Cultura Arezzo
sabato 3 Maggio 2014
Alan Friedman ospite del Giardino delle Idee. Al Teatro Vasariano si parla del suo ultimo libro “Ammazziamo il Gattopardo”
Alan Friedman sarà il prossimo ospite del Giardino delle IDEE sabato 3 maggio 2014 alle ore 17.00 nella magica cornice del Teatro Vasariano di piazza Grande in Arezzo (ingresso piazza del Praticino, 8 – INFO: 0575 299352) con ingresso libero e gratuito per la presentazione del libro – ai vertici delle classifiche di vendita da alcuni mesi – Ammazziamo il Gattopardo edito da Rizzoli.
Ad introdurre e moderare l’incontro Barbara Bianconi con le domande e sollecitazioni di Fabio Mugelli.
Il Gattopardo – protagonista del grande romanzo di Tomasi di Lampedusa – che dalla Sicilia è dilagato in tutta la Penisola, assumendo quasi i tratti di una condizione antropologica degli italiani, appare ancora oggi essere un attitudine della classe dirigente, un atteggiamento che si sintetizza nel rinvio, nell’incapacità decennale di aggredire i problemi.
Ecco perché oggi appare decisivo uccidere il Gattopardo nelle sue molteplici facce e articolazioni tentacolari che tengono in scacco la vicenda pubblica.
“Ma l’Italia potrà cambiare solo se abbandona la vecchia mentalità del Gattopardo” ricorda Alan Friedman.
“Crediamo che l’Italia abbia più bisogno di carattere, di sincerità, di serietà, che di intelligenza e di spirito. Non è il cervello che manca, ma si pecca perché lo si adopera per fini frivoli, volgari e bassi: per amore della notorietà e non della gloria, per il tormento del guadagno o del lusso e non dell’esistenza, per la frode voluttuosa e non per nutrire la mente” scriveva Giuseppe Prezzolini.
Dopo un secolo sembra di essere tornati ai blocchi di partenza, con nuovi gattopardi.
“Ma come siamo arrivati a questo punto? – si domanda ancora Alan Friedman – perché i nostri governanti, non solo nella politica ma nella classe dirigente in generale, non sono riusciti a cambiare e rifare il Paese?”.
Friedman prova a ricostruire con le suggestioni dei retroscena le vicende che si sono sviluppate dagli ultimi mesi del governo Berlusconi fino a oggi.
L’elemento dinamico del libro sono le conversazioni con cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D’Alema, Mario Monti) e con l’attuale premier Matteo Renzi.
“La decadenza italiana viene da lontano, perché – scrive Friedman – nel corso degli anni Ottanta il debito pubblico cominciò a correre incontrollato ponendo un’ipoteca sul futuro”.
E forse ancor prima, quando con l’invenzione delle Regioni si crearono mostri di spesa e burocrazia.
Se si esclude l’epoca d’oro degli anni Cinquanta e Sessanta la storia della Repubblica è segnata da compromessi e rinvii.
L’impianto fiscale è quello tracciato dal quarto governo Rumor nel quadro della grande riforma ispirata da Bruno Visentini, fu un’innovazione e anche una semplificazione allora, oggi, però, appartiene a strutture vecchie e datate.
I mali che conosciamo e che enunciamo quasi ogni giorno, burocrazia, pressione fiscale, mancanza di meritocrazia, deficit di mercato, scarso riconoscimento del valore dell’impresa, hanno tutti una origine di tipo culturale, un sedimento che certe egemonie hanno prodotto.
“La domanda chiave è ce la farà l’Italia?”, scrive Friedman, ripetendo un quesito che quotidianamente condisce sia chiacchiere da bar, sia dotte relazioni economiche.
Il tempo del rinvio è scaduto. No more tempi supplementari.
Fonte: La Fabbrica delle IdeeEventi simili
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