Cultura Siena
da sabato 8 Giugno 2019 a venerdì 28 Giugno 2019
Temporary life la mostra di fotografie di Marianna Leone al Mohsen
Sabato 8 Giugno, presso il negozio MOHSEN in via Pantaneto 128/130 Siena, inauguriamo la nuova mostra di fotografie di Marianna Leone dal titolo “Temporary life” che durerà fino a venerdì 28 Giugno 2019.
Il Vernissage con una performance di body painting sarà Sabato 8 Giugno dalle ore 19:30 fino alle ore 22:00. Vi aspettiamo numerosi come sempre.
Presentazione della mostra:
Taranto.
Temporary life
Taranto è una delle città più inquinate d’Europa. Ospita un vero e proprio mostro ecologico : l’Ilva, oggi Arcelormittal, che, nonostante le campagne politiche propagandistiche che ne garantivano la bonifica e la diminuzione produttiva, è in piena attività. I valori di emissioni di diossina sono in aumento e tornati ai livelli del pre-sequestro del 2012 , ma rientrano ancora nei parametri normativi.
Molte fattorie sono fallite, capi di bestiame abbattuti perché contaminati in modo irreversibile dalla diossina, e quella che un tempo era la zona più pulita del sud Italia e famosa per le sue immense distese di ulivi, diventa una di quelle più pericolose per la salute.L’ex ’Ilva usa il ricatto occupazionale senza poi, di fatto, portare reale ricchezza e lavoro nella città che, ad oggi, rimane una delle aree con un tasso di disoccupazione tra i più alti in Italia.
Il quartiere Tamburi è il più esposto all’inquinamento perché sorge a ridosso dei parchi minerali dell’Ilva la cui polvere ( dal tipico colore rosso) sospesa continuamente nell’aria e respirata costantemente dalla gente, è la maggiore causa di neoplasie polmonari ,leucemie, sterilità maschile e femminile e di malformazioni fetali e neonatali. Nell’area adiacente all’Ilva sorge un altro colosso industriale: la raffineria ENI, che seppure ancora intoccabile e protetta, è ulteriore causa dell’inquinamento tarantino.
IL progetto “Temporary life”, vuole raccontare, attraverso l’uso del ritratto, la vita di uno dei posti più poveri e abbandonati di tutto il sud Italia : le “case parcheggio”, un complesso di case nel già disagiato Rione Tamburi. Le abitazioni “parcheggio”, così chiamate per la loro iniziale funzione provvisoria, sono state affidate temporaneamente circa 30 anni fa agli attuali abitanti, con la promessa che di lì a poco avrebbero avuto alloggi meno precari e più dignitosi. Ancora oggi, il comune di Taranto, che avrebbe competenze e doveri in questa faccenda , non ha mai dato alloggi nuovi né ha mai risposto concretamente alla urgente e continua domanda di intervento nell’area degradata.
I palazzi accolgono centinaia di famiglie, molte delle quali vivono al di sotto della soglia di povertà e con problemi gravissimi di salute dovuti non solo alla presenza dell’acciaieria e della raffineria ENI, ma anche ai residui di amianto ancora presenti nelle strutture. Nel quartiere l’assenza dello Stato premette l’insediamento di organizzazioni criminali la cui presenza, è drammaticamente un punto di riferimento per quanti non hanno risposte dalle istituzioni. Come è tipico di diverse aree del sud Italia, nel rione la vita religiosa è molto sentita ed espressa attraverso il possesso e l’esibizione di icone sacre che diventano una sorta di status di potere che compensa uno stato di povertà e malattia.
Abbandono, odore forte di gas e di ferro, colori, alcune donne che vestono a lutto nonostante il caldo e nonostante siano le poche rimaste a farlo. Queste sono le sensazioni che si vivono entrando per la prima volta nel quartiere Tamburi di Taranto e le immagini che colpiscono uno sguardo nuovo. MARIANNA LEONE.
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