Cultura Firenze

lunedì 10 Marzo 2014

‘Appunti di viaggio sulla chitarra del XX secolo’: Vincenzo Saldarelli protagonista al Lyceum Club Internazionale di Firenze

 

Un viaggio attraverso quasi cent’anni di musica per chitarra, dagli anni Venti del ‘900 fino ai compositori di oggi con le loro opere più rappresentative, sotto la guida di un protagonista di quella storia in Italia e non solo.

Lunedì 10 marzo alle 20.30 il Lyceum Club Internazionale di Firenze ospiterà una conversazione-concerto del chitarrista e compositore Vincenzo Saldarelli, noto per la sua collaborazione con Petrassi e per la sua attività concertistica internazionale, nonché come uno dei fondatori del G.a.m.o. (Gruppo aperto musica oggi), che riproporrà in un itinerario dal vivo il suo lavoro ‘Appunti di viaggio sulla chitarra del XX secolo’: un doppio cd e un volume realizzati nel 2013 per le Edizioni GuitArt International.

Durante l’incontro, organizzato dalla Sezione Musica del Lyceum di Firenze, presieduta da Eleonora Negri, in collaborazione con Dischi La Fenice, Vincenzo Saldarelli inizierà il suo percorso musicale dal clima del Sud America di August Barrios (1885-1944) con la sua ‘Romanza en Imitaciòn al Violoncello’, passando poi ai ‘Quattro pezzi brevi’ dello svizzero Frank Martin (1890-1974) e ad alcuni esempi della cultura musicale contemporanea sbocciata a Firenze: ‘Il canto dell’arpeggione’ del 1974 di Carlo Prosperi (1921-1989), ‘Corni da caccia’ del 1999 di Alvaro Company (1931) e ‘Cinque studi’ del 2012, dalle ‘Lezioni americane’ di Italo Calvino, di Vincenzo Saldarelli stesso (1946). Si farà poi tappa nell’Inghilterra di Benjamin Britten (1913-1976), di cui verrà suonato ‘Nocturnal Op. 70’ del 1963, per tornare infine al mondo latino americano con due studi del brasiliano Heitor Villa Lobos (1887-1959).

Questo appuntamento musicale, con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, fa parte del ciclo ‘Renovatio Humanitatis – Arte e scienza dal Rinascimento alla contemporaneità’, che ha il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e il patrocinio di Provincia, Comune e Quartiere 1.

Per informazioni, Lorenzo Sandiford

333-349187, l.sandiford@katamail.com

 

NOTE AL PROGRAMMA

 

Il programma nasce  con l’idea di proporre dal vivo un possibile itinerario di “Appunti di viaggio sulla chitarra del XX° secolo”, come è il titolo del doppio CD e del volume realizzati per le Edizioni GuitArt International e presentati  in occasione di questo concerto.   E’ un viaggio personale attraverso quasi cent’anni di musica, dagli anni Venti del ‘900 , con De Falla e altri grandi autori, fino ai compositori di oggi con le loro opere più rappresentative.

Apre il programma la Romanza di Augustin Barrios, autore e chitarrista paraguayano di grande virtuosismo, celebrato soprattutto nei paesi latino americani. Di origine “guarany” volle chiamarsi Mangoré, adottando il nome di un cacicco (capo indigeno) di quella etnia, che lo ispirò nel carattere di molte sue composizioni. La Romanza è invece un brano di impianto diverso, articolato armonicamente e con temi alle voci gravi , sorta di rivisitazione sonora dei fraseggi del violoncello, come dice il titolo stesso en Imitaciòn al Violoncello .

I Quatre pièces brèves di Frank Martin hanno climi compositivi differenziati che riflettono grande adesione al mondo sonoro della chitarra. Dal brillante Prèlude all’Air di nobile fattura, quasi ricordo di un liuto, dall’intensa accordalità del Plainte al finale di Comme une gigue, trasfigurazione ritmica di una danza. Questa importante composizione viene ignorata per circa un trentennio, tanto che l’autore, evidentemente deluso dalla risposta dei chitarristi del tempo,  realizza una versione per orchestra subito apprezzata da Ernest Ansermet , il quale la interpreta e la registra senza indugi come direttore della sua Orchestre de la Suisse Romande. Negli anni ’60 l’opera sarà riscoperta da alcuni chitarristi, tra i quali in particolare Julian Bream e Alvaro Company, per poi entrare nel repertorio della didattica e del concertismo.

