Teatro Pisa

da sabato 22 Febbraio 2014 a domenica 23 Febbraio 2014

Al Verdi di Pisa arriva Filippo Timi con il suo “Don Giovanni” pop e dissacrante

Né secondo Molière, né secondo Mozart, semplicemente secondo Filippo Timi: il mito di Don Giovanni, riscritto dal più irriverente dei giovani artisti italiani, arriva finalmente anche a Pisa, quinto titolo della Stagione teatrale: questo fine settimana al Teatro Verdi (sabato 22 febbraio alle ore 21 e domenica 23 febbraio alle ore 17).

«Uno spettacolo pop, divertente, eccessivo, ironico, colorato, dissacrante, vuoto e pieno, demenziale, leggero e barocco, insomma una Babele di segni e modi che rimanda a un riconoscibile oggi. Energia fluida e non stabile, una sorta di greco “ciceone” bevanda miscuglio di parecchi ingredienti “che se non agitata, si disgrega”. E FilippoTimi, istrionico, generoso, autoironico, con i suoi bravi attori, agitano molto bene», così ha scritto Magda Poli sul Corriere della Sera a proposito di questo spettacolo spiazzante e straripante, surreale e angoscioso, divertente e iconoclasta.

Alle soglie dei quarant’anni (li compirà fra pochi giorni), una teatrografia e una filmografia da far paura, un invidiabile carnet di premi (l’ultimo, quest’anno, il Premio Jean Carmet come miglior interprete), Filippo Timi è, non a caso, tra i nomi più richiesti dal nostro cinema e tra le figure più osannate (o criticate) della scena teatrale italiana. Con lui non ci sono vie di mezzo: lo si ama visceralmente oppure no. Ne è un esempio anche questo suo Don Giovanni, sottotitolo “Vivere è un abuso, mai un diritto”, che ha visto critica e pubblico spaccati in due, file interminabili ai botteghini e altrettanto interminabili ovazioni e risate in sala, ma anche polemiche e lettere di protesta.

Un Don Giovanni da non perdere a prescindere; un Don Giovanni dalla scene, dai costumi e dalle luci sfarzosissime; un Don Giovanni che conferma il talento geniale del giovane mattatore, qui autore, scenografo, regista e protagonista, un Timi più che mai «seduttore irrefrenabile che niente può fermare, con la sua orgia di passioni, erotismo, abiti esagerati, giochi di luce e momenti di grande divertimento».

Dopo l’Amleto, Filippo Timi è andato così avanti nel suo percorso di riscrittura e di reintepretazione intervenendo su un testo classico con una carica di humor nero presaga della morte. Il suo Don Giovanni sa di dover morire, conosce la propria fine, deve semplicemente rincorrerla. È il prototipo di un’umanità volubile, che ha fame di potere, che ama la mistificazione e l’autoinganno proprio perché sa che è condannata a estinguersi. Don Giovanni ha capito che la vita è ingiusta, una farsa che si trasforma in tragedia, e che la vita è giustificata solo dalla morte. Questa consapevolezza lo trattiene, non lo fa bruciare, benché desideri bruciare, essendo convinto che un desiderio morto non è più un desiderio. Il suo rapporto con Donna Anna, Donna Elvira e Zerlina è molto teatrale, proprio perché la sua arte è tutta teatrale. Donna Elvira è, forse, l’amore vero, quello che appartiene al passato, Donna Anna è l’amore ingannatore e, pertanto, violento, Zerlina è l’amore della seduzione, del desiderio di purezza.

«Ognuno ha la propria storia – annota Fillippo Timi – io la mia, tu la tua, voi la vostra e Don Giovanni ha la sua. Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato, e lui non si sottrae dall’essere se stesso. Ecco in cosa è grande. Non perché accetta la morte, deve, per forza, come tutti. È grande perché accetta a pieno le conseguenze, inevitabili, dell’essere nient’altro che se stesso.»

 

 

In scena, con Filippo Timi, Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio e Fulvio Accogli.

Le luci sono di Gigi Saccomandi, il suono di Beppe Pellicciari, i costumi di Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele.

Il Don Giovanni di Filipo Timi è coprodotto dal Teatro Franco Parenti e dal Teatro Stabile dell’Umbria.

 

 

Pochi i biglietti rimasti disponibili, in vendita al Botteghino del Teatro verdi.

Per informazioni tel 050 941 111 e www.teatrodipisa.pi.it.

Fonte: Teatro di Pisa

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