Cultura Firenze
sabato 18 Gennaio 2025
Conferenza al Terza Guerra Mondiale i popoli Africani alla riscossa, gli imperialisti in ritirata
Compagno, a fine ottobre siete andati in due del Gruppo di Lavoro Internazionale del Partito a Dakar, a una conferenza organizzata dalla Piattaforma Antimperialista Mondiale. Ci descrivi questo organismo?
Si tratta di un coordinamento di varie forze il cui obiettivo principale, come dice il nome, è la lotta contro l’imperialismo nel contesto della Terza Guerra Mondiale che gli imperialisti promuovono. È l’unico coordinamento internazionale che include nella lotta contro l’imperialismo, e come agenti con ruolo da protagonista, la Repubblica Popolare Democratica di Corea (nota nel linguaggio corrente come “Corea del Nord”), la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa. Negli altri coordinamenti internazionali del movimento comunista o è presente o è prevalente la posizione secondo cui sia la Cina che la Russia sarebbero paesi imperialisti e che, quindi, una guerra come quella in Ucraina sarebbe scontro tra imperialisti, nel caso specifico tra i paesi della NATO e la Federazione Russa.
La Piattaforma Antimperialista Mondiale (PAM) si è costituita nove mesi dopo l’intervento della Federazione Russa in Ucraina, nell’ottobre del 2022, pochi giorni prima che al 22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai a Cuba si scontrassero i partiti che giudicavano quella in Ucraina come scontro tra paesi imperialisti, cioè tra paesi della NATO e Federazione Russa, e quelli che giudicavano l’intervento russo risposta necessaria all’aggressione della NATO condotta tramite il regime ucraino. La PAM dalla sua fondazione a Parigi ha fatto sette conferenze in Asia, Europa, America del Nord e del Sud e ora anche in Africa. Ogni primo del mese pubblica la rivista che raccoglie articoli degli organismi aderenti alla Dichiarazione di Parigi del 2022 con cui PAM ha avviato il suo lavoro.
Per gli interessati il sito di PAM è wap21.org, il sito della rivista Platform è waporgan.org. Chi è interessato a conoscere ed eventualmente sottoscrivere la Dichiarazione di Parigi, la trova in wap21.org/?p=566.
La seconda domanda è: quali insegnamenti e impressioni riporti dall’Africa.
L’insegnamento principale è che i popoli africani sono alla riscossa, e gli imperialisti arretrano. Gli imperialisti francesi stanno perdendo posizioni in gran parte dei paesi dell’Africa occidentale nel Sahel, sotto il Sahara. Tra gli imperialisti USA frulla l’idea di sostituirli, come volevano fare in Vietnam, ma ora come allora si troveranno di fronte popoli capaci non solo di resistere, ma di contrattaccare e vincere.
L’impressione principale è quella che si vede nei volti dei partecipanti alla cerimonia conclusiva del Secondo Congresso del Partito Comunista Marxista del Kenya (in www.youtube.com/). Sono volti felici, di gente che sorride, i cui occhi riflettono la luce del futuro, occhi di chi si aspetta un futuro luminoso.
C’è da chiedersi perché sono così. Qui da noi tra quelli che si dichiarano di sinistra, o rivoluzionari o anche comunisti, i sentimenti ricorrenti molto raramente sono di gioia: prevalgono l’idea che il nemico sarebbe forte e non può che vincere, e a fronte di ciò i sentimenti sono quelli di chi sì resiste ma con rassegnazione e al massimo con rabbia. Hanno ragione codesti tristi? La felicità che abbiamo visto in viso a donne e uomini africani è frutto di illusione, di una visione superficiale del mondo che in realtà sarebbe tanto brutto come lo vedono parecchi qui in Italia e negli altri paesi imperialisti?