Segue una mia composizione, contenuta nei CD GuitArt e pubblicata dalle Edizioni Sinfonica.    Cinque studi hanno i titoli ispirati a “Lezioni americane” di Italo Calvino: I leggerezza, II rapidità, III esattezza, IV visibilità, V molteplicità.  L’idea  è di reinventare il significato di questi nel carattere delle musiche, con scelte compositive che variano dall’iniziale levità a rapidi pizzicati, per proseguire con fraseggi di esattezza ritmica condensando poi accentuazioni di visibile impatto sonoro.

Canto dell’arpeggione conferma l’attenzione verso la chitarra da parte di Carlo Prosperi, maestro di tanti musicisti cresciuti nel clima di novità della Firenze musicale che vide operose molte personalità di spicco, primo tra tutti Luigi Dallapiccola. Al tema è dedicato il fondamentale volume “Firenze e la musica italiana del secondo Novecento” a cura di Renzo Cresti ed Eleonora Negri ( LoGisma editore, Firenze 2004). Prosperi partecipa al sodalizio di compositori che formano la “Schola fiorentina” nel 1954 con Bruno Bartolozzi, Sylvano Bussotti, Arrigo Benvenuti, Reginald Smith Brindle e Alvaro Company, al quale si deve la curiosità, direi l’affetto, verso la chitarra da parte di tutti questi compositori, che hanno contribuito ad arricchire la letteratura contemporanea dello strumento. Dopo il violoncello con Barrios ecco ora l’arpeggione di schubertiana memoria che rinasce con Prosperi in un brano in forma di rondò, tipica dell’autore, “il quale prosegue nella propria scrittura  atonale utilizzando però accordi di tipo tonale che collegano in modo efficace gli episodi seriali, con un effetto complessivo molto coivolgente dove gli scorrevoli arpeggiati continui si dipanano in episodi di reiterata cantabilità” (da “Appunti di viaggio sulla chitarra del XX° secolo” di V. Saldarelli, Edizioni GuitArt International 2013).

Corni da caccia di Alvaro Company è un’altra esplorazione nella gamma delle voci gravi della chitarra, questa volta pensando al suono dei corni  di Beethoven. Company, maestro di generazioni di chitarristi e squisito compositore – basilare l’opera Las seis cuerdas, tra le tantissime scritte per concerto e per la didattica –  adotta in questo brano una soluzione originale e drastica: il pezzo è da suonare tutto con il pollice della mano destra con varie soluzioni  tecniche.  L’esito e di grande efficacia e di inedita caratterizzazione sonora.

La composizione di Benjamin Britten ha come titolo completo Nocturnal after John Dowland for guitar op.70 , ispirata  al grande conterraneo del rinascimento, quasi un legame ideale tra antiche glorie musicali e poetiche ed un presente di modernità. Si articola in otto variazioni : I -Musingly (Meditativo), II- Very agitated (Molto agitato), III- Restless (Inquieto), IV-Uneasy (Ansioso), V-March-like  (Quasi una Marcia), VI- Dreaming (Sognante), VII- Gently docking (Cullante), VIII-Passacaglia, dove è citato il tema di Dowland  “Come, heavy Sleep”.

Il Nocturnal è da considerare una tra le composizioni più importanti della letteratura chitarristica del XX° secolo . Nel 2013 ricorreva il  centenario della nascita di Britten  ed anche il cinquantenario  di questa opera.

I Due Studi di Heitor Villa Lobos in chiusura sono un omaggio ad uno dei compositori che più hanno tracciato il solco della letteratura per chitarra del XX° secolo. Grazie ad un talento speciale Villa Lobos pratica molti strumenti , in primis il violoncello e il clarinetto, per stimolo del padre, il quale gli proibisce però di suonare la chitarra : inevitabile che proprio il nostro strumento diventi invece una delle grandi passioni dell’eclettico musicista.  Da questo amore per la chitarra nasce un corpus di opere davvero straordinario, con i Douze études , i Cinq préludes ed altre composizioni fino al Concerto per chitarra e orchestra.

Si chiude un cerchio, con questo viaggio che inizia dal clima del sud America di Barrios , passando poi allo svizzero Martin, ai compositori della cultura musicale contemporanea sbocciata a Firenze, con tappa nell’Inghilterra di Britten, per tornare infine al mondo latino americano con il brasiliano Villa Lobos.

