Cultura Livorno

da giovedì 8 Maggio 2014 a sabato 7 Giugno 2014

“Bagliori di libertà. Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita”: mostra bibliografica a 250 anni dalla pubblicazione dei “Delitti e delle pene”

In occasione dei 250 anni dalla pubblicazione “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria (l’opera fu stampata in forma anonima per la prima volta a Livorno nel 1764) , la Biblioteca Labronica “F.D. Guerrazzi” organizza, in collaborazione con la cooperativa Itinera, la mostra bibliografica : “Bagliori di Libertà. Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita”. La mostra verrà inaugurata giovedì 8 maggio ( ore 17) nella sede della Biblioteca Labronica di Villa Fabbricotti ( viale delle Libertà) e rimarrà aperta fino al 7 giugno con orario continuato: dal lunedì al venerdì 9-19; il sabato mattina dalle 9 alle 13. E’ prevista un apertura straordinaria domenica 1 giugno dalle 17 alle 19.

Info: Biblioteca Labronica tel. 0586/264511 – coop. Itinera (prenotazione per visite guidate) tel. 0586/894563.

L’iniziativa accompagnerà il convegno internazionale che si terrà a Livorno il 16 e 17 maggio “250 anni Dei delitti e delle pene” promosso e realizzato dall’Unione Nazionale delle Camere Penali Italiane e dalla Camera Penale di Livorno con il contributo del Comune di Livorno, della Regione Toscana , della Fondazione Livorno, della Camera di Commercio di Livorno e della Fondazione Teatro Goldoni.

La mostra “ Bagliori di libertà .Cesare Beccaria e gli illuministi nella Livorno cosmopolita” si articola in tre sezioni che illustrano: il contesto filosofico europeo e italiano nel quale Beccaria respirò i lumi della libertà; le edizioni del “Dei delitti e delle pene” conservate presso la Labronica accompagnate da commentari coevi; l’ambito socio culturale livornese con una particolare attenzione rivolta alla stamperia di Marco Coltellini, primo editore dell’opera di di Beccaria. Quest’ ultima sezione è corredata da materiale iconografico, proveniente per la maggior parte dalla collezione Minutelli, che attraverso piante, vedute e ritratti di personaggi , illustrano la Livorno dell’epoca.

Prima sezione. La sezione filosofica presenta una prima parte volta ad illustrare il contesto internazionale con alcune delle opere dei maggiori philosophes del tempo che ispirarono Cesare Beccaria con i loro ideali di eguaglianza e libertà. In esposizione le Lettres persanes e L’esprit des loix di Montesquie; la Storia naturale di Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon ; le Lettres diverses, Du contract social e i Discours sur l’origine e les fondamens de l’inegalite di J.J. Rousseau; il Dictionnaire philosopique e Le Philosophe ignorant di Voltaire; e le Collection complette des oeuvres philosophique di Diderot. Nella seconda parte della sezione si chiarisce il contesto italiano, e in particolar modo lombardo, nel quale videro la luce le opere del Beccaria e quelle dei suoi contemporanei che tanto desideravano il progresso e l’emancipazione dell’uomo dall’ignoranza e dalla superstizione: Il Caffe; le Ricerche intorno alla natura dello stile e le Opere diverse del Marchese Cesare Beccaria; e i Discorsi e le Opere filosofiche di Pietro Verri.

La seconda sezione è dedicata all’opera princeps di Beccaria e mette in mostra alcune delle edizioni possedute dalla Biblioteca Labronica stampate a Livorno, anche con false indicazioni tipografiche: Harlem 1766, Lausanna 1769, Londra 1774, Livorno 1834, mostrando il successo, la fama e la fortuna che il Dei delitti e delle pene ottenne sin dalle prime edizioni; il Commentario di Voltaire e le Lettere manoscritte di Pietro Verri a Giuseppe Aubert ne incrementano la testimonianza. Non manca la posizione ufficiale della Chiesa che mostra la sua avversione al progresso e alla libertà di pensiero, con l’inserimento dell’opera nell’Index librorum Prohibitorum e con il Commentario filologico-critico dell’abate Malanima. La sezione si conclude con un esemplare del bando pubblicato a Firenze da Cambiagi nel 1786 nel quale il granduca illuminato Pietro Leopoldo sancisce il 30 novembre l’abolizione della pena di morte nel Granducato di Toscana.

Nella terza sezione viene esposto infine il contesto socio culturale livornese in cui lo spirito illuministico ha modo di espandersi. Grazie ad una posizione geograficamente favorevole, all’aggregazione multietnica presente in città, al goduto supporto granducale e al diffondersi di opere di natura completamente innovativa come i Magazzini d’istruzione e di piacere , che Santini pubblica a Livorno dal 1752 al 1757, le tipografie livornesi possono sviluppare al massimo le loro attività. In modo particolare la tipografia di Marco Coltellini in breve tempo diventa punto di riferimento per chi voglia stampare in libertà. Nei suoi torchi vedono la luce il Gazzettiere americano, i suoi libretti per musica da rappresentare nei teatri europei, le Opere del conte milanese Francesco Algarotti, le Vite del Vasari e nel luglio del 1764 proprio l’editio princeps del Dei delitti e delle pene. I documenti manoscritti, come il Giornale della città e porto di Livorno, e l’apparato iconografico tratto dalla Collezione di stampe Oreste Minutelli, contestualizzano le opere nella città cosmopolita del tempo.
Il percorso espositivo sarà corredato da schede esplicative, appositamente dedicate ai ragazzi delle scuole medie che visiteranno la mostra.

Ingresso gratuito

Fonte: Comune di Livorno

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