Cultura Prato
sabato 2 Novembre 2024
Conferenza “La Grande guerra” presso la Casa delle Memorie di guerra per la pace di Prato
Sempre in secondo piano rispetto alla successiva guerra, la Prima guerra mondiale ha, al suo interno, dinamiche che la rendono unica per la partecipazione popolare, culturale e politica del dibattito tra interventisti e neutralisti.
Considerata infatti come l’occasione finale di un Italia irredente, figure di ampio spessore culturale come Gabriele D’Annunzio, diventarono cassa di risonanza per diffondere la necessità di entrare in guerra e riprendere i territori di Trento e Trieste mentre figure come Giolitti, rappresentavano l’assoluto rifiuto per una carneficina annunciata.
Mussolini, direttore del giornale “Avanti”, passò dalla posizione di neutralista, in linea con il partito socialista cui apparteneva, alla posizione di intervento deciso con la perdita della direzione del giornale, l’uscita dal partito e la fondazione de “Il popolo d’Italia” foraggiato dal governo Salandra, da inglesi e francesi ma anche dalle aziende che avrebbero tratto profitto dalla guerra. Arrivò in poco tempo alle 80.000 copie.
La guerra poi totalmente condizionata dalle scelte del Generale Cadorna, uomo di grande esperienza ma di scarsa attualità, deciso a non confondersi con la politica. Ha seguito, nonostante le ingenti perdite di uomini e le sconfitte al fronte, la teoria di un uomo solo al comando e senza valutare mai la possibilità di sbagliarsi. Dal suo atteggiamento è nato il termine “CADORNISMO” ancora oggi usato.
Caporetto, la sconfitta più grave della storia, ancora oggi una ferita aperta per gli errori di Cadorna ma anche di Badoglio, a capo dell’artiglieria che non rispose all’invasione austro ungarica sull’Isonzo perchè lui stesso aveva preteso di dover dare il comando di “Avanti Savoia”.
Strategicamente posizionato in una zona con scarsa visibilità e senza comandi, il corpo militare comandato da Badoglio, non rispose all’attacco nemico e fu interamente catturato, dove non sterminato, insieme alle armi, cannoni e mezzi.
L’ascesa di Diaz, uomo di poca esperienza sul campo ma capace di rinvigorire lo spirito delle truppe che sembrava perso, di riprendere in mano la strategia di guerra e attualizzarla, di rigenerare la fiducia dei soldati fino all’impresa finale: la vittoria di Vittorio Veneto.
Durante la conferenza sarà inoltre studiato e rappresentato il “Diario di Ghigo“, un soldato del Regio Esercito che diventò un prigioniero di guerra austro-ungarico a Caporetto e che girò mezza Europa in condizioni estreme. Dopo aver percorso l’Europa dell’Est riuscì a tornare a casa passando dalla Turchia e dalla Grecia.
Un soldato che ha tenuto in un diario le sue imprese, il suo stato d’animo, le sue speranze e le sue paure e che oggi, alla luce della lontananza di questa guerra, sono un prezioso tesoro di conoscenza.
Un soldato che ha raccolto le poesie che ha amato di più e che ricordano i duri tempi del fronte e l’amore per la famiglia.
Sabato 2 novembre alle ore 17:30 si terrà la conferenza “La Grande Guerra” – La storia e il diario del pratese “Ghigo”, prigioniero a Caporetto, presso la Sala della Casa delle Memorie di guerra per la pace di Prato.
L’evento, curato da ANCR sezione di Prato, avrà tra i relatori il prof. Francesco Venuti, storico, e Francesco Bianchi. Le letture saranno invece curate da Maria Pia Fiaschi.

Diario di Ghigo
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