E’, in altre parole, un viaggio tra i suoni e  i colori della chitarra, considerata da Debussy “un clavicembalo…ma espressivo”, da Berlioz “piccola orchestra” e , a giochi invertiti, con Wagner che chiama invece l’orchestra “una grande chitarra”.

Vincenzo Saldarelli

 

 

VINCENZO SALDARELLI ha svolto contemporaneamente gli studi di chitarra con Alvaro Company, di composizione con Carlo Prosperi e quelli universitari, laureandosi in Giurisprudenza con una tesi in Filosofia del Diritto sul tema “Stato del benessere: Diritto e Musica”.

Ha composto brani per chitarra sola e per organici vari, ottenendo alcune segnalazioni in concorsi quali il “Viotti” di Vercelli. Dopo le prime composizioni, Introduzione ed Elegia per violino e chitarra (1969) e Per la chitarra (1971), ha iniziato una intensa attività concertistica che lo ha portato a riprendere la composizione solo negli anni ’80 con Elegia Seconda per flauto, ottavino e chitarra (1982), Per la chitarra ancòra (1984), … il limpido orizzonte per chitarra a 10 corde (1988), Elegia Terza per voce recitante e pianoforte (1991) dedicata a Sylvano Bussotti per il 60° compleanno. Le composizioni più recenti sono per chitarra sola: Elegia Mediterranea (2003), Due Affetti per sedici corde (I Affetto, a Silvia per chitarra a sei corde , II Affetto, a Renata per chitarra a sei o dieci corde) del 2011 e  Cinque studi (2012) da “Lezioni americane” di Italo Calvino.

L’interesse particolare per la musica contemporanea lo ha portato a continui contatti con gli autori d’oggi, di varie generazioni, che gli hanno dedicato molte composizioni da lui presentate in “prima assoluta” nei maggiori festival.

Esperienza artistica speciale è stata quella con Goffredo Petrassi, del quale ha inciso per la Fonit Cetra–serie Italia le opere per chitarra sola e con altri strumenti (Suoni notturni, Nunc, Alias, Seconda Serenata–Trio). Ha inoltre lavorato nel settore della promozione ed organizzazione della musica contemporanea, essendo stato tra i fondatori del G.A.M.O. (Gruppo Aperto Musica Oggi di Firenze).

Ha svolto attività concertistica in tutto il mondo per le più importanti istituzioni musicali, con programmi dedicati anche alla riscoperta di repertori originali dal Rinascimento all’800 e all’uso di strumenti particolari (chitarra “terzina” e chitarra a 10 corde per le opere di Bach e di autori contemporanei, quali Maderna); ha inoltre interpretato in Italia e all’estero alcuni concerti per chitarra e orchestra (Giuliani, Rodrigo, Villa Lobos).

Nel 1970 ha fondato il Trio Chitarristico Italiano, con Alfonso Borghese e Roberto Frosali, anch’essi provenienti dalla scuola di Alvaro Company.

Con il Trio ha svolto una prestigiosa attività concertistica in tutto il mondo, anche con eventi di particolare rilievo come la “prima esecuzione assoluta” di Memorie per tre chitarre concertanti e orchestra di Bruno Bartolozzi, con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Riccardo Muti. Docente di chitarra presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “O.Vecchi-A.Tonelli” di Modena, dove per alcuni anni è stato direttore, tiene attualmente corsi di perfezionamento.

Ha al suo attivo molte revisioni di opere per liuto e per chitarra, pubblicate da Suvini Zerboni e Bérben, un “Metodo” per Ricordi e varie incisioni discografiche come solista (Fonit Cetra, Frequenz, Edipan), con il Trio Chitarristico Italiano (RCA, Relief), con altri organici da camera (Fonit Cetra, Ricordi, Frequenz). Nel 2010 è stato pubblicato per Guitarmediacollection il DVD del Trio per il quarantennale dalla sua fondazione e contenente un ampio repertorio da Bach a Ennio Morricone, con una sua recente opera dedicata al Trio ed una intervista inedita del compositore su questo lavoro e sul  Trio.

Ha inciso un doppio CD e scritto un volume sul tema “Appunti di viaggio sulla chitarra nel XX° secolo”, pubblicati nel 2013 dalle Edizioni GuitArt International.

Sempre nel 2013 le Edizioni Musicali Sinfonica hanno pubblicato tre sue composizioni: Cinque studi, Due Affetti per sedici corde, Per chitarra sola e Introduzione ed Elegia per violino (flauto) e chitarra.

Fonte: Lyceum Club Internazionale Firenze

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