Cultura Lucca

venerdì 7 Novembre 2014

Conversazioni in San Francesco: su il sipario per Bernard-Henri Lévy

Chiesa di San Francesco, Lucca

Chiesa di San Francesco, Lucca

Su il sipario per Bernard-Henri Lévy. Il palco del San Francesco si tinge di blu bianco e rosso per la sera di venerdì 7 novembre (ore 21), quando il filosofo francese, punto di riferimento intellettuale per studiosi, politici e letterati degli ultimi decenni e discusso personaggio pubblico, entrerà nella Chiesa di piazza San Francesco per il quinto appuntamento delle Conversazioni.

Una serata dedicata alla bellezza – tema che caratterizza la rassegna Ilaria e le altre, promossa dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca con il supporto della Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno/Banco Popolare –, stavolta letta, indagata e mostrata attraverso gli occhi di due importanti filosofi, capaci di regalare una serata di puro spettacolo.

Che ne avete fatto della bellezza? È questo il titolo della lectio magistralis che Lévy ha preparato appositamente per l’iniziativa: una riflessione che il filosofo francese, reduce dal successo dell’ultima pièce teatrale “Hotel Europe” – con cui ha debuttato lo scorso luglio al Teatro La Fenice a Venezia – condurrà a ritroso sul ruolo dell’arte e sull’idea della bellezza, indagando sul rapporto che hanno intrattenuto fra di loro nell’arco dei secoli fino adoggi, per chiedersi se l’arte possa ancora rendere il mondo più bello.

Accanto a lui siederà Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, responsabile del supplemento culturale Il Sole 24 Ore Domenica e autore del recente libro Istruzioni per rendersi felici (Guanda), che terrà una relazione introduttiva sulla bellezza oggettiva e sul concetto di gusto contemporaneo. 

Bernard-Henri Lévy, chiamato semplicemente BHL in Francia, è nato a Béni-Saf, in Algeria, il 5 novembre 1948, da una famiglia ebraica sefardita. La sua famiglia si trasferì a Parigi alcuni mesi dopo la sua nascita. Dopo aver frequentato il Lycée Louis-le-Grand a Parigi, BHL nel 1968 si iscrive alla rinomata quanto selettiva Ecole Normale Supérieure, dove si laurea in filosofia. I suoi professori sono alcuni tra i più importanti intellettuali e filosofi francesi, basti ricordare Jacques Derrida e Louis Althusser. Lévy è anche un giornalista, cominciando la sua carriera come cronista di guerra per il Combat, il giornale fondato in clandestinità da Albert Camus durante l’occupazione nazista della Francia. Nel 1971 Lévy lascia la Francia per recarsi in India, quindi in Bangladesh dove segue con attenzione, la guerra d’indipendenza contro il Pakistan. Sarà quest’esperienza che lo porterà a scrivere il suo primo libro, Bangla-Desh, Nationalisme dans la révolution, pubblicato nel 1973. Tornato a Parigi, diventa famoso come il giovane fondatore della scuola della nouvelle philosophie (Nuova filosofia). In contrasto anche con le fortissime idee conservatrici abbracciate da alcuni intellettuali americani, sia Lévy che i Nuovi Filosofi rifiutano l’ideologia capitalista. Durante gli anni settanta tiene un corso di epistemologia presso l’Università di Strasburgo e filosofia all’Ecole Normale Supérieure. Nel 1977, durante la trasmissione televisiva Apostrophes, Lévy viene presentato ufficialmente, accanto ad André Glucksmann, come un nouveau philosophe. Nel 1981 pubblica L’Idéologie française, probabilmente il suo lavoro più influente. È membro del comitato editoriale dell’editore Grasset, e dirige la rivista La règle du Jeu (“La regola del Gioco”). E’ editorialista per Le Point, il Corriere della Sera, El Pais, le Daily Beast, la Frankfurter Allgemeine Zeitung e il New York Times. Dal 1973 pubblica con la casa editrice Grasset. Il suo ultimo testo, Hotel Europe, per la regia di Dino Mustafic, con Jacques Weber, è un monologo che è stato presentato in anteprima al Teatro Nazionale di Sarajevo il 27 giugno 2014 a cento anni dell’attentato di Sarajevo e vent’anni dalla guerra di Bosnia 1992-1995. Rappresentato in prima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia l’11 luglio (giorno del massacro di Srebrenica), lo spettacolo è in scena a Parigi, al Teatro de l’Atelier fino al 3 gennaio.

Armando Massarenti è responsabile del supplemento culturale «Il Sole 24 Ore Domenica». È direttore per Mondadori Università della collana Scienza e filosofia. È autore del manuale per le scuole Penso dunque sono (con Emiliano Di Marco, D’Anna, 2014). Guanda ha pubblicato Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima (2006, Premio filosofico Castiglioncello 2007, Premio di saggistica Città delle rose 2007), Staminalia (2008), Il filosofo tascabile (2009), Dizionario delle idee non comuni (2010, Premio Capalbio 2011), Perché pagare le tangenti è razionale ma non vi conviene (2012) e Istruzioni per rendersi felici (2014).

 

Conversazioni in San Francesco – Il progetto

Ilaria e le altre, ovvero della bellezza eterna trae spunto da una delle scultore più conosciute e amate al mondo: Il monumento funebre di Ilaria del Carretto, la giovane sposa del Signore di Lucca Paolo Guinigi. Il monumento realizzato da Jacopo della Quercia, e conservato nel Duomo, rappresenta da sempre un archetipo di bellezza muliebre e di gioventù. Studi recenti, durante la campagna di scavi realizzata nell’ambito dell’imponente restauro del complesso conventuale, hanno rintracciato le spoglie di Ilaria proprio nella cappella di Santa Lucia, nel convento di San Francesco. E proprio San Francesco sarà il luogo che ospita tutti gli incontri della rassegna, in programma fino al 14 dicembre.

Il Complesso Conventuale di San Francesco è tornato alla città grazie all’imponente e recente restauro finanziato e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La rassegna ideata e curata da Lea Codognato, Alba Donati e Sergio Risaliti,  è promossa dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca, organismo costituitosi su iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Centro Studi sull’arte “Licia e Carlo Ludovico Ragghianti. Sponsor unico della rassegna è la Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno/Gruppo Banco Popolare.

 

Fonte: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

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