Cultura Siena

da giovedì 30 Gennaio 2014 a venerdì 31 Gennaio 2014

Appunti per un lessico palestinese: Siena ricorda la figura di Marco Dinoi. Alla Corte dei Miracoli inaugurazione di una mostra fotografica e la proiezione di due documentari

Prosegue la manifestazione, organizzata da Mohsen Sariaslani e dall’associazione Level Five, per ricordare la figura e il lavoro dell’indimenticato Marco Dinoi, docente di Teorie e Tecniche del Linguaggio Cinematografico alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena, tragicamente scomparso nel 2008. Domani (giovedì 30 gennaio) alle ore 17:30, al Palazzo San Niccolò (via Roma 56, III piano, aula 356) proiezione del documentario “Appunti per un lessico palestinese”, di Marco Dinoi e Nicola Perugini, introdotta da una presentazione di Giacomo Tagliani, operatore e montatore del film. Venerdì 31 gennaio, invece, alla Corte dei Miracoli di Siena, alle ore 18:00 ci sarà l’inaugurazione della mostra fotografica di Marco Dinoi sulla Palestina. A seguire una cena palestinese e, quindi, la proiezione del documentario di Dimitri Chimenti “Just Play“. Il film non parla di occupazione; non parla di conflitto; non è neppure un film sulla musica. Questi sono tutti elementi della storia, ma il film parla di qualcosa di diverso. Questo film narra le vicende di un gruppo di uomini, donne e bambini che della musica fanno un mezzo di libertà e di liberazione. Questo film incrocia i loro mondi per rispondere a domande complesse e fondamentali: che senso ha suonare Bizet tra le sbarre di un checkpoint? Perché un’orchestra sfida un esercito? Qual è la posta in gioco? Prosegue, inoltre, presso il negozio di Mohsen Sariaslani in via Pantaneto 128, la mostra fotografica “Ti do i miei occhi” che raccoglie alcuni, meravigliosi scatti dello stesso Marco Dinoi. Ha scritto a questo proposito il fotografo Stefano Pacini: “Le foto esposte varcano confini, raccontano e si snodano dentro e attraverso la vita stessa, fluiscono negli anni, in un tempo che ricordiamo lungo e che, invece, è stato terribilmente breve per Marco, pur nella sua splendida intensità. Ci raccontano un fotografo attento, sensibile, pronto a osservare lo spettacolo dell’umanità declinato nelle piazze del Mondo, nei modi variegati del gioco degli anziani o dello stupore del bambino, nell’incanto dell’amore o nelle domande inevase della vita. Bianchi e neri senza datazione, che fanno spazio, sul finire del tempo, al colore per continuare a raccontare la Palestina. Marco non invade il campo, ma silenziosamente e con rispetto, fa domande con le sue fotografie. Marco ci pare silenzioso ma sorridente anche quando si trova a pochi palmi dai bambini palestinesi, non cerca immagini ad effetto, prende appunti per i suoi prossimi lavori, non si pone il problema della bellezza formale dello scatto, anche perché sa che in fin dei conti è solo una fotografia e come tale può anche non servire a niente, come può non servire a niente l’amicizia, l’amore, la bellezza. Pur non servendo a niente sono fotografie che hanno dignità propria, che aiutano a vivere e, allo stesso tempo, mostrano legami, mostrano amicizia, mostrano amore, e tanta, tanta bellezza”.

Fonte: Centro Culture Contemporanee Corte dei Miracoli

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