Cultura Vernio
sabato 14 Febbraio 2015
Al MUmat si inaugura la mostra “I ricordi degli altri”. Un viaggio nel tempo realizzato da Raffaele di Vaia
Sarà il MUmat di Vernio a fare da cornice alla mostra che si inaugura sabato 14 febbraio alle 16 dal titolo “I ricordi degli altri”, realizzata da Raffaele Di Vaia insieme agli ospiti delle due Case di accoglienza anziani della Misericordia Di Vernio, le residenze di Sasseta e San Quirico.
A tagliare il nastro dell’allestimento saranno il sindaco di Vernio Giovanni Morganti con l’assessore alla cultura Maria Lucarini.
La mostraè un viaggio tra memorie personali, archeologie industriali, foto, video e istallazioni che tiene anche a battesimo il progetto “Opere aperte”, a cura di Irene Balzani, Lisa Colombi (Associazione Momo) e Luca Carli Ballola (Associazione Anna).
L’obiettivo di Opere aperte è di far rivivere attraverso il ricordo gli antichi telai, le cardatrici, le filande e le turbine del museo, macchine che narrano la storia economica e sociale della valle del Bisenzio. Il progetto è tutto giocato sul tema della memoria, quella del territorio e dei vissuti personali, della dimensione privata e di lavoro. Una macchina del tempo che invita a ragionare sul passato per riflettere sul presente. L’intervento di un artista, ogni volta diverso, traduce tutto ciò in opere d’arte contemporanea.
Punto di partenza della mostra l’incontro tra MUmat e Di Vaia, il cui lavoro è strettamente legato al concetto di memoria. L’artista pratese infatti è attualmente impegnato in un’indagine dal titolo “Gli altri” sulle proprie foto di famiglia, che ha lo scopo di individuare e portare in primo piano comprimari accidentali, ossia figure anonime di persone casualmente colte dall’obiettivo, sorta di fantasmi ai quali restituire identità e storia.
Analogo il procedimento utilizzato per questa prima edizione di “Opere aperte”. Protagonisti sono una trentina di persone d’ambo i sessi ospiti delle Case di accoglienza. Si dice che gli anziani sono la memoria della comunità e uno degli obiettivi di “Opere aperte” è proprio quello di mantenere attive e vive queste persone, inserite nella trama di relazioni sociali. Vecchie macchine tessili e foto di famiglia di Di Vaia hanno prodotto la scintilla che ha acceso gli incontri, stimolato idee, immaginazione e memorie, con l’artista pronto a documentare e filmare ogni fase.
I materiali sono stati poi rielaborati per dar vita alla mostra dove trova posto anche una “Poesia davanti al filatoio” composta collettivamente dagli anziani durante una delle prime riunioni.
La mostra resterà aperta fino al 15 marzo con il seguente orario: venerdì e sabato 9-13/15-18. In altri orari su appuntamento contattando MUmat allo 0574 931036, edu@museomumat.it – www.museomumat.it. L’ingresso è libero.
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