Spettacoli Firenze

da venerdì 16 Ottobre 2020 a giovedì 26 Novembre 2020

A Jazz Supreme, il palcoscenico che racconta la migliore scena jazzistica contemporanea

“You can play a shoestring if you’re sincere” sosteneva John Coltrane. Suggestionata da queste parole, che sono poi lo spunto del nuovo concept grafico della quarta edizione della rassegna, torna A Jazz Supreme: sette appuntamenti sul palcoscenico della Sala Vanni che raccontano la migliore scena jazzistica contemporanea.

L’edizione di quest’anno si è concentrata particolarmente sull’elemento di novità, presentando tutti progetti inediti e nuovi incontri tra musicisti, che avevano in programma registrazioni e concerti prima di arrivare all’autunno rodati e maturi: l’epidemia da Covid 19 ha reso impraticabile questa road map, e così il solo Jim Black ha fatto in tempo a pubblicare il suo disco “Reckon”. Tutti gli altri saliranno sul palco per la prima volta insieme o quasi, rendendo ancora più emozionante l’atmosfera dei live che stanno arrivando.

Il cartellone di concerti, pensato da Fernando Fanutti del Musicus Concentus e dal pianista Simone Graziano e ispirato dal disco capolavoro “A Love Supreme” del sopracitato Coltrane, prende il via venerdì 16 ottobre con Jim Black Trio, senza dubbio una delle icone del jazz di “confine”: le durature collaborazioni con Tim Berne e Dave Douglas hanno imposto lo stile ‘libero’ del suo drumming, che è diventato un modello imprescindibile per i batteristi al di fuori delle metriche swing.

In questo ensemble ci svela un suono melodico e pieno di sentimento e in compagnia di Elias Stemeseder e Felix Henkelhausen riesce a costruire un perfetto equilibrio tra suoni forti e al tempo stesso delicatissimi. I tre mostrano tutto il loro particolare feeling per le sfumature e le nuances raffinate, dalla prima all’ultima nota si esibiscono ad altissimi livelli. Oltre a mettere in luce gli elementi fondamentali della musica del batterista (poliritmi ipnotizzanti, percorsi improvvisativi spiazzanti), il trio è un’occasione per ascoltare Black alle prese con uno dei format più classici del jazz. Lasciata da parte la pesante elettrificazione del suono che caratterizza molte delle sue prove come leader, il batterista qui si concede ad un suono esclusivamente acustico.

Francesco Bigoni e Francesco Diodati vantano una collaborazione decennale e tre uscite discografiche, con il quartetto Neko di Francesco Diodati e con l’ensemble orchestrale Auanders. Venerdì 23 ottobre presentano il loro nuovo progetto, dedicato in maniera preponderante all’esplorazione del parametro ritmico, seguendo due percorsi paralleli: il primo, più convenzionale, prevede lo sviluppo di un bagaglio improvvisativo e compositivo di gruppo; il secondo vede l’innesto di elettronica per chitarra, strumenti autocostruiti e software nell’equilibrio sonoro del quartetto. Il fine è l’elaborazione di tessiture ritmiche dense, cangianti e, in qualche maniera, agnostiche dal punto di vista del linguaggio. Ad accompagnare Bigoni e Diodati troviamo due musicisti di punta nel panorama del jazz e della musica improvvisata francese, due maestri dei propri strumenti che hanno scelto strade personali e uniche nel corso della loro carriera artistica: il pianista Benoît Delbecq e il batterista Sylvain Darrifourcq.

Da anni Ada Montellanico, cantante e compositrice tra le più importanti e originali del panorama italiano, nelle sue varie formazioni predilige gli ottoni, strumenti dalle sonorità verso cui nutre una particolare attrazione e affinità. In questa nuova avventura musicale – prevista per venerdì 30 ottobre – sceglie al suo fianco Michel Godard, artista poliedrico e grande sperimentatore, uno dei più straordinari tubisti nonché unico in assoluto suonatore di serpentone.

WeTuba vede oltre a Godard la presenza di tre musicisti che attualmente rappresentano l’espressione più all’avanguardia del giovane jazz italiano, Simone Graziano al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria. Straordinari artisti con cui Ada Montellanico collabora da vari anni in diverse sue formazioni. Un organico originale che attraverso la scrittura di nuove composizioni, vuole enfatizzare la costruzione e l’intreccio delle linee melodiche dei vari strumenti. Brani appositamente scritti per questo progetto da ognuno dei componenti del gruppo in un percorso di ricerca nel quale la narrazione si fonde con l’elemento improvvisativo, all’interno di un ensemble dal sound originale e fortemente innovativo.

“Dove andare a cercare quello che non abbiamo ancora scoperto? Dove prendere idee che faranno la nostra musica nuova e diversa da come la pensavamo prima? Dove nutrire i nostri strumenti di quelle emozioni che li possono rendere voci, a volte familiari e altre volte estranee, ma che ci incuriosiscono? Nei luoghi più semplici. Nelle canzoni”.

