Spettacoli Firenze

da mercoledì 26 Marzo 2014 a sabato 29 Marzo 2014

Al Teatro Verdi torna Play It! I compositori affermati, gli interpreti, i nuovi talenti della musica contemporanea italiana arrivano in Toscana per il festival dedicato ai suoni di oggi e di domani

Play It! Il festival dedicato alle musiche di oggi e di domani.
Terza edizione per la rassegna realizzata dall’Orchestra della Toscana e diretta da Giorgio Battistelli, che da mercoledì 26 fino a sabato 29 marzo apre una finestra sul meglio della musica contemporanea in Italia per offrire un’ampia panoramica sui suoni del prossimo futuro. Per quattro giornate il Teatro Verdi di Firenze (via Ghibellina, 99 – info 055/212320, www.orchestradellatoscana.it ingresso serale €5,00) sarà animato da incontri, approfondimenti, dibattiti, premiazioni e concerti che mostreranno la ricchezza di una scena variegata, vitale e in continuo fermento. I compositori affermati, gli interpreti, i giovani talenti avranno la possibilità di incontrarsi, confrontarsi e proporre i propri lavori, dimostrando come la musica d’arte sia innanzitutto un territorio di libertà da cui intravvedere nuove possibilità, e non soltanto sonore.

 
Gilberto Bosco, Emanuele Casale, Carmine Emanuele Cella, Girolamo Deraco, Azio Corghi, Francesco Filidei, Marcello Filotei, Matteo Franceschini, Luca Francesconi, Federico Gardella, Daniele Ghisi, Daniela Terranova, Daniele Ghisi, Francesco Giomi, Marco Lena, Andrea Manzoli, Paolo Marchettini, Fabio Nieder, Riccardo Nova, Alessandra Ravera, Daniela Terranova, Giovanni Verrando … In tantissimi daranno il proprio contributo al festival, tra 12 prime assolute (di cui 10 commissioni ORT) e 7 prime nazionali in cui emergeranno percorsi compositivi personali tra loro molto diversi, impreziositi dalle sensibilità interpretative di musicisti eccelsi come Alda Caiello, Francesco Dillon, Mario Marzi, Lorna Windsor, e dalla regia sul podio di direttori quali Tonino Battista, Francesco Lanzillotta, Fabio Maestri e Carlo Rizzari.
“Il festival Play It! è il frutto di una scelta perseguita con tenacia – spiega il maestro Giorgio Battistelli – scommettere sulla musica contemporanea italiana in un momento in cui la musica d’arte è messa all’angolo, vittima di gravi amputazioni economiche, sempre più assente sotto i riflettori ma anche sulle pagine dei giornali, perché conta troppo poco, non fa notizia. Play It! esprime nella sua esclamazione la risposta della Fondazione ORT a tutto questo: insieme dobbiamo far crescere la nostra musica. … Perché Play It! prova con estrema naturalezza quanto le idee più diverse si arricchiscano nella concomitanza. Quanto sia prezioso conoscersi, frequentarsi. Tanti cerchi di suoni, tanti differenti passi di danza che troveranno un centro di festa”.

 

 

Le Opere protagoniste al festival
La partenza di Play It!, mercoledì 26 marzo, è affidata a cinque composizioni che oscillano tra alcune espressioni della ricerca compositiva musicale che trovano felici punti di contatto concettuali con altri generi e altre discipline. A partire dalla proposta di Francesco Giomi, LFO # 1: un’improvvisazione creativa per ensemble che mette in relazione l’ORT con una modalità di “conduction” ispirata a quella del grande Butch Morris, stabilendo così un punto di incontro con una delle forme più aperte e innovative del jazz contemporaneo nell’ambito della direzione musicale. Federico Gardella in Ossessioni di Pontormo intreccia la concezione compositiva agli aspetti più moderni della pittura del Pontorno, quelle ossessioni che l’artista dettagliava minuziosamente sul suo diario al fianco degli studi delle sue opere più celebri, e
che qui diventano un costante “doppio”, un’alterità psicologica e musicale.
Fabio Nieder in The Water Flow On Their Way per orchestra e voce femminile piangente, porta in scena una delle più importanti interpreti della musica europea, Alda Caiello, che viene avvolta da un tessuto di testi tradizionali armeni e azeri, in un lavoro in tre parti che, quadro dopo quadro, si spoglia di elementi fino a concludersi con un paesaggio sonoro essenziale, quasi muto.

