Cultura Firenze
da mercoledì 9 Aprile 2014 a domenica 13 Aprile 2014
Baccio Bandinelli, il competitor di Michelangelo. Da domani al Bargello a Firenze, sculture, disegni e dipinti
“Terribile di lingua e d’ingegno”, così il ‘nemico’ Giorgio Vasari descriveva Baccio Bandinelli, lo scultore del Cinquecento fiorentino a cui il museo nazionale del Bargello dedica la prima mostra monografica. Personaggio complesso e tormentato, Baccio Bandinelli, dopo Michelangelo di cui è stato il competitor, è considerato la figura di maggior rilievo della sua epoca nel campo della scultura italiana.
La mostra, aperta da domani (mercoledì 9 aprile) fino al 13 luglio, offre una carrellata sull’attività del cavalier Bandinelli, come lui stesso amava definirsi, attraverso 90 opere: non solo sculture, ma anche disegni, stampe, bronzetti e rari dipinti. Tra questi ultimi spiccano una bella ‘Leda e Cigno’, esposta per la prima volta al pubblico grazie al prestito della Sorbona e il celebre ‘Ritratto di Baccio Bandinelli’ dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
Dopo l’ostracismo della critica negli ultimi due secoli, l’esposizione fiorentina, curata dallo studioso Detlef Heikamp e dalla direttrice del museo nazionale del Bargello Beatrice Paolozzi Strozzi, intende così, nell’anno delle celebrazioni michelangiolesche, restituire all’artista la posizione di rilievo che gli spetta. “Benché noto e studiato – osserva la soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini -, Bandinelli resta un artista lontano dall’apprezzamento di massa e dunque meritevole di una riscoperta del tenore qualitativo cui il Bargello ci ha abituati con le spettacolari monografie su Giambologna, Rustici, Danti”.
Con il titolo ‘Baccio Bandinelli. Scultore e Maestro (1493-1560)’, la mostra presenta capolavori come il Bacco di palazzo Pitti, i busti-ritratto di Cosimo I o il Mercurio giovanile del Louvre. I committenti di Baccio Bandinelli furono dapprima i due papi di casa Medici, Leone X e Clemente VII, poi il duca Cosimo I. L’artista seppe assicurarsi a Firenze e non solo imprese artistiche impegnative, mantenendo indubbio credito e prestigio. Era stato Leonardo ad incoraggiare il giovane Baccio Bandinelli alla scultura verso la quale l’artista si orientò definitivamente, anche se le opere esposte nella mostra dimostrano quanto fosse dotato nel disegno, nella stampa, nei bronzetti e di come avesse nel complesso una grande capacità inventiva.
La mostra rinvia anche ai grandi monumenti pubblici, ovviamente assenti dall’esposizione, ma che il visitatore può vedere in immagini video o, se lo desidera, in altri luoghi della città, come la copia del colossale Laocoonte agli Uffizi o la Pietà conservata nella cripta della basilica di Santa Croce.
Infine, il complesso scultoreo Ercole e Caco, di fronte a Palazzo Vecchio, la commissione più ambita, che Baccio Bandinelli riuscì a strappare al Buonarroti e che sarà poi per secoli oggetto di derisioni e fonte di amarezza per l’artista.
L’opera fu oggetto di una critica feroce da parte di Benvenuto Cellini, che di Baccio Bandinelli fu acerrimo nemico non solo sul piano artistico ma anche su quello personale.
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