Cultura Siena

da venerdì 17 Maggio 2019 a venerdì 7 Giugno 2019

In corpore viri. Uomini osservati la mostra fotografica di Sahaja Kunkunate al Mohsen

Venerdì 17 Maggio, presso il negozio MOHSEN in via Pantaneto 128/130 Siena, inauguriamo la nuova mostra fotografica di Sahaja Kunkunate dal titolo “In corpore viri. Uomini osservati” che durerà fino a venerdì 7 Giugno 2019.

Il Vernissage con una performance di body painting sarà Venerdì 17 Maggio dalle ore 19:30 fino alle ore 22:00. Vi aspettiamo numerosi come sempre.

Presentazione della mostra:

Parafrasando dal latino, il corpo da “vile” diventa maschile, soggetto prediletto da Sahaja Kunkunate, che scatta per una ventennale ricerca autobiografica. L’uomo è per Sahaja un essere da osservare, studiare, conoscere. Il suo sguardo è meditativo, amorevole e artistico.

“Le immagini di Sahaja Kunkunate non sono destinate alla memoria, né ai sensi. Non sono destinate alla coscienza, né al caso. Sono il corpo, un corpo nel mondo, che cerca il senso della propria temporalità nel corpo degli altri.” (Marco Mazzi)

Sahaja Kunkunate è il nome che Chiara Guarducci sceglie per ricomparire sullo scenario artistico, essendosene allontanata con la volontà di disintossicarsi dai meccanismi del sistema dell’arte contemporanea. Artista poliedrica, Sahaja nasce nel 1973 a Greve in Chianti e dopo una formazione accademica e non, che la vede studiare e lavorare sia in Italia che all’estero, incontra Meera Hashimoto, artista e terapeuta giapponese, la quale influenzerà radicalmente il suo approccio all’arte, che conquista libertà d’espressione e non teme censure, perché è lo specchio del momento presente.

“I miei scatti sono stati chiusi nel cassetto fra la polvere della paura. C’era uno spietato giudice interiore che tagliava le mie ali e insultava la mia vena artistica”. Il suo uscire allo scoperto è stato possibile, non solo grazie al lavoro che l’artista ha fatto su di sé, ma anche grazie all’incoraggiamento del fotografo Mohsen Sariaslani, il quale ha innescato il percorso che vede l’artista impegnata a mostrarsi, superando lentamente il nascondimento e la vergogna.
“Mi avventuro nell’indagare ambiti a me sconosciuti. Non oso puntare ‘l’arma’ in modo troppo diretto, piuttosto entro in azione in modo nascosto. Mi approccio al sonno, al sogno. Il mio modello si trova lì davanti e ho tutto il tempo per studiarlo”.

Vengono nella mostra svelati ritratti di uomini fragili, sognatori, colti in momenti di passività e vulnerabilità. Poeti, amanti, artisti. Uomini sensibili, persi, che si sintonizzano con l’armonia del mondo, inchinandosi, abbracciando.

“Uomo Me.
Pollo spennato,
impiastro infedele.
Patetico, pornografico, indolente.
Però ogni tanto cado al mio posto,
ci casco dentro.
Forse perché posto ce n’è.”(Michele Cipriani)

In realtà la tematica ‘uomo’ è per Sahaja un terreno di crescita interiore, ella guarda in faccia un nuovo paradigma che scioglie il genere maschile dal condizionamento antico e maschilista e la guida verso una personale emancipazione emozionale. Ella ‘riscrive’ i corpi, cambia copioni, immortala agglomerati di amore, tramuta gelosia, attaccamento, violenza e negazione in possibili e dipinti scenari di guarigione.
“Da uomo mi sento toccato, visto.

Sentire la possibilità di uno sguardo così delicato sul corpo di un uomo
mi fa sentire riconosciuto, come se uno di questi corpi fossi io,
come se avessi diritto di esistere.” (Marco Cozzi)

Per maggiori informazioni sull’artista www.youlikephoto.com, +39 3284721121, www.trustinspontaneity.com

In corpore viri. Uomini osservati

Fonte: Ufficio Stampa

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