Teatro Pisa

da venerdì 7 Marzo 2014 a domenica 9 Marzo 2014

“Andrea Chénier”, un poeta alla ghigliottina al Verdi di Pisa. Pochi i biglietti rimasti per l’opera di Umberto Giordano

Pochi i biglietti rimasti disponibili e grande attesa per Andrea Chénier, l’opera di Umberto Giordano che manca da Pisa dal 1977 e che ebbe qui tra i suoi protagonisti tenori del calibro di Beniamino Gigli nel 1939, Galliano Masini nel 1948, Carlo Bergonzi nel 1957.  Andrea Chénier torna così al Teatro Verdi dopo 37 anni di assenza: è di scena venerdì sera (7 marzo ore 20.30) e domenica pomeriggio (9 marzo ore 16).

Nei ruoli principali, spiccano artisti di casa nei massimi teatri nazionali e internazionali. In entrambe le recite canta infatti Chénier un veterano del ruolo, il notissimo tenore Piero Giuliacci, grande interprete dei ruoli drammatici verdiani e pucciniani, una carriera che lo vede nei più importanti teatri lirici del mondo fin dalla prima metà degli anni ’90. Si alternano nei panni di Gérard due baritoni come Elia Fabbian (venerdì), qui al debutto nel ruolo, giovane artista che, dopo gli esordi giovanissimo al Mozarteum di Salisburgo ne La Serva padrona, si è imposto all’attenzione di pubblico e critica e ha calcato le scene da protagonista (tra i suoi successi più recenti Jago nell’Otello di Verdi al Massimo di Palermo poche settimane fa), e Sergio Bologna (domenica), artista di solida carriera, già più volte Gérard, Jago nell’Otello della scorsa Stagione qui a Pisa e recentissimo Sharpless nell’acclamata Madama Butterfly al Carlo Felice di Genova. Debuttano entrambe il ruolo di Maddalena di Coigny le due soprano: venerdì Rachele Stanisci, giovane artista ormai di casa sui palcoscenici di tutta Europa, protagonista in opere come Francesca da Rimini a Parigi diretta da Daniel Oren, I Vespri siciliani a Londra diretta da Antonio Pappano, fino al recentissimo Ballo in Maschera a Trieste; domenica Silvana Froli, artista lucchese dall’ottima carriera, che il pubblico pisano ha già avuto modo di apprezzare come Silvia nello Zanetto di due stagione fa e come Tosca in questa stagione. Al suo primo Chénier anche il direttore, il M° Elio Orciuolo,  che torna a Pisa, di nuovo alla guida dell’Orchestra Arché, dopo il personale successo riscosso lo scorso anno con l’opera Falcone e Borsellino, una intensa carriera come direttore sinfonico e operistico – in particolare verdiano –, attuale direttore artistico dell’Opera di Panama; tra i suoi prossimi impegni Simon Boccanegra a Skopje, Nabucco in Costa Rica e, nel 2015, all’Opera di Panama, la prima mondiale di un’opera inedita del compositore Matteo Musumeci commissionata per l’ inaugurazione del secondo Canale di Panama.

La regia è di Carlo Antonio De Lucia, firma di punta del Teatro Politeama Greco di Lecce, regista d’opera in molti teatri italiani e stranieri, una cifra stilistica caratterizzata dal taglio elegantemente classico e coerente con le indicazioni di compositore e librettista. Scene e costumi sono di Alessandra Polimeno, disegno luci di Enrico Basoccu.

Negli altri ruoli, com’è ormai consuetudine del Teatro di Pisa, giovani artisti prevalentemente cresciuti nell’alveo delle esperienze di LTL Opera Studio: la mulatta Bersi è Valeria Sepe (un personale successo nell’Otello della scorsa stagione come Emilia, ruolo che poi è stata chiamata a reinterpretare nell’acclamato Otello genovese di pochi mesi fa), la contessa di Coigny Sofia Janelidze, Roucher Veio Torcigliani, Madelon Tamta Tarieli; nei duplici ruoli del sanculotto Mathieu e del Maestro di Casa Juan José Navarro, dell’Incredibile e dell’Abate Nicola Vocaturo, di Fléville e di Fouquier Tinville Gianluca Tumino, del carceriere Schmidt e di Dumas Eugenij Gunko.

Coro Ars Lyrica, Maestro del Coro Marco Bargagna, danzatori dell’Imperfect Dancers Company, movimenti coreografici di Walter Matteini.

“Dramma di ambiente storico in quattro atti”, su libretto di Luigi Illica, Andrea Cheniér, com’è noto, è ispirato alla biografia del poeta francese André Marie de Chénier che, vissuto all’epoca della Rivoluzione Francese, ne fu inizialmente convinto sostenitore per poi condannarne gli eccessi, tanto da entrare nei sospetti dell’ala giacobina più estrema, essere arrestato e morire ghigliottinato a soli trentun’anni. Oltre che sulla figura del poeta  Chénier, l’opera è incentrata su Gérard, servo dei conti di Coigny che ha imparato a leggere, in particolare Rousseau, è segretamente innamorato della contessina di Coigny Maddalena, lascia il castello per partecipare alla rivoluzione e ne diverrà uno dei capi, e la giovane Maddalena, appunto, che con la rivoluzione cadrà in povertà, chiederà aiuto e protezione a Chénier, se ne innamorerà ricambiata e finirà per condividerne la sorte.

Legata alle alterne fortune del verismo musicale, Andrea Chénier ancora oggi risente di giudizi opposti: c’è chi ne critica enfatismi e facili effetti e la giudica di livello comunque inferiore rispetto ai capolavoro dei grandi musicisti a Giordano coevi e chi invece ne tesse le lodi per l’efficace illustrazione dell’azione scenica, priva di psicologismi e concettualismi, per la felicità dell’invenzione melodica, per la cantabilità delle sue celebrate arie e duetti, cavallo di battaglia di molti cantanti, tutte qualità che fanno, di Andrea Chénier,  una delle opere più amate dai melomani.

Per maggiori informazioni tel 050 941 111 e www.teatrodipisa.pi.it

Fonte: Teatro di Pisa

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