Con queste parole Luca Aquino, uno dei musicisti del jazz italiano più apprezzati nel panorama internazionale, e Giovanni Guidi, allievo di un certo Enrico Rava, raccontano il loro concerto previsto per venerdì 6 novembre in Sala Vanni.

Aquino inizia a suonare la tromba all’età di diciannove anni da autodidatta. Poco dopo abbandona lo strumento per terminare Economia e Commercio all’Università ma l’amore per il suono di Miles Davis e Chet Baker lo riconduce allo studio della tromba e lo porta a dedicarsi completamente alla musica. Nel 2007 pubblica il suo primo album da leader “Sopra le Nuvole “ con Universal Music Group, e un anno dopo registra “Lunaria” con ospiti Roy Hargrove e Maria Pia De Vito. Con “Lunaria” vince l’ambito “Top Jazz” di Musica Jazz: da questo momento è tutta una carriera in salita di successi e riconoscimenti.
Guidi nasce a Foligno nel 1985; frequentando i seminari estivi di Siena Jazz, viene notato da Enrico Rava, che lo inserisce nel gruppo Rava Under 21, trasformatosi in seguito nel Rava New Generation.

Attualmente, oltre alla collaborazione con Enrico Rava Special Edition, al duo “Closer” con Daniele Di Bonaventura al bandoneon, al quintetto “Brotherhood ” co-diretto con Fabrizio Bosso e Francesco Bearzatti e che comprende Eric Wheeler al contrabbasso e Joe Dyson alla batteria, è band leader nei suoi progetti personali.

Il gruppo She’s Analog – previsto invece per venerdì 13 novembre – nasce a fine del 2018 con la precisa volontà di esplorare una volta di più le possibilità sonore offerte da una particolare declinazione del trio bassless.

L’idea è quella di una musica creata collettivamente che, a partire da uno spunto compositivo sempre più esile, si arricchisce di un’improvvisazione sempre più radicale. Nel marzo del 2019 registra al Marchisiello (Foligno) il suo primo disco assieme a Dan Kinzelman nelle vesti di sound engineer. L’album è stato mixato e masterizzato ad agosto al KU-studio (Napoli) da Renato Grieco (kNN), ed è uscito lo scorso settembre per Auand records. Quello del 13 novembre sarà una dei primi live di presentazione.

Nel penultimo appuntamento della rassegna, previsto per venerdì 20 novembre, il protagonista è Gabrio Baldacci, sul palco della Sala Vanni per presentare “Nina”, un disco triplo di recente uscita che raccoglie tutte le sue anime sonore.

Nel triplo album un decennio di musica viene diviso in tre capitoli: Solo (2017), Tambrio (in duo, inciso nel 2019), e Mr Rencore (in trio, 2014). Oltre alla versione in triplo CD, “NINA” sarà anche disponibile in digitale, in tre parti, in uscita ogni primo venerdì del mese fino a dicembre.
Mr. Rencore è il progetto con Daniele Paoletti alla batteria e all’elettronica e Beppe Scardino al sax baritono e sax alto. L’album Solo è un’esplorazione in cui l’approccio multisfaccettato e i diversi talenti di Baldacci si fanno ancora più evidenti, mentre in Tambrio dà ampio sfogo ad improvvisazioni libere con il fedele complice Stefano Tamborrino.

La rassegna si chiude giovedì 26 novembre con un doppio concerto proposto in collaborazione con Music Pool. In apertura Gal: un trio nato di recente, ma che in qualche modo si è formato già molti anni fa, quando tutti i componenti hanno cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica. Le loro esperienze, intrecciate e trasformate nel tempo, hanno dato vita a un repertorio fatto di sonorità semplici e caratterizzato da una forte impronta jazz. Animano i loro live brani inediti con contaminazioni dal soul e dall’elettronica. Come risultato un irresistibile connubio di introspezione e modernità.
A seguire Simona Severini presenta Ipotesi, un EP di sei canzoni nato da una live session di due giorni in studio e che dà vita ad un sound caldo e pulito che mescola elementi di jazz e vintage pop all’interno di una dimensione cantautorale. Due dei tre inediti sono co-firmati da Pacifico, a loro si aggiungono tre cover di Kendrick Lamar, Bonnie Raitt e Niccolò Fabi rielaborate completamente ed immerse in un sound fatto di pochi elementi musicali e molte voci.

A JAZZ SUPREME – quarta edizione

Dove: Sala Vanni, Piazza del Carmine 14, Firenze

Inizio concerti ore 21:15

Biglietto in prevendita 13€ + dp (prevendite Boxoffice) – Biglietto intero alla porta 20€ (se disponibili). La Sala Vanni rispetta le attuali norme di distanziamento imposte agli spettacoli dal vivo, per cui i posti saranno venduti singolarmente, fatta eccezione per chi compila l’autodichiarazione per acquisto di biglietti da parte di congiunti disponibile su www.musicusconcentus.com/biglietti/

Le attività del Musicus Concentus sono realizzate con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Toscana, del Comune di Firenze e della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Fonte: Ufficio Stampa

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