Luca Francesconi con Trama crea un percorso sonoro alla ricerca di un filo narrativo, di un nuovo racconto da ritrovare dopo la frammentarietà del Novecento. Lo fa con l’ausilio del sassofono ipnotico e sensibile di Mario Marzi.

Carmine Emanuele Cella, con la composizione The Manhattan distance, induce infine a ragionare su come la geometria preveda almeno due prospettive diverse per guardare ogni aspetto della realtà.

 

Giovedì 27 marzo le proposte musicali vengono permeate di poesia e letteratura. Innanzitutto con Daniele Ghisi, che attraverso la composizione Próxima per voce femminile, flauto, clarinetto, pianoforte, viola e violoncello, omaggia l’universo poetico dello scrittore spagnolo Gustavo Adolfo Bécquer: un “altrove” in cui i gesti sonori diventano simboli.

Doppio gioco di specchi per In the dark di Marco Lena, studio sull’ultima scena di Othellosexmachine, a sua volta riscrittura dell’Otello di Shakespeare realizzata nel 2013 insieme allo scrittore Cristian Ceresoli: la prima parte è una reiterazione ossessiva di un modello ritmico su un lamento lontano, mentre la seconda è caratterizzata dal registro grave e scuro degli strumenti a fiato, infine la terza ripete un modello di moto obliquo.

Daniela Tearranova in Stasis in Darkness. Then the Blue evoca l’opera visionaria di Sylvia Plath fin dal titolo, che racchiude una citazione dei primi versi della poesia Ariel, in cui la poetessa morta suicida a soli trent’anni racconta una folle corsa a cavallo, metafora della vita stessa, della “corsa finita” che accomuna gli esseri umani.

Nel minimonodramma per voce e orchestra di Girolamo Deraco, Taci, il monito del titolo viene recuperato e traslato dall’abuso che nella storia musicale dell’opera italiana ne è stato fatto, per restituirne il significato fermo del suo “qui e ora”.

Cinque poesie di Emily Dickinson permeano invece The Months have ends di Paolo Marchettini, che lo stesso autore descrive come un lavoro intriso di nostalgia, di senso di caducità dell’esperienza umana, fisica e spirituale.

 
La terza giornata Play It!, venerdì 28 marzo, verrà aperta dalla composizione Travelling icon on rabbitskin glue di Giovanni Verrando, proponendo una miniatura di due movimenti del suo brano “Multiplicity” per percussioni e orchestra, trascritti per ensemble da camera, con l’intenzione di svelarne la parte più rilucente, accecante, affrescata.

Andrea Manzoli con Blooming, parte da una riflessione sul concetto di “variazione” per far emergere un’idea centrale del brano: raccogliere all’interno di un’unica arcata narrativa diverse immagini musicali, tutte riconducibili ad una successione accordale che rappresenta il materiale originario.

Nel concerto per violoncello e orchestra Voce, Matteo Franceschini sfrutta la somiglianza tra il suono del violoncello e la voce umana, così come la sensibilità strumentale di Francesco Dillon, per dar vita a una discesa nelle profondità di un canto senza cantante.

Francesco Filidei con Finito ogni gesto. Il titolo nasce da un verso del Novissimum Testamentum di Edoardo Sanguineti “q ‘amore”: la forma e la melodia sono costruite sulla scala cromatica discendente, richiamando musicalmente quel verso quanto mai efficace nel collegare l’apparenza infinita dell’amore alla sua caducità.

L’impeto come acqua sgorga di Alessandra Ravera parte da una riflessione sull’istinto poetico e prova a definire lo spazio sonoro nel momento stesso in cui ne viene proposta l’immagine, l’idea timbrica o gestuale attorno alla quale si articola il brano. Un percorso di energie teso alla ricerca di un’unità spaziale cui si giunge solo alla fine.

