Cultura Empoli

da sabato 28 Marzo 2015 a domenica 29 Marzo 2015

Infinito Presente una mostra di arte contemporanea impostata tra il dialogho di due artisti Sonia Costantini e Luca Lupi

Blu reale 2009 acrilici e olio su tela cm 130 x 180

blu reale, mostra “infinito presente”

Infinito Presente 
Sonia Costantini & Luca Lupi
28 marzo 2015 ore 18.00 Vernissage
29 marzo 2015 ore 15.00 – 19.00

Orari:
Sabato 28 marzo ore 18.00 – 21.00. Domenica 29 marzo ore 15.00 – 19.00. Aperta fino al 24 maggio.

Dove:  Sincresis  Associazione culturale per le arti contemporanee Via della Repubblica nn. 52/54 Empoli (Fi)

L’Associazione culturale SINCRESIS riapre al termine della ristrutturazione degli spazi con una mostra impostata su un dialogo tra due artisti, Sonia Costantini e Luca Lupi, che stanno svolgendo un percorso creativo riconosciuto dalla critica e dall’entourage di riferimento non solo nazionale e che rivelano attraverso le loro opere le specificità di itinerari diversi, da un lato la pittura astratta come astrazione pura, dall’altro la fotografia come sguardo sul paesaggio, ma suscettibili di alimentare un confronto, di proporre relazioni, di sollecitare suggestioni per l’osservatore su tematiche interconnesse.

Sonia lavora con una precisione certosina che prevede tempi lunghi per approntare utilizzando una spatola di minime dimensioni un tessuto pittorico monocromo sottile e compatto, senza imperfezioni, Luca si concentra sullo scatto attimale, offrendo nella brevità, nell’hic et nunc una trama a stampa fotografica che acquisisce la leggerezza e quasi la porosità della trama pittorica.

Nonostante la diversità delle tecniche utilizzate si orientano ambedue ad osservare e concepire lo spazio come campo, totale, fluido, infinito, avvolgente, a cogliere il valore del colore come manifestazione lirica e trasposizione dall’ambiente, come spazio esterno, allo spazio interno dell’interiore, a raggiungere la riduzione minimale, riconducendosi agli aspetti essenziali così da sublimare il visibile per renderlo altro, oltrepassare il limite verso l’illimitato, al di là del tempo spazializzato e dello spazio come frammento o luogo preciso, per avanzare nella durata, rendere la continuità, l’indefinito, per realizzare un’arte che esclude la rappresentazione come mimesis con la purezza ed elementarità dei mezzi.

Il concetto bergsoniano di tempo della coscienza come continuità e integrazione di attimi e visioni nel flusso senza fine, “che relativizza e si oppone al concetto di tempo scientifico, misurabile, insieme di molteplici simultaneità, fa sì che un attimo sarà sempre singolare perché percepito ed elaborato dall’io, dalla sensibilità, dalla memoria, non in una dinamica successiva ma come in un gomitolo o in una valanga”, sottolinea Ilaria Mariotti a proposito delle opere di Luca Lupi, che lavora sull’istantaneità nell’atto di dilatarsi nella durata per cui ogni sequenza come traccia di un evento rispetto all’hic et nunc si amplia ed assume valore di continuità.

Nuvole, mare, cielo, coste, neve, alberi, città nei suoi Landscapes che non si ripetono mai in quanto appaiono sempre diversi, non sono colti come frammenti rappresentativi, infatti vivono nel tempo soggettivo e si dilatano in un’atmosfera senza tempo, al di là di un prima e di un dopo che rispetta il succedersi degli scatti, resa ineffabile dall’abbassamento dell’orizzonte per lasciare spazio all’infinitudine, al cielo universo, per cui anche i minimi particolari di un paesaggio in cui appaiono appena visibili figure umane, tracce di vita naturale e urbana, giungono a rarefarsi a petto del tutto, perdono di concretezza diventando segni semiastratti a distanza ed al tempo stesso, avvicinando lo sguardo, testimoniano il pulsare della esistenza, mentre sembrano arrestati e assorbiti nella non dimensione dell’assoluto, dell’infinito.

