Teatro Pontedera
da giovedì 23 Ottobre 2014 a domenica 9 Novembre 2014
“Alla Luce” in scena al Teatro Era: un gioco e una partita il cui scopo è poter vedere
Un gioco e una partita il cui scopo è poter vedere. E’ “Alla Luce” nuova produzione di Fondazione Pontedera Teatro in scena in prima nazionale al Teatro Era di Pontedera da giovedì 23 ottobre a domenica 9 novembre 2014, con la regia Roberto Bacci e la drammaturgia Michele Santeramo, drammaturgo d’eccezione, vincitore premio della critica 2013 e premio Hystrio 2014.
In scena la Compagnia Laboratorio di Pontedera, Sebastian Barbalan, Michele Cipriani, Silvia Pasello, Francesco Puleo,Tazio Torrini raccontano di due coppie di ciechi che raggiungono il luogo in cui si gioca la “partita” per poter vedere; il croupier gestisce il gioco le cui regole si trovano in un libro dal titolo: ALLA LUCE.
Una coppia è formata da marito e moglie che celano un drammatico conflitto che verrà svelato nel corso della partita; l’altra coppia è composta da due fratelli, il più anziano dei quali trascina con sé il più giovane, come possibile vittima, per poter riacquistare la vista. Le prove da superare durante la partita potranno rendere la vista ai giocatori, ma per ciascuno di essi, il possibile ritorno alla luce, indicherà un diverso destino.
Rivalità, Tradimento, Crudeltà, Disprezzo, Violenza, Prevaricazione, Paura della Morte – scrive il regista Roberto Bacci – sono le sette prove che nel libro ALLA LUCE sono descritte come gli ostacoli da superare per poter dimostrare il controllo delle proprie emozioni negative.
Sembrano esperienze rare, pressoché escluse dalla nostra vita quotidiana, in cui il nostro operare o il nostro punto di vista su ciò che ci circonda è da noi percepito sempre come “giusto” o, almeno, “giustificato”. Viviamo infatti costantemente nell’immaginazione di essere produttori di bontà e giustizia, incapaci di riconoscere in noi le piccole o grandi emozioni negative che percepiamo o che imponiamo agli altri ed a cui siamo, in realtà, perennemente “attaccati”. Se riuscissimo a vedere ciò di cui siamo capaci come individui, come società, come nazioni, come esseri religiosi, come ospiti di questo pianeta, come creatori di economie, molto probabilmente ci stupiremmo per l’orrore della nostra reale condizione.
Occorre quindi riacquistare la capacità di “vedere” come il bene e il male siano intimamente mescolati nella nostra natura e come di ciò sia difficile esserne consapevoli.
La vista dei nostri occhi, a cui siamo ormai abituati, non è mai stata utile ad osservarci per quello che in realtà siamo. Per questo, ci rivolgiamo ai ciechi, affinché ci ridiano la vista, quella che non ha bisogno di occhi per poter finalmente “vedere”.
Quattro ciechi giocano a carte, chi vince vede – scrive l’autore Michele Santeramo – Ho sempre pensato che siano i personaggi a raccontare, con la loro vita, le tematiche di cui si vuole parlare, quindi cominciai a mettere su carta questi quattro giocatori. I personaggi mi hanno dato una mano, come sempre. Ho cominciato a riconoscerli, a saperli ascoltare, palpitare, e non erano più quattro ciechi, ma quattro individui, ciascuno con la sua storia, i suoi desideri, la sua volontà.
A partire dallo spettacolo è stato realizzato un gioco di carte, le cui immagini realizzate da Cristina Gardumi, rappresentano le sette prove e il cui scopo è quello di sfidare gli avversari, perché dimostrino di saper governare le emozioni.
“Alla luce” replicherà da giovedì 23 a sabato 25 ottobre alle ore 21, domenica 26 ottobre alle ore 18.30, da martedì 28 a giovedì 30 ottobre ore 21, venerdì 31 ottobre ore 22.30, sabato 1 novembre ore 21, domenica 2 novembre ore 18.30, da martedì 4 novembre a venerdì 7 novembre ore 21, sabato 8 novembre ore 22.30, domenica 9 novembre ore 21.
In concomitanza con le repliche di“Alla luce”, venerdì 24 (ore 22.30) e sabato 25 ottobre (ore 18.30), i MUM&GYPSY, straordinaria compagnia teatrale giapponese, presentano “DOTS AND LINES, AND THE CUBE FORMED. THE MANY DIFFERENT WORLDS INSIDE. AND LIGHT”, testo e regia di Takahiro Fujita, uno dei più giovani esponenti della “zero generation” giapponese, interpretato da Aya Ogiwara, Shintaro Onoshima, Ayumi Narita, Satoshi Hasatani, Jitsuko Mesuda, Satoko Yoshida.
Lo spettacolo parte da un fatto di cronaca: nel 2001, in una piccola città del Giappone, un uomo uccide una bambina il cui corpo viene ritrovato in un fosso. La notizia di questo infanticidio colpisce l’opinione pubblica, soprattutto i giovani del posto. Fujita mette in scena quei ragazzi e quelle ragazze, dieci anni dopo, nel 2011, e oggi, raccontando la loro vita attuale e i loro ricordi attraverso un format cronologico fatto di continui refrain che richiamano alla memoria il passato.
Biglietti: Intero 12 € – Ridotto 10 € – Studenti 8 €
Info: www.pontederateatro.it
Fonte: Fondazione Pontedera TeatroEventi simili
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