana contemporanea. E’ Erri De Luca, impegnato in un terzetto con gli amici Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi in un allestimento, prodotto da Fuorivia e coordinato da Paola Farinetti.

 

A quattro anni dall’ultima replica di Chisciotte e gli invincibili, uno degli spettacoli più intensi, poetici e fortunati realizzati da Produzioni Fuorivia con il coordinamento di Paola Farinetti, nasce una nuova produzione, Chisciottimisti. Dopo aver girato l’Italia in lungo ed in largo, Francia e Canada, Spagna e Svizzera la stessa compagnia – tre artisti che sono anche tre amici: Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi – propone in scena un contenuto totalmente rinnovato perché nuovi e diversi sono i tempi in cui viviamo.

Protagonisti del racconto di Erri De Luca i molti Chisciotte dei nostri giorni, quelli che tengono duro e che nell’apatia generale non smettono di dire: “Io non ci sto” e guardano oltre, fino all’utopia.

 

Siamo Chisciottimisti perché vediamo in giro molti Chisciotte all’opera. Dove altri vedono il pessimismo sanchopanzista noi riconosciamo la sagoma ostinata e ossuta del cavaliere erratico. Esistono i Chisciotte e spronano i Ronzinante coi quali ci identifichiamo. Ecco la rivolta per la difesa dei 600 alberi di Istanbul, ecco la misteriosa formula dell’acqua, ecco la più giusta definizione di ciò che è abbastanza.

A una tavola poco apparecchiata, una terna fraterna di affiatati amici, Testa, Mirabassi, De Luca, in ordine rigorosamente analfabetico, si dichiara chisciottimista.

Erri De Luca

 

Info: Teatro Comunale Niccolini

via Roma, 47 – San Casciano Val di Pesa – tel. 055 8256388 e.mail: segreteria@teatroniccolini.it.

Biglietti

platea e palco centrale: intero € 16 – ridotto € 14 – ridotto per allievi corsi e laboratori € 12

palco laterale: intero € 12 – ridotto € 10 – ridotto per allievi corsi e laboratori € 8

 

 

CURRICULA ARTISTI

Erri De Luca

È nato a Napoli nel 1950 e attualmente vive a Roma. Prima di diventare scrittore, giornalista e traduttore dall’ebraico, ha fatto il muratore, l’operaio e lo scaricatore all’aeroporto di Catania. Negli anni Settanta era un dirigente di Lotta Continua, a Roma. Dopo lo scioglimento dell’organizzazione, nel 1977, ha scelto di stare dalla ‘stessa parte di allora’ e diventare operaio.

La passione per i libri e per la scrittura è nata con lui, ragazzino difficile e introverso. Leggeva i libri della biblioteca del padre Aldo, un grossista di pomodori appassionato della storia dei papi, della II Guerra Mondiale e dei campi di sterminio. E buttava giù storie di cui generalmente si sbarazzava.

L’incontro con l’ebraico antico è stato invece casuale. Un giorno mentre si stava preparando a partire per l’Africa come volontario, ha afferrato distrattamente l’unico libro che aveva sul comodino. Era la Bibbia. Ha trovato dei racconti bellissimi che lo hanno convinto a imparare la lingua , per capirla dall’originale.

E’ scrittore molto prolifico. Ricordiamo fra le molte opere pubblicate Non ora, non qui (1989 – il suo primo romanzo), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, Arcobaleno (1992) sui suoi compagni di lotta negli anni della rabbia, Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), In nome della madre (2006), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla (2009), E disse (2011), Il torto del soldato (2012), La doppia vita dei numeri (2013). De Luca scrive utilizzando la struttura del romanzo breve o racconto lungo. La sua è una lingua semplice e dura, di una semplicità ricercata e letterariamente raggiunta attraverso il sentimento, senza ammiccamenti. Perfetta.

Ha tradotto alcuni libri dell’Antico Testamento fra i quali ricordiamo: Esodo/Nomi (1994), Giona/Iona (1995), Kohélet/Ecclesiaste (1996), Il libro di Ruth (1999).

