Spettacoli Firenze
venerdì 21 Marzo 2014
Al Cpa Firenze Sud una serata di sostegno alla lotta dei lavoratori ATAF con una cena di solidarietà e il concerto di Daniele Sepe
Sabato 22 marzo al CPA Fi Sud serata di sostegno alla lotta dei lavoratori ATAF.
Alle ore 20.30 cena di solidarietà con gli autoferrotranvieri
A seguire concerto di Daniele Sepe & Rote jazz Fraktion
Daniele Sepe è un musicista napoletano, la cui storia è un racconto di tutto rispetto.
A differenza di molti suoi conterranei, che si sono accostati alla musica in maniera istintuale, lui, malgrado le note gli scorrano nelle vene, la musica l’ha studiata e l’ha studiata in uno dei luoghi più prestigiosi e difficili deputati fare una cosa del genere: il Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli.
Sì, proprio quel conservatorio che, nato nel 1808, sotto Ferdinando IV di Borbone, Re di Napoli e di Sicilia, con il nome di “Real Collegio di Musica”, è risultato essere nella sua storia, una delle più prestigiose scuole di musica in Italia, divenendo punto cardine nella cultura musicale europea e contribuendo fortemente allo sviluppo della scuola musicale napoletana.
Si diploma in “flauto”, uno strumento difficile, dolce e sensibile e, infatti, vive i suoi primi anni di esperienza come flautista classico, per approdare poi al sassofono, come “turnista”, che è uno dei ruoli più difficili per far musica, in quanto inserito di volta in volta in realtà musicali diverse, per cui è necessario possedere un alto grado di adattabilità
per adeguarsi a stile e repertorio del gruppo di cui al momento si fa parte.
Il primo traguardo importante lo conquista a sedici anni, partecipando allo storico disco “Tammurriata dell’Alfa Sud”, dei Zezi, gruppo musicale operaio di Pomigliano d’Arco, ma questo non è solo un importante momento musicale della sua storia: è soprattutto l’immediata adesione all’idea di fare della musica popolare in maniera diversa da quella della classe borghese, sul concetto di aggregare esperienze e vissuti di un certo tipo di tessuto sociale attorno a un progetto comune
di riscatto attraverso differenti forme di arte.
Il suo primo albumè del 1990: Malamusica e nel ‘93 collabora con la band 99 POSSE per l’album “Curre curre guagliò”; trattato sempre in maniera favorevole dalla critica, il successo importante gli arriva con l’album “Vite perdite”, realizzato dalla Polosud e distribuito in tutto il mondo dall’etichetta tedesca Piranha, album per il quale non si può non riportare quanto a suo tempo scritto dalle critiche che lo hanno riguardato: “… in pratica un’opera aperta che insegue il miracolo più ambizioso di un musicista: quello di catturare la totalità del suono, sia esso una nenia svedese, un salterello del XII secolo, una frequenza radio, un tango argentino … Vite Perdite è un album di bella word music che parte dal Mediterraneo e abbraccia i tanti mari della terra …”.
L’elenco dei suoi lavori è lungo, costante, sempre puntuale a proposte brillanti e innovative, infatti, diventa piuttosto difficile collocare in un “genere” la sua musica, egli rimane sempre in bilico tra folk, world music, jazz, reggae, rock, fusion, blues e musica classica.
Nel ‘99 partecipa al progetto La notte del Dio che balla assieme a nomi come Teresa De Sio e Vinicio Capossela.
Nel compilare una lista dei suoi lavori i rischi che si corrono sono due: o fare un elenco lungo, troppo lungo, o incappare in omissioni che comunque rimarrebbero importanti; qui, ci si limiterà, comunque a nominare album che non si possono proprio ignorare, lavori come Spiritusmundi del ’95, Viaggi fuori dai paraggi del ’96, i tre volumi Truffe & Other Sturiellett’, rispettivamente del 2000 del 2004 e del 2009, per arrivare a titoli indimenticabili come Senza Filtro, Anime Candide, Una banda di pezzenti, Suonane 1 per educarne 100, per approdare al 2010con Fessbuk. Buonanotte al manicomio e terminare con In Vino Veritas del 2013.
Il ragionamento su questo musicista sarebbe lunghissimo dafare ed è alta la possibilità di rischiare di morire affogati nelle
parole; sfrondando inutili blandizie e scontati luoghi comuni, utilizzando un’estrema sintesi, di lui si può solamente dire che è un’artista atipico, geniale, eclettico, imperdibile autore di una musicache parte da lontano alla quale, Daniele affida, con il suo essere persona, il messaggio di tutti quanti soffrono un disagio.
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