La risposta è no. La visione del mondo delle donne e degli uomini africani è profonda e lungimirante. Sono gente che vive nelle condizioni materiali peggiori, che rischia la vita (78 giovani sono stati uccisi durante manifestazioni contro il carovita in Kenya a luglio) ma il loro pensare e il loro sentire si eleva fino all’esultanza, cosa che vediamo anche in tante lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea: sono le lettere di quelli che sanno di morire ma sono certi che il futuro di chi resta sarà migliore in misura e modo che non si possono descrivere. Noi sappiamo che avevano ragione: dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale tutto è cambiato in forma inimmaginabile. Purtroppo, anche in Italia siamo rimasti sotto il giogo dell’imperialismo e il movimento comunista è arretrato. Oggi però possiamo riprendere il cammino verso la vittoria. Abbiamo molti alleati, e soprattutto molti compagni, e molti in Africa.
Aggiungo che ciò che più è rimasto impresso in noi del Partito a Dakar è stata l’affermazione di un dirigente del Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea-Bissau e di Capo Verde (PAIGC), il partito di Amilcar Cabral (1924 – 1973) il grande rivoluzionario africano. Questo compagno ha detto: “Coloro che assimilano le teorie rivoluzionarie e le mettono in pratica in maniera sincera nel nostro popolo si trasformano in rivoluzionari consapevoli. I rivoluzionari logicamente coscienti si attraggono l’un l’altro con un’energia magnetica, come lo siamo noi oggi in questa conferenza.”
L’unione di coscienza logica e forza magnetica è un aspetto che ha colpito entrambi i componenti della nostra squadra poiché, sia nel senso comune delle masse popolari sia anche in massima parte del movimento comunista cosciente e organizzato dei paesi imperialisti, si tengono separate come si tengono separati pensiero e sentimento. Quelli che possono togliere questa separazione siano noi, come ci rammentano i compagni del (nuovo) Partito comunista italiano nella loro rivista La Voce: “noi comunisti siamo in grado di combinare intelligenza e amore”. (da La favola di Stalin e degli Accordi di Jalta e di Potsdam, in La Voce del (nuovo)Pci, n. 78, cit.)
Ultima domanda: nell’iniziativa del 18 gennaio al Circolo Arci delle Porte Nuove a Firenze sulla Conferenza di Dakar parleranno alcuni protagonisti di questo Rinascimento africano?
Il Segretario del Partito Comunista Marxista del Kenya ci ha inoltrato un video che trasmetteremo distribuendo il testo tradotto. Una compagna del Camerun, dirigente di un importante coordinamento di organismi che lottano per liberare l’Africa dal neocolonialismo e dall’imperialismo, pure ci ha inviato un intervento che leggerà in video e che noi tradurremo. Gli interventi dei due compagni sono pubblicarti nel sito del Partito dei CARC, in www.carc.it/2025/01/13/due-interventi-di-compagni-dallafrica/. I due compagni in Kenya e in Camerun combattono contro regimi asserviti agli imperialisti, regimi nemici del popolo e criminali. È dell’11 gennaio il tentativo di assassinare Booker Omole, il Segretario del Partito Comunista Marxista del Kenya di cui trasmetteremo il video il 18 gennaio, e durante la settimana sono stati arrestati il Presidente e altri dirigenti del Partito. Il 18 gennaio sarà occasione per promuovere la solidarietà con questi compagni, con i loro partiti e con i popoli delle loro nazioni, che subiscono oppressione, repressione e guerra tanto quanto la popolazione palestinese, e la loro lotta è la stessa del popolo palestinese.
Abbiamo anche un contributo di un giornalista del Senegal, attivo in un importante coordinamento degli Stati del Sahel, che ci serve a trattare della situazione in Senegal, dove il governo eletto si sta muovendo nel percorso per l’estromissione degli imperialisti dal paese, a partire dall’espulsione delle forze armate francesi.
Invito a partecipare all’iniziativa del 18 gennaio. Inizia alle 17. Alle 20 facciamo una cena. Prenotatevi al 339 19818491.
Paolo Babini
Partito dei CARC – Gruppo di Lavoro Internazionale
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