“L’intento che mi propongo – indica l’artista – quando inizio un progetto è proprio quello di comunicare l’aspetto che maggiormente mi ha emozionato. Comunico queste emozioni attraverso il rigore delle immagini. Finalità ultima del mio lavoro è quella di creare delle immagini sfrondate da tutto ciò che ritengo superfluo ai fini della comprensione dell’immagine stessa.

Il mio lavoro nasce da un esperienza visiva e dalla percezione della realtà attraverso lo studio dello spazio e del trascorrere del tempo.”

Sonia Costantini elabora una pratica artistica estremamente personale dagli anni ottanta adottando una tecnica pittorica di elevata raffinatezza e complessità come riferisce Gabriella Belli in un suo testo di presentazione. “La scelta si limita” nella riduzione “a due soli elementi, il colore e la forma, quest’ultima, in genere, quasi mai presente e data per evocazione o virtualità”, secondo una tendenza all’azzeramento che mantiene in ogni caso il loro carattere evocativo. Lo sguardo a distanza coglie una superficie netta, “pulita”, come spessore cromatico denso, compatto, mentre approssimandosi segue la tessitura minuta, espressione diretta di un lavoro manuale che implica la fatica e la passione del segno gestuale, per cui l’occhio si sofferma e si insinua a percorrere una trama che assume connotazione emotiva e valore grafico confermati dai titoli delle opere come Azzurro cielo o Rosa violetto, Rosso arancio cadmio o Bianco caldo.

Giorgio Bonomi ha sottolineato che “Sonia Costantini usa la spatola, di piccole dimensioni, per dare il colore, il quale dapprima è ad acqua, quindi “volatile”, “etereo”, e richiede molte velature, poi è ad olio, perciò più corposo, e tale che va a proteggere il sottostante, più lieve e leggero”.

Si tratta di passaggi continui, stratificazioni sottili per rendere l’omogeneità, mentre la variazione che potrebbe rivelarsi nella tessitura del segno, in realtà subentra nella tonalità cromatica con cui dipinge la superficie, che si abbandona da una tela all’altra, alle infinite “variazioni” della luce, e che al tempo stesso permane essenzialmente monocroma, come se il segno stesso obbedisse al dettato del gesto sempre calibrato.

“Anche quando il colore usato è più scuro il tono luminoso resta nitido”, tanto che nella texture si possono catturare con lo sguardo “tutte le increspature, le sovrapposizioni, i tremolii della materia (colore)”, come luoghi dove “abita la luce”, aggiunge l’artista, per cui il colore “si avvalora nella immaterialità trasparente della riflessione luminosa” nell’intento di “ridefinizione dello spazio” non tanto dilatato quanto “risucchiato all’interno della superficie”. Bisogno di concisione nel tracciato e di complessità nella costruzione del tessuto pittorico, nella convivenza di rigore e lirismo, come un pensiero che si trasfonde in emozione e viceversa, per cui l’osservatore come l’artista rimane in attesa di rivelazioni possibili dall’opera che si identifica con la denominazione del colore ma che non si conclude con essa, anzi si dischiude ad ulteriori vibrazioni e significanze.

Il lavoro dei due artisti si occupa di questioni relative allo spazio, al colore, alla riduzione di elementi nella processualità di un work in progress orientato verso la ricerca dell’essenza, scoprendo nuove vie d’indagine in modalità singolari.

Sonia Costantini

Nata in provincia di Mantova, città dove vive e lavora, inizia a esporre nei primi anni ‘80. Sin dall’inizio la sua ricerca artistica è indirizzata alla pratica della pittura, sperimentando varie tecniche. Nel 1986, dopo la partecipazione al “37° Salon de la Jeune Peinture” di Parigi, il suo lavoro andrà precisandosi sempre più come indagine tesa a sviscerare i valori luministici della materia pittorica.

Negli anni Novanta è presente in numerose esposizioni personali e collettive, in spazi pubblici e privati. Sono anni in cui il lavoro si concentra sempre più verso una pittura di un unico colore, dove lo sguardo si intensifica a sondare la percezione della luce dentro la pasta cromatica. Inizia così un ciclo di rassegne collettive in vari spazi pubblici: Museo della Grafica di Ljubljana, Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera, Museo Etnografico di San Pietroburgo, Galleria Civica di Modena, Palazzo Coen di Salò, Kölniches Stadtmuseum di Colonia, Chiostro del Bramante in Roma, Palazzo Ducale di Genova, Banca Centrale Europea di Francoforte, Fortezza di Palmaria, Palazzo Ducale di Gubbio, Palazzo Pretorio di Cittadella, Casa del Mantegna di Mantova, Castelli di Plön e Plüschow nella Germania del Nord.