Ha curato per l’Avvenire una rubrica ‘Voci’, sistemata proprio sotto la testata del giornale cattolico. Ogni giorno, per diversi anni, ha appuntato i suoi pensieri tratti per lo più dalle cose che gli sono capitate. Poi ha aggiunto ‘in proporzione sabbatica’, uno su sette, pensieri sui versi delle sacre scritture. Poi, tutti quanti i pezzi riuniti hanno dato forma al libro Alzaia (1997). Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire, Gli Altri) e oltre ad articoli d’opinione, scrive occasionalmente anche di montagna.

Un capitolo a parte merita la sua avventura teatrale:

– Chisciotte e gli invincibili accanto a Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi, ha girato per 4 stagioni in Italia, per due in Francia (ospitato fra i vari prestigiosi teatri anche al Bouffes du Nord di Peter Brook) ed è passato anche in Svizzera, Canada e Spagna.

– Provando in nome della madre accanto a Simone Gandolfo e Sara Cianfriglia che ha girato in Italia per ben cinque stagioni a partire dal 2008.

– E ora questo nuovo Chisciottimisti che debutterà a fine gennaio 2014

I suoi libri preferiti sono La Montagna incantata di Thomas Mann e Don Chisciotte de la Mancha di Miguel de Cervantes.

 

Gianmaria Testa

Gianmaria Testa, classe 1958, è italiano, italianissimo, vive nelle Langhe in Piemonte, eppure c’è voluta la Francia per scoprirlo. Da quando ha mandato al Festival di Recanati la sua cassetta registrata chitarra e voce, vincendone il primo premio una prima volta nel ’93 e poi di nuovo nel ’94, sono passate un bel po’ di cose: otto dischi -Montgolfières (1995), Extra-Muros (1996), Lampo (1999), Il valzer di un giorno (2000), Altre Latitudini (2003), Da questa parte del mare (2006), il live “SOLO – dal vivo” (2009), Vitamia (2011) e l’ultimo live, Men at work (2013)-, più di 2000 concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portagallo, quattro serate tutte esaurite all’Olympia e una lunga teoria di articoli omaggianti sui principali giornali (“Le Monde” in testa).

In Italia il percorso è stato un po’ più complicato e difficile perché condotto davvero senza compromessi, con pochissime apparizioni Tv o passaggi radiofonici e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata ed è ancora il passaparola. Chi va ad un suo concerto non riesce a dimenticarlo: l’emozione nasce palpabile e si divide tra tutti; Gianmaria scherza coi suoi musicisti ed è naturalmente comunicativo; i testi sono belli, sono semplici, sono piccole poesie che parlano della vita e che vivono anche al di là della musica; e lei, la musica, insieme ad una voce che si muove tra rauche asprezze e teneri velluti, i testi li trasporta, li puntualizza, li sottolinea.

Perché le cose cominciassero a cambiare anche in Italia c’è voluto -paradossalmente- Il Valzer di un giorno, quarto disco della sua carriera e il primo di produzione totalmente italiana, che è forse il suo lavoro più ‘difficile’: canzoni riportate alla loro forma più nuda ed essenziale, due chitarre e voce soltanto.

Ad oggi, Il valzer di un giorno, ha superato le 200 mila copie vendute in tutta Europa.

