Cultura Firenze
da venerdì 21 Marzo 2014 a martedì 17 Giugno 2014
“Da Michelangelo alla contemporaneità”: una mostra all’Archivio di Stato di Firenze
Aprirà i battenti venerdì 21 marzo, nella prestigiosa sede dell’Archivio di Stato di Firenze, la mostra “Da Michelangelo alla contemporaneità. Storia di un primato mondiale. 450 anni dell’Accademia delle Arti del Disegno”, ideata dall’Accademia delle Arti del Disegno in coproduzione con Archivio di Stato e Accademia di Belle Arti di Firenze, con il supporto della Regione Toscana e il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.La mostra, ospitata nei locali dell’Archivio di Stato e curata da Luigi Zangheri e Bert W. Meijer, è stata presentata oggi alla stampa in una conferenza a cui hanno preso parte Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze; Pierluigi Rossi Ferrini, Vice Presidente di Ente Cassa di Risparmio di Firenze; Carla Zarrilli, Direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze; Luigi Zangheri, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno e Cristina Frulli, dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
La mostra ripercorre i 450 anni di storia dell’Accademia delle Arti del Disegno: oltre 150 le opere in mostra, attraverso cui i visitatori possono ammirare l’evoluzione artistica dell’idea stessa di disegno, da Michelangelo Buonarroti ai contemporanei.Il riferimento a Michelangelo nasce spontaneo, e non solo perché fu uno dei due primi accademici dell’Istituzione, insieme a Cosimo I de’Medici, insignito del titolo di “padre delle arti”. Ma quest’anno è anche il quattrocentocinquantesimo anniversario, oltre che della fondazione dell’Accademia, proprio della morte del Buonarroti, tanto che nei prossimi mesi Firenze sarà teatro di diversi eventi e iniziative culturali dedicati al suo genio e al suo talento creativo.La volontà principale della mostra è, infatti, proprio quella di approfittare di questo doppio anniversario per raccontare e testimoniare ai cittadini, attraverso la storia dell’Accademia “le tappe di una costante attività artistica e culturale che, nel 1563, ha avuto origine a Firenze” ha spiegato Luigi Zangheri. “Troppo spesso, infatti – ha proseguito – gli stessi fiorentini sono purtroppo i primi a dare per scontato l’enorme patrimonio della cultura materiale e immateriale della loro città, senza più riconoscerne i segni testimoni di un primato civile difficilmente uguagliabile, la cui valorizzazione rappresenta invece un investimento non solo per il presente ma soprattutto per il futuro”.
E sul valore, per la città di Firenze, della secolare storia dell’Accademia ha insistito anche Carla Zarrilli, direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze, che ha ricordato la volontà, con questa esposizione, di ripercorrere “la plurisecolare e gloriosa storia dell’Accademia, che va dal primo accademico Michelangelo ai grandi artisti contemporanei che ne hanno fatto parte”, ma anche, da parte dell’Archivio di Stato, “la volontà di aprirsi alla contemporaneità, essere sempre di più un polo attrattivo per la vita culturale fiorentina e nazionale”.
Il Presidente del Consiglio di Firenze ha poi anticipato la centralità dell’Archivio di Stato anche per le future celebrazioni per i 150 anni di “Firenze Capitale” che prenderanno il via il 3 febbraio 2015. L’Archivio, ha anticipato Eugenio Giani, “ospiterà, in quell’occasione, la mostra sulla figura di Giuseppe Poggi, figura di fondamentale importanza per la storia di Firenze, così come per quella dell’Archivio, che sui viali da lui progettati ha sede.” Giani si è poi soffermato sulla necessità di render nota al pubblico la storia delle due Accademie artistiche fiorentine che, “per circa 500 anni, insieme all’Accademia del Cimento, sono state il crogiuolo del patrimonio formativo in campo artistico e scientifico, in una città come Firenze che non era sede di Università.”Una storia straordinaria, quella delle due Accademie, raccontata in modo diacronico, con una raccolta di veri e propri tesori tra cui si segnalano opere di Canova, Morandi, Fattori, De Chirico e documenti quali lo statuto dell’Accademia del 1563, la difesa di Galileo Galilei, una lettera di Vasari a Cosimo I e un progetto a firma dell’architetto Renzo Piano, a cui si sommano altri documenti recuperati dagli Archivi e dalle Biblioteche della città, manoscritti e antichi volumi e ancora quadri che ritraggono gli accademici, disegni, incisioni, sculture in marmo, bronzo, gesso.Uno dei punti di maggiore interesse della mostra è dunque quello di essere la prima a raccogliere insieme materiali delle due Accademie fiorentine, la cui storia è strettamente legata: l’Accademia delle Arti del Disegno è, infatti, la più antica Accademia d’Arte dell’Occidente, fondata nel 1563 da Cosimo I e Giorgio Vasari, e proprio da una sua costola, con la riforma leopoldina del 1784, nacque l’Accademia di Belle Arti.
Proprio sul legame tra le due Istituzioni culturali che nei secoli hanno fatto la storia dell’arte di Firenze e del mondo si è concentrata, nel suo intervento, la professoressa Frulli, secondo cui iniziative comuni da parte di queste due Istituzioni hanno il grande pregio, oltre che di “testimoniare lo stretto legame tra le due Accademie”, anche di “far conoscere, soprattutto ai più giovani, il passato di una città come Firenze, da sempre, nella sua storia, madre delle idee in tutta Europa”.E sull’importanza della mostra per Firenze, e sulla necessità di valorizzare un’Istituzione come l’Accademia nel panorama culturale cittadino e non solo, ha insistito anche Pierluigi Rossi Ferrini: “È significativo che una istituzione come la nostra – ha dichiarato – sostenga da anni una Accademia così prestigiosa che costituisce una delle pietre miliari della millenaria storia fiorentina. È un segno di vicinanza e di attenzione per accompagnare l’Accademia delle Arti del Disegno nel proseguimento di una attività che ci auguriamo sia sempre luminosa e di altissimo livello, ma soprattutto un modo per rispondere a uno dei fini dell’Ente Cassa di Risparmio, ovvero quello di conservare i beni culturali, renderli fruibili e promuoverne la conoscenza perché per comprendere il presente, e gettare le basi per il futuro, è necessario affondare le radici nel passato’’.
Le oltre 150 opere in mostra sono suddivise nelle seguenti sezioni:
· I luogotenenti
· I professori
· I premi
· La Wunderkammer
· I gessi
· Le incisioni
· I disegni
· La contemporaneità
La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta al pubblico dal 21 marzo al 17 maggio 2014, con il seguente orario: dal lunedì al venerdì 9.30 – 13 e 14.30 – 17.30, il sabato 9 – 13.
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