Cultura Pistoia

da sabato 6 Aprile 2024 a venerdì 31 Maggio 2024

Alla Biblioteca San Giorgio l’inaugurazione di due mostre: La Rosa e l’Usignolo di Carmine Sanchirico e Pietre dell’artista pistoiese Ginevra Ballati

Si inaugura sabato 6 aprile, alle 17.30, nelle vetrine e nello spazio espositivo della Biblioteca San Giorgio a Pistoia la mostra fotografica La Rosa e l’Usignolo. Il canto della libertà di Carmine Sanchirico, con la collaborazione straordinaria dell’illustratrice iraniana Sahar Neishabori e delle Associazione Donne Libere Iraniane. L’esposizione è un atto d’amore nei confronti del popolo iraniano, come, nella letteratura persiana fa l’usignolo (il poeta) nei riguardi della rosa (la cosa amata). Allo stesso tempo, vengono forniti al visitatore gli strumenti minimi necessari per cercare di rispondere, con maggiore consapevolezza, a uno degli interrogativi che qualunque viaggiatore si sente porre ripetutamente durante il soggiorno nel Paese, ovvero «Come ci vedete [in Occidente]».

Sabato, sempre alle 17.30, negli spazi dell’Art Corner si inaugura anche Pietre, una esposizione di illustrazioni dell’artista pistoiese Ginevra Ballati. Illustratrice di libri per bambini, libri di poesia, riviste e manifesti pubblicitari, la Ballati utilizza principalmente china, acquerello, acrilico e matita, lavorando quasi esclusivamente su carta in cotone, per realizzare opere in bilico tra astratto e figurativo, capaci di dialogare o entrare in contrasto con lo spazio che le circonda. Ibridi anche i suoi temi, legati al tema ricorrente della metamorfosi. La mostra potrà essere visitata fino al 31 maggio.

La Rosa e l’Usignolo. Il canto della libertà di Carmine Sanchirico propone i suoi scatti come una serie di finestre che consentono di affacciarsi su una terra e una civiltà per molti versi straordinarie. Si tratta di una selezione di vedute che mirano a riassumere gli aspetti più profondi della cultura persiana, a ciascuna delle quali l’artista ha voluto associare una poesia scelta tra quelle composte dai più grandi poeti della letteratura persiana classica e contemporanea. L’associazione delle immagini con la poesia vuole sia sottolineare il ruolo che la poesia stessa ha svolto e continua a svolgere nel Paese, arrivando a permeare ogni livello della società, sia intensificare la rappresentazione delle vedute a cui i diversi testi sono associati, quasi come se donasse loro una voce; la stessa voce che da mesi ormai si leva con forza nelle strade, e che chiede libertà e diritti.

Tutte le poesie hanno come tema la libertà e sono declamate in lingua farsi (lingua ufficiale dell’Iran), per preservarne la musicalità, dalle attiviste dell’Associazione Donne Libere Iraniane e Movimento Donna Vita Libertà, nei video accessibili attraverso il Qrcode presente nelle didascalie delle foto. La stessa didascalia è pensata per richiamare alla condizione di oppressione che le donne iraniane in primis, e la società tutta in generale, continuano a vivere oramai dal lontano 1979. La trascrizione in italiano dei testi è presentata senza soluzione di continuità. L’interruzione del verso è segnalata solamente attraverso un segno grafico di colore rosso. Oltre alle poesie di autori persiani ve ne è una composta da Sibilla Aleramo segno tangibile di quanto possa essere stata ed è per certi versi ancora comune la condizione di oppressione, in questo caso della donna, tra i nostri due Paesi.

La collezione fotografica, che potrà essere visitata fino al 26 aprile, è arricchita in questa occasione con una serie di straordinarie illustrazioni realizzate dalla disegnatrice Sahar Neishaboori, le cui opere dal tratto essenziale e in alcuni casi calligrafico creano una sintesi perfetta tra la cultura persiana e quella europea.

Carmine Sanchirico, nato in Lucania nel 1980, dopo aver frequentato il liceo scientifico si trasferisce a Siena per studiare archeologia. Dopo la laurea magistrale in etruscologia inizia a coltivare, con maggiore consapevolezza, la passione per la fotografia. Cura così diversi progetti fotografici con l’obiettivo di indagare il rapporto tra società e diritti e allo stesso tempo offrire una visione a 360 gradi di società e culture per le quali in occidente si tende esclusivamente a sottolineare gli aspetti negativi. Ultimo in tal senso è il progetto Bolbol con il quale indaga la società persiana e la volontà di quest’ultima di aprirsi all’esterno anche a rischio della propria vita.

Sahar Neishaboori, nata a Tehran nel 1985 si appassiona fin da piccola al disegno. Frequenta il liceo artistico e si laurea poi in Grafica e Illustrazioni all’Università di Tehran. A curato le illustrazioni di diversi testi scolastici e in particolare per l’infanzia. Dopo essersi trasferita in Italia nel 2017 ha proseguito i suoi studi nel campo del disegno industriale.

Fonte: Ufficio Stampa

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