Teatro Prato
da mercoledì 11 Febbraio 2015 a domenica 22 Febbraio 2015
Al Teatro Metastasio arriva La Serra di Harold Pinter, diretta da Marco Plini
Dopo il recente debutto a Cesena, da mercoledì 11 a domenica 22 febbraio al Teatro Metastasio di Prato arriva LA SERRA di HAROLD PINTER diretta da Marco Plini, una nuova coproduzione del Teatro Metastasio con Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Portata in scena da sette attori – Mauro Malinverno, Valentina Banci, Luca Mammoli, Fabio Mascagni, Giusto Cucchiarini, Francesco Borchi ed Elisa Cecilia Langone – La serra è una commedia surreale tinta di giallo, nella quale un Pinter “politico” si diverte a vivisezionare i personaggi con il pretesto d’indagare la triste natura del potere che divide il mondo in sudditi e padroni, dei meccanismi che condizionano le relazioni tra gli uomini.
Harold Pinter ne scrisse il testo nel 1958 ma lo tenne in un cassetto fino al 1980, anno in cui decise finalmente di metterlo in scena personalmente con le opportune revisioni. Da questa lunga gestazione esce un testo molto particolare, in cui Pinter pare quasi aver deciso di applicare alla lettera il dettame di Beckett: “Non c’è nulla di più divertente dell’infelicità” afferma Nell in Finale di partita; così La serra, pur affrontando una vicenda profondamente drammatica, ha nella comicità del linguaggio uno degli elementi costitutivi.
La serra rivela l’altra faccia della medaglia del rapporto fra chi comanda e chi ubbidisce, presentando l’ambiente di chi ha l’autorità per decidere e il disordine e la casuale anarchia che vi impera. Stupidi burocrati, inetti e spaventati, si nascondono dietro il loro titolo impegnati soltanto in una guerra di successione per il potere, terrorizzati dall’idea di perdere la loro piccola o grande rendita di posizione.
Il testo si dipana tra la commedia surreale e il giallo, e il linguaggio di Pinter viviseziona i personaggi fino a chiarire inesorabilmente che il re è nudo, che dietro queste oscure e cervellotiche manovre per il potere si celano solo piccoli uomini spaventati. Pinter applica una figura tradizionale del repertorio ebraico-yiddish, l’inetto di professione, lo Schlemiel, a una figura di potere all’interno di una strana struttura semi-ospedaliera, ma usa questa figura al contrario della tradizione: non è più il sopraffatto, l’oppresso, ma è un potente, un dominatore che però viene schiacciato dal sistema che lui stesso ha creato e imposto.
È come se nel testo ci fosse un messaggio politico teso a dimostrare che dietro alla bramosia di potere non c’è niente, nessuna idea, nessuna visione, solo la vanità del singolo individuo, È già un Pinter politico ma ancora un Pinter in cerca di una sua opinione sull’uomo e sull’esistenza, così vicino a Beckett da sembrarne erede, ma a differenza di Beckett che non ha fiducia nell’esistenza stessa, Pinter sembra esprimere una profonda sfiducia negli uomini e nelle azioni di cui sono, o meglio non sono, capaci.
“Ho deciso di mettere in scena La serra dieci anni fa esatti – afferma il regista Marco Plini – , una straordinaria apocalisse comica di un Pinter “anomalo’’. La serra ha infatti una scrittura anomala nel panorama pinteriano, ha il tono degli sketch ma si avvicina molto ai grandi testi come Il compleanno o Il calapranzi per i temi cari all’autore: il pericolo e la paura che incombono sull’esistenza degli individui. Questi temi ne La serra si affiancano al tema del potere; Pinter infatti sembra divertirsi a descrivere ‘’il piano di sopra’’, il luogo in cui si possono prendere le decisioni e dare gli ordini. Ma anche in questo luogo non si decide niente, si rimanda ancora ad un altro piano di sopra, anche a questo livello i personaggi sono sopraffatti dall’incombere di un pericolo senza volto che aleggia sopra le loro teste e dentro i loro cuori. Qui tutti si guardano alle spalle temendo che qualcuno voglia pugnalarli per appropriarsi dei loro privilegi e della loro posizione. Pinter, in questo testo, aggira la condizione esistenziale dei personaggi per costruire una limpida metafora del potere mostrato nella sua essenza. Un potere che non serve e non costruisce niente, lo si esercita e basta, è solo un modo per narrare la propria esistenza e osservarla con compiacimento. Il potere diventa identità. E così una banda di burocrati cialtroni e pericolosamente ridicoli si batte per ‘’un pezzo di torta andato a male’’, sono individui grotteschi che abitano una farsa tragica, personaggi bidimensionali di una metafora comica e apocalittica di un mondo che va a ‘’farsi fottere’’ in una risata tragica”.
Intorno allo spettacolo sono previsti due approfondimenti: sabato 14 febbraio alle ore 17 un incontro con gli attori della compagnia introdotto dal critico Gherardo Vitali Rosati, e venerdì 20 febbraio alle ore 19 una lezione su Pinter tenuta dai critici Gianfranco Capitta e Roberto Canziani, alla presenza del regista Marco Plini.
Info e prenotazioni
Al TEATRO METASTASIO da giovedì18 a domenica 21 dicembre
(feriali ore 21.00, festivi ore 16.00)
Biglietti da 7 a 25 euro
Teatro Metastasio – tel 0574 608501
Info stampa Cristina Roncucci 0574 608504 – 347 1122817
Fonte: Ufficio StampaEventi simili
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