 
L’ultima giornata di Play it! – sabato 29 marzo – inizia con Dal deserto in cui Gilberto Bosco propone alcuni frammenti che si susseguono, senza soluzione di continuità, in un’operazione che vuole collegare insieme astrazione e realtà, esperienza vissuta e finzione.

Emanuele Casale con Allegro con bocca per ensemble ed elettronica, offre una materia sonora ludica, che già dal titolo richiama a un certo Dadaismo, e coinvolge da subito l’orecchio grazie a un gioco ritmico sviluppato come una sorta di puntillismo impressionista.

Marcello Filotei con Dov’è la vittoria parte dalla constatazione che una delle lingue meno parlate dagli italiani è proprio l’italiano. Per questo ha pensato di far tradurre i primi dodici articoli della Costituzione in romanesco, napoletano, perugino, veneziano, romagnolo, siciliano e salentino, ma anche rumeno, cinese, inglese, arabo. Grazie all’elettronica le voci che leggono gli articoli in 7 lingue e in 7 dialetti possono diventare puro suono o mantenere il significato originario. L’obiettivo è tenere tutto insieme.

Riccardo Nova con Harivamśa compendium, presenta un brano orchestrale che farà parte di un  progetto video/coreografico basato sui 19 libri del Mahābhārata, interamente cantato in sanscrito, e per il quale viene utilizzato un metro di 38 unità: un “personaggio” ritmico presente a tutti i livelli, una sorta di demiurgo che determina gli eventi musicali.

Chiusura del festival con …Her Death! (ritratto di Sarah) di Azio Corghi, su drammaturgia poetica di Quirino Principe. Protagonista è un’Ophelia pensata come un personaggio che non trova collocazione in un determinato periodo storico, e che produce inaspettati flash-back in cui si intreccia, ad esempio, il racconto di Robertson relativo alla foto dell’attrice teatrale francese Sarah Bernhardt, così come la lettura di alcuni frammenti tratti dal shakespeariano Hamlet e la rilettura “in chiave di attualità” della scena della pazzia di Ophelia.

 
Il premio Play It! 2014
Anche per questa terza edizione, la giuria di esperti attribuirà il Premio Play It! alla Migliore opera proposta durante le quattro serate.

Mentre per onorare il percorso musicale del compositore piemontese Azio Corghi, già collaboratore del Premio Nobel José Saramago per diverse opere musicali (Blimunda 1989, Divara 1993, Il Dissoluto Assolto 2005), l’ORT consegnerà al maestro il Premio Play It! 2014 alla carriera.

Prima di lui ricordiamo Sylvano Bussotti nel 2011 e Giacomo Manzoni la scorsa edizione del 2012. I premi sono realizzati dal maestro orafo Paolo Penko.

 

 

Un ciclo di Incontri … quattro giorni di Conversazioni

LA CREATIVITA’ SOSTENIBILE
Nei giorni del Festival, il foyer del Teatro Verdi dalle 11 del mattino sarà il luogo degli incontri aperti sullo stato attuale della musica d’arte contemporanea coordinati da Giorgio Battistelli:
mercoledì 26 Gianluigi Mattietti interverrà su ‘Ecosistemi della nuova musica’;
giovedì 27 Marco Mazzolini discuterà su ‘Musicabilità del mondo’;
venerdì 28 Paolo Petazzi parlerà del tema ‘Uno spazio per il pensiero musicale di oggi’
sabato 29 Quirino Principe chiuderà il ciclo di incontri con ‘Musica forte, musica debole’.
“Queste partecipazioni – dichiara il Presidente di Toscana Energia Lorenzo Becattini – rafforzano la stretta sinergia con il territorio nel quale la società opera e confermano la sensibilità dell’azienda per la cultura e tutte le sue espressioni ritenute da sempre “energie da sostenere”. E’ nella nostra tradizione credere nell’importanza di promuovere iniziative musicali di alto livello come Play it! presentata dall’Orchestra della Toscana, una rassegna per dare spazio e ascolto alla musica italiana del nostro tempo e un importante osservatorio sui giovani talenti.”

 

Fonte: Orchestra della Toscana

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