Nel 2001, con la personale al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, la sua ricerca andrà sempre più precisandosi come indagine sui valori primari del colore e della luce.

Nel 2004 è presente in “Storie di colore” a Palazzo Libera di Villa Lagarina, mostra che vuole essere un’esplorazione sulla pittura “monocroma” internazionale. Molte le personali e le collettive in numerose gallerie private: Il Milione, Studio Reggiani, O’Artoteca e Galleria Rubin di Milano, Galleria Spazia e Studio Cavalieri di Bologna, Stracke di Colonia, Florian Trampler di Monaco, Frankfurter Westendgalerie di Francoforte, Ventana di Münster, Disegno Arte Contemporanea di Mantova, LAC di Brescia, Vanna Casati di Bergamo, Santelmo di Salò, Artopoi di Friburgo e Salzano di Torino. Fra le esposizioni più importanti degli ultimi anni si segnalano le collettive presso: Università Bocconi di Milano, Neue Galerie di Landshut, Fondazione Zappettini di Chiavari, Fabbri Contemporary Art di Milano, Progetto arte ELM sempre di Milano, Palazzo del Podestà di Castell’Arquato, Galleria Paraventi Giapponesi di Milano, Museo Piaggio di Pontedera, Arena 1 Gallery di Santa Monica a Los Angeles, Kunstverein di Passau e le personali a Palazzo Te di Mantova, Palazzo Ravaschieri di Chiavari, LAC di Brescia, Galerie Florian Trampler e Istituto Italiano di Cultura di Monaco. Nell’anno in corso si segnalano le personali alla Galleria Milione di Milano e all’Ikona Gallery di Venezia. Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, fra queste la Collezione Panza di Biumo.

Luca Lupi

Nato a Pontedera in provincia di Pisa, attualmente vive e lavora a Fucecchio, Firenze | born in Pontedera, province of Pisa, presently lives and works in Fucecchio, Florence

Mostre | Exhibitions:

2015
Premio Arte Laguna 2015 – Arsenale di Venezia

2014
The Wall (archives)#9 / home, Sponge ArteContemporanea, Pergola (PU)
Italy. Curated by Pietro Gaglianò
Emering Talents, Lens Culture, Galeria Valid Foto, Barcelona
ArtVerona con Sincresis D’A Space, Verona, Italy
Spazi, Museo di Fucecchio. Curated by Ilaria Mariotti
Landscapes, Anne Clergue Galerie, Arles.
Essere (e) Mistero. Palazzo Mediceo, Seravezza, Lucca.
Sit on it. Inner room. Siena, Italy
Circulation(s) 2014 Festival de la jeune photographie europeenne Centquatre,
Paris. Curated by Marion Hislen
Spazio Totale | Total Space, Sincresis D’A Space. Empoli, Firenze Italy.
Curated by Alessandra Scappini

2013
The Wall (archives) #8 – beyond the railway. B.go Loreto/SP, Cremona Italy.
Curated by Pietro Gaglianò
Lucca e le sue Mura | Lucca and its Walls, Museo Nazionale di Villa Guinigui,
Lucca Italy

2012
Earthen Domes and Habitats, Museo Palazzo Medici Riccardi, Firenze, Italy

2011
Sei gradi di separazione, Villa Pacchiani Santa Croce sull’Arno, Pisa Italy.
Curated by Ilaria Mariotti
Premi | Awards:
Premio Arte Laguna 2015
Emering Talents, Lens Culture 2014
Festival de la jeune photographie europeenne 2014
(IPA) International Photography Awards
Premio Alinari 2010 Firenze Italy
Hasselblad Open The International Photo contest

www.lucalupi.it

Per informazioni e appuntamenti:

tel. 0571/73619; a.scappini@virgilio.it

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mostra infinito presente

Fonte: Ufficio Stampa

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