Moltissime le collaborazioni con altri musicisti italiani del jazz e del folk: da Gabriele Mirabassi e Enzo Pietropaoli a Paolo Fresu; da Rita Marcotulli a Riccardo Tesi (col quale ha dato vita al “Progetto Saramago”, una sorta di omaggio al grande nobel per la letteratura); da Enrico Rava (insieme al quale ha presentato con grande successo per Fuorivia Guarda che luna!, spettacolo dedicato alla figura di Fred Buscaglione che ha visti protagonisti, oltre a loro, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo) a Battista Lena per il quale ha fatto la voce recitante e ha cantato nel suo lavoro discografico (I cosmonauti russi) dedicato alla navicella spaziale MIR, sempre prodotto da Fuorivia; da Mario Brunello a Paolo Fresu. E moltissime anche le collaborazioni con attori o scrittori come Erri De Luca (Chisciotte e gli invincibili, Che storia è questa), Giuseppe Battiston (col quale ha realizzato nel 2010-11 lo spettacolo “18 mila giorni – il Pitone”, su testo originale di Andrea Bajani) e prodotto da Fuorivia e Teatro Stabile Torino), Paolo Rossi (Rossintesta, 2004), Marco Paolini (Attraverso (2003)…

L’ultimo disco in studio, in ordine di tempo, è uscito alla fine del 2011, e più precisamente il 17 ottobre 2011, giorno del suo compleanno. “Vitamia”, è una sorta di bilancio di vita personale e di vita sociale e rappresenta la naturale evoluzione dello spettacolo teatrale con teatrale con Battiston, anche se le canzoni sono state totalmente riviste e riarrangiate.

Il disco, suonato da grandissimi musicisti, è ricco di nuove e inattese sonorità, un vero affresco non solo di parole e di sentimenti, ma anche di musica. Al disco, sempre prodotto da Fuorivia, ha fatto seguito una lunga tournée in Italia, Francia, Germania, Austria, Olanda e Belgio.

A fine ottobre 2012 è uscito, con Gallucci Editore, il libro disco Ninna Nanna dei sogni, prima incursione di Gianmaria Testa nel mondo dell’infanzia: una ninna nanna dedicata ai più piccoli illustrata dalle bellissime tavole di Altan, il creatore della Pimpa. A questo, ha fatto seguito un altro libro-disco, sempre per bambini e sempre con Gallucci editore, illustrato però da Marco Lorenzetti, 20 mila Leghe (in fondo al mare) (maggio 2013).

Ultima fatica, il live, registrato in Germania con il suo quartetto, Men at work, un doppio (+ dvd) con 23 canzoni che sono un po’ la sintesi di 20 anni di carriera artistica.

 

Gabriele Mirabassi

Clarinettista italiano che si muove con uguale disinvoltura sia nella musica classica che nel jazz. Negli ultimi anni poi svolge una ricerca approfondita sulla musica strumentale popolare brasiliana e sudamericana in genere. Collabora inoltre sistematicamente con artisti di ambiti eterogenei, partecipando a progetti di teatro, danza, canzone d’autore, ecc…

Le collaborazioni quindi nel corso degli anni sono state numerosissime. Nel jazz, fra i tanti Richard Galliano, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Marc Johnson, John Taylor, Steve Swallow, Stefano Battaglia, Roberto Gatto, Rabih Abu Khalil, Edmar Castaneda. In Brasile: Guinga, André Mehmari, Monica Salmaso, Sergio Assad, Trio Madeira Brasil, Orquestra a Base de Sopro di Curitiba e molti altri. Nella musica classica: John Cage, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra d’Archi italiana, Banda Sinfonica do Estado de Sao Paoulo, Ensemble Conductus, Orchestra Bruno Maderna ecc… Inoltre ha collaborato in vari ambiti (teatro, canzone d’autore, danza) con, per citarne solo alcuni, Gianmaria Testa, Erri De Luca, Ivano Fossati, Sergio Cammariere, Mina, Giorgio Rossi, David Riondino, Marco Paolini.

Oltre ad essere leader del trio Canto di ebano (premiato col Premio della Critica Arrigo Polillo come “Miglior disco dell’anno TopJazz 2008”) suona attualmente in duo con i chitarristi brasiliani Guinga e Roberto Taufic col pianista André Mehmari e col pianista Andrea Lucchesini.

Particolarmente interessato alla definizione di una poetica musicale che faccia incontrare il repertorio colto con quello popolare, presenta un programma di opere solistiche per clarinetto e orchestra d’archi da lui appositamente commissionate.